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direttore Paolo Pagliaro

SOSPESA IN TEXAS
LA LEGGE SULL’ABORTO

Un giudice federale degli Stati Uniti, Robert Pitman, ha temporaneamente bloccato il divieto “quasi totale” dell'aborto in Texas, assestando un primo duro colpo contro la controversa normativa che impedisce l’interruzione della gravidanza dopo la sesta settimana anche in caso di stupro e incesto. Si tratta indubbiamente di una vittoria dell’amministrazione Biden, anche se, con la legge in sospeso, i servizi di aborto in Texas potrebbero non riprendere immediatamente perché i medici, in assenza di una legislazione definitiva, potrebbero comunque temere di venire citati in giudizio. Del resto, che la questione sia tutt’altri che definita lo dimostra l’annuncio dell’amministrazione texana del ricorso in appello contro la decisione di Pitman.

“La sentenza di stasera è un importante passo avanti verso il ripristino dei diritti costituzionali delle donne in tutto lo stato del Texas”, ha dichiarato da parte sua la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki. “La battaglia è appena iniziata, sia in Texas che in molti stati di questo Paese dove i diritti delle donne sono attualmente sotto attacco”, ha aggiunto.

La controversa legge anti-abortista, nota come Senate Bill 8 e firmata dal governatore repubblicano Greg Abbott a maggio, proibisce gli aborti una volta rilevata l'attività cardiaca del feto, il che avviene di solito intorno alle sei settimane, a volte persino troppo presto anche solo per accorgersi della gravidanza in atto. Per far rispettare la legge, il Texas ha di fatto “incitato” i privati cittadini a fare delle delazioni o a denunciare apertamente i trasgressori promettendo un “risarcimento” di 10mila dollari in caso di successo. (7 OTT - deg)

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