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direttore Paolo Pagliaro

IL BRASILE OLTREPASSA
LE 600MILA VITTIME

Nonostante i quasi sei miliardi e mezzo di dosi di vaccini anti-Covid somministrate a livello mondiale, la pandemia continua a galoppare in diverse aree del pianeta, imperversando tra le vaste sacche di popolazione non ancora coperte dai sieri immunizzanti. Solo negli ultimi 28 giorni, il nuovo coronavirus ha causato più di 13 milioni di contagi e 222.105 morti, continuando a raggiungere macabri traguardi. L’ultimo è quello registrato dal Brasile, dove in questo fine settimana è stata oltrepassata la soglia delle 600mila vittime su quasi 22 milioni di contagi diagnosticati dalla comparsa del morbo. Quello del Brasile è il secondo bilancio come gravità dopo quello degli Stati Uniti, che fino ad oggi contano 713.227 vittime (ma hanno anche il 55% in più di popolazione). Va detto che con l’avanzare della vaccinazione, anche nel martoriato Paese amazzonico la pandemia ha mostrato segni di rallentamento, ma la situazione sanitaria è ancora più che preoccupante nell’attuale scenario di maggiore flessibilità nelle misure di distanziamento sociale.

IL PAZIENTE ZERO. La prima morte ufficiale associata al Covid-19 in Brasile è stata quella di una donna di 57 anni a San Paolo il 12 marzo 2020. Da allora, il Paese è sprofondato nell’abisso, che in realtà forse è addirittura più “profondo” di quanto si consideri, dato che a giugno, quando la nazione ha superato la soglia di 500mila decessi ufficiali, diversi studi statistici indicavano che già allora fosse stata superato la soglia delle 600mila letalità dovute al Covid. Questa volta, tuttavia, il nuovo tragico record ufficiale di morti giunge se non altro in un momento di rallentamento dell’epidemia: solo 51 giorni hanno separato il raggiungimento della soglia dei 400mila decessi da quella dei 500mila, mentre per giungere alle 600mila vittime ci sono voluti 111 giorni.

VACCINAZIONI. Questo rallentamento del tasso di mortalità coincide con il rapido progresso della vaccinazione nel Paese, decollato nonostante il ritardo del governo federale nell'acquisto dei sieri e la scarsa organizzazione del Ministero della Salute all'inizio della campagna vaccinale. Al momento, il 69,78% della popolazione ha assunto almeno una dose di vaccino e il 45,5% ha completato il programma di copertura. Più di 1,9 milioni di persone hanno preso una dose di richiamo “booster”. (11 OTT - deg)

(© 9Colonne - citare la fonte)