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direttore Paolo Pagliaro

VACCINO, LOCATELLI:
OBBLIGO SE SERVIRA’

“La situazione italiana è largamente più favorevole rispetto a quella di altri Paesi, anche rispetto alla Germania, in termini di circolazione virale. Tutto questo non è accaduto per caso: è il frutto di una delle percentuali più alte di soggetti vaccinati nella popolazione vaccinabile. Anche perché abbiamo avuto una gradualità nelle riaperture. Quando da tecnici si sottolineava l’importanza della gradualità, non era per impattare negativamente sulla vita degli italiani, ma per evitare rischi. Infine è importante il mantenimento delle misure non farmacologiche: mascherina, lavaggio delle mani e distanziamento. Tutte cose che nel Regno Unite sono state abbandonate”. Così Franco Locatelli, presidente del Consiglio Superiore di Sanità, ieri sera a Che tempo che fa su Rai3. “Noi avevamo suggerito aperture più graduali, poi la politica ha ritenuto di fare scelte diverse – ha aggiunto -. Al momento i numeri dicono che non abbiamo pagato un prezzo per queste riaperture”. Quindi evidenzia che “vaccino e tampone non sono la stessa cosa, la stessa durata del Green Pass ottenuto da questi infatti si diversifica. Il tampone dà una fotografia istantanea la cui validità ha una durata assai limitata, 48-72 ore. Tutto questo serve solamente a dire che in quel momento quel soggetto ha una bassa probabilità di essere contagiante. Quei pochi soggetti che si infettano dopo essere stati vaccinati hanno una capacità contagiante molto più bassa. Si è partiti con una politica di convincimento che ha fatto largamente breccia e ha permeato la coscienza di tanti cittadini. Qualora ce ne fossero gli estremi, si potrebbe considerare l’obbligo”, “ho sentito prima il segretario Letta che ha fatto l’appello a vaccinarsi e lo faccio anche io: è vero che siamo all’86% di persone coperte da almeno una dose, all’82% con due dosi e nella fascia sopra i 70 anni andiamo sopra il 90%, però le persone che mancano devono imparare a volersi bene, perché vaccinarsi significa questo e voler bene anche gli altri”. E ribadisce che il vaccino non è il “frutto di una scoperta scientifica subitanea o di percorsi di validazione accorciati o tappe saltate. Si lavorava sui vaccini RNA già da tempo, erano in sviluppo per infezioni di HIV, per virus rabbico e anche per virus influenzali. Va chiaramente sottolineato che si tratta del vaccino più sicuro che abbiamo a disposizione. Non ha giovato al profilo di rassicurazione quello che potremmo definire come ‘infodemia incontrollata’, la diffusione di notizie false e senza fondamento scientifico”. (25 ott - red)

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