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direttore Paolo Pagliaro

DDL ZAN: PD APRE
M5S METTE PALETTI

Dopo aver infiammato il dibattito la scorsa primavera (con il "la" dato dal monologo di Fedez al concerto del primo maggio) sulla politica italiana torna ad aleggiare lo 'spettro' del ddl Zan. Mercoledì, infatti, il testo che mira a combattere l'omotransfobia rifà capolino in aula a Palazzo Madama. Con una novità politica significativa rispetto alle divisioni che avevano fatto arenare il ddl prima della pausa estiva, ovvero una nuova disponibilità alla mediazione da parte del Partito democratico. "Chiederò ad Alessandro Zan di fare un’esplorazione con le altre forze politiche per capire le condizioni che possano portare a un’approvazione del testo rapida" ha detto il segretario del Pd Enrico Letta a Che Tempo Che Fa su Rai3, aprendo a modifiche “purché non siano cose fondamentali, sostanziali, ma mi fido di Zan”. Su Twitter, il primo firmatario del ddl scrive: "Grazie segretario per la fiducia e per l’impegno risoluto ad approvare il ddl Zan. Sono giorni decisivi per approvare una legge contro i crimini d’odio. Ce la metteremo tutta, è un dovere di civiltà verso il Paese". 

M5S. Per il Movimento 5 Stelle, però, a porre dei paletti alle eventuali modifiche è la senatrice Alessandra Maiorino: "Il diritto all'identità di genere è stato inserito nella nuova Carta dei principi e dei valori del Movimento 5 Stelle guidato da Giuseppe Conte. Per questo motivo vigileremo affinché l'apertura del segretario Pd Enrico Letta non conduca a menomazioni inaccettabili della legge di contrasto all'omolesbobitransfobia. L'identità di genere, così come l'orientamento sessuale, non possono essere oggetto di contrattazione, e sono certa che Alessandro Zan convenga con me su questo" scrive in un post su Facebook la parlamentare pentastellata, aggiungendo: "Irrinunciabili sono anche i percorsi di educazione al rispetto nelle scuole, da noi fortemente voluti. Ogni forma di discriminazione deve essere combattuta innanzitutto sul piano culturale, affinché il contrasto all'odio e al pregiudizio sia efficace e fondato su solide basi. La repressione del fenomeno, pur necessaria, non è da sola sufficiente. Detto questo, siamo pronti a trovare un'intesa per dare all'Italia questa legge di civiltà".

IV.  Italia Viva è tra le forze che nei mesi scorsi hanno proposto modifiche al testo uscito dalla Camera. "Finalmente torna in aula al Senato un disegno di legge giusto, che vuole tutelare le persone discriminate a causa di azioni transfobiche e omofobiche. Un disegno di legge atteso da oltre 25 anni in Italia". Così la senatrice Donatella Conzatti.  "Italia Viva – continua la parlamentare - è sempre stata a favore di questo ddl: l'ha votato alla Camera, l'ha votato in commissione Giustizia al Senato, anche in aula a Palazzo Madama difendendolo dalle pregiudiziali di costituzionalità del centrodestra. Eppure Italia Viva ha sempre fatto presente un dato di realtà: i numeri, i voti in Senato per approvare questo testo così com'è stato approvato alla Camera non c'erano e non ci sono. Finalmente se n'è reso conto anche il Partito democratico, acconsentendo a sedersi a un tavolo di mediazione. Ora – conclude Conzatti - finalmente si potranno superare quei nodi che permetteranno al disegno di legge di avere tutti i numeri  necessari per dire un grande 'sì' a una legge attesa e necessaria".

CDX.  Tra le fila del centrodestra, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri sottolinea: "Anche Letta ha preso atto che il muro contro muro non porta a niente. L'Italia può e deve varare una legge che punisca con maggiore severità violenze e discriminazioni basate su pregiudizi sessuali. Su questo tutti ci siamo detti d'accordo. Quello che non va nel testo del disegno di legge cosiddetto Zan, sono alcune norme che prevedono l'indottrinamento scolastico, la persecuzione delle opinioni e una rivoluzione antropologica con l'autodichiarazione di appartenenza di genere che causerebbe un caos totale. Queste norme non c'entrano nulla con la opportunità, da tutti condivisa, di punire più severamente atti non solo di violenza ma di semplice pregiudizio e discriminazione. Ben venga quindi un confronto serio e sereno se si accantoneranno queste scelte che sono francamente non condivisibili ed estranee all'oggetto reale del confronto”. (Roc – 25 ott)                  

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