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direttore Paolo Pagliaro

Povera Calabria
tradita da sè stessa 

di Paolo Pagliaro

Il 4 ottobre Giuseppe Sala è stato rieletto sindaco di Milano e Roberto Occhiuto è stato eletto presidente della regione Calabria. Dopo 5 giorni Sala ha presentato la nuova giunta e si è messo al lavoro. Dopo 23 giorni, cioè oggi, Occhiuto non si è ancora insediato e i calabresi ancora non sanno da chi sarà composto il loro consiglio regionale. La proclamazione degli eletti tarda perché ci sono difficoltà nel riconteggio delle schede. In molte sezioni la Corte d’Appello ha rilevato sospette anomalie, come l’eccessiva sproporzione tra i voti di lista e le preferenze. 
Ieri Occhiuto, il residente eletto ma non insediato, ha diffuso una nota in cui si chiede se una Regione che va in tilt per effettuare un semplice conteggio delle schede elettorali, sia in grado – citiamo – “di spendere presto e bene i vagoni di risorse che arriveranno dall’Unione europea”.
La stessa domanda se la sta facendo l’Europa che, stando a quanto si legge oggi sul Sole 24 ore, ha bloccato per irregolarità il pagamento di 69 milioni del Fondo sociale destinati alla Calabria. 
Sono una piccola quota delle risorse comunitarie destinate alla regione, che rischia però di perderne altre se non verranno chiarite quelle che con burocratico eufemismo vengono definite “incongruenze» nella rendicontazione”.
Nel romanzo “Amalavita” appena pubblicato da Città del Sole, Antonio Cannone, scrittore di Lametia, fa dire al protagonista che la Calabria non cambia mai, e che la si può amare solo guardandola da lontano, o dall’alto.

(© 9Colonne - citare la fonte)