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direttore Paolo Pagliaro

MOSCA, DOVE IL VIRUS
“UCCIDE I RITARDATARI”

Nell’attuale fase pandemica la Russia è uno dei paesi tra i più impattati dal Covid-19. La situazione, nella nazione più vasta del pianeta, è a dir poco drammatica, e da diversi giorni ormai si registrano quotidianamente oltre mille decessi dovuti al nuovo coronavirus, con i contagi che a più riprese hanno oltrepassato la quota dei 40mila nell’arco delle 24 ore. La città più colpita in termini assoluti è Mosca dove i dati evidenziano un tasso di mortalità apparentemente più alto che in altre regioni anche se, va detto, è pressoché certo che i numeri ufficialmente censiti non riescano a fotografare la realtà della situazione. Fatto sta che la comunità scientifica è concorde nell’affermare che la causa profonda della tragedia russa sia da addebitare alla scarsa adesione della popolazione alla campagna vaccinale. Da ultimo, però, si è levata anche la voce di un’autorevole esperta moscovita, la professoressa Maryana Lysenko, primario dell'ospedale 52, secondo la quale a far alzare a dismisura il tasso della mortalità, soprattutto nella capitale, è il fatto che i contagiati decidano di recarsi in ospedale troppo tardi.

“Il virus in circolazione – ha spiegato la Lysenko intervistata sul canale televisivo Rossiya 24 - è abbastanza aggressivo e i pazienti arrivano in ospedale con gravi danni polmonari e bisognosi di ossigeno”. Anche se ci sono molte componenti che concorrono a far registrare l’alto tasso di mortalità, ha argomentato la specialista, tra queste ha certamente un ruolo pesante “il fatto che si cerchi assistenza medica troppo tardi”. Una dinamica che si ripete in quanto, a detta della Lysenko, “le persone non si aspettano che la malattia si sviluppi così rapidamente come accade con la variante delta. La realtà è che ci vogliono solo due-tre giorni perché il danno polmonare raggiunga il 70% dei tessuti respiratori, cosa che le ondate precedenti non hanno fatto”.

La specialista ha inoltre raccontato che “Ci sono pazienti che possono morire pochi giorni dopo aver contratto la malattia e ci sono quelli che rimangono ricoverati in ospedale per molto tempo, con i medici che combattono per loro. Le statistiche purtroppo ci dicono che abbiamo perso il tempo per costruire l'immunità collettiva”.

Secondo la Lysenko, inoltre, “i giovani ora costituiscono una percentuale molto ampia dei pazienti a Mosca. Per di più, ci sono bambini che si ammalano gravemente e, sebbene gli esiti letali siano pochi tra loro, purtuttavia si verificano. Però se non altro non ci sono casi gravi tra i pazienti che sono stati completamente vaccinati con una o due dosi”. (5 NOV - deg)

(© 9Colonne - citare la fonte)