Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

CON TECNICI AL COLLE
IN GIOCO DEMOCRAZIA?

 “Sembra una questione di basso interesse dei partiti, si tratta invece di un problema di sistema. In gioco c'è quella bazzecola storica che definiamo ‘democrazia rappresentativa’”. Lo afferma il politologo Alessandro Campi, in una intervista a Il Giornale. Uno schema con Draghi presidente della Repubblica e un tecnico a palazzo Chigi sarebbe come abdicare per la politica? “Mi chiedo dove sono in queste ore tutti quei costituzionalisti che hanno battagliato per anni (prima contro Berlusconi, poi contro Renzi) per difendere la Costituzione ‘più bella del mondo’. Sono diventati silenziosi proprio ora che, se non facciamo attenzione, si rischia di realizzare una riforma a dir poco surrettizia, anzi del tutto extra-legale, del nostro ordinamento costituzionale?”. E aggiunge: “Il centrodestra le sue mosse le ha fatte e le sta facendo, brutte o belle che le si voglia giudicare. La candidatura di Berlusconi è stata irrituale, ma in linea con il suo stile politico. Se in tutti questi anni i voti di Berlusconi sono serviti a tenere in piedi i più diversi governi (da Letta a Draghi) come si fa poi a consideralo indegno per il Colle?”. C'è un rischio dominio della tecnocrazia? “È un trend storico-politico che va oltre la vicenda del nuovo capo dello Stato. La pandemia, o meglio la sua gestione sul piano sanitario e sociale, ha fatto emergere su scala globale questa tensione tra sfera tecnico-scientifico e sfera politica”, “Draghi è un capolinea, oltre il quale c'è solo la proclamazione formale di una ‘dittatura sovrana’ alla maniera romana”. (26 GEN - red)

(© 9Colonne - citare la fonte)