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direttore Paolo Pagliaro

Le idee forti
di J.P. Fitoussi

di Paolo Pagliaro

“L'esperienza è il nome che diamo ai nostri errori”, diceva l'economista francese Jean-Paul Fitoussi citando Oscar Wilde. E Fitoussi, scomparso oggi alla soglia degli 80 anni, pensava che uno degli errori più dannosi fosse stato quello di affidarsi alle politiche di austerità per affrontare la crisi finanziaria.
Keynesiano, attento osservatore dell'attualità, Fitoussi, era un frequentatore e grande amico dell’Italia, dove non esitava a prendere partito se interpellato. Fu ad esempio un grande sostenitore del reddito di cittadinanza, ritenendolo un’efficace misura di contrasto alla povertà . Ma era anche un sostenitore del Mes e non riusciva a capire perché gli italiani avessero rinunciato a servirsene. Le idee forti di Fitoussi sono riassunte nelle copertine dei suoi libri. Quello scritto con Stiglitz e Sen era intitolato così: “ La misura sbagliata delle nostre vite. Perché il PIL non basta piú per valutare benessere e progresso sociale”. Quel testo nasceva dalla convinzione che ci fossero altri criteri, oltre al Prodotto interno lordo, per misurare il progresso e la qualità delle nostre vite. I nuovi indicatori proposti da Fitoussi li ritroviamo oggi nell’indice Istat che misura il benessere equo e sostenibile: dalla salute all’istruzione, dal lavoro all’ambiente.
Un altro libro era intitolato “La neolingua dell'economia. Ovvero come dire a un malato che è in buona salute” .Un testo che è anche un appello a cambiare narrazione per ridurre livelli di disuguaglianza ormai inaccettabili. L’ultima intervista è di pochi giorni fa. “Siamo stupidi – diceva - abbiamo giocato con la globalizzazione come se fosse la fine della storia, come se non potessero più esserci guerre, né fisiche, né ideologiche. L’Ucraina ci dimostra che non era così”.

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