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direttore Paolo Pagliaro

''NESSUNA ALLEANZA CON PD
E NO DEROGHE AI 2 MANDATI''

“Non sono solito aprire e chiudere una fessura o uno spiraglio. In un’intervista ho dichiarato che per il futuro non escludo un dialogo, non un’alleanza, in termini generici con il Pd e anche con altre forze politiche". Così il leader M5S Giuseppe Conte a Rtl 102.5 , tornando a smentire la presunta apertura di ieri verso i dem. Quindi, in vista delle elezioni del 25 settembre, nessuna possibilità di intesa con gli ex alleati nel governo giallorosso e poi in quello guidato da Draghi: “Assolutamente no, mi sembra che le posizioni siano chiare. Che rapporti può avere il M5S con una forza politica che in questo momento sta chiudendo accordi da Calenda a Renzi, da Di Maio a Brunetta alla Carfagna e compagnia: è un’ammucchiata dove noi non ci potremo mai ritrovare perché sono personalità divisive, litigiose”. Inoltre, secondo quanto confermato da fonti parlamentari, Conte avrebbe comunicato che non ci saranno deroghe al limite dei due mandati, dopo aver preannunciato in radio una decisione in giornata. Conte interviene poi sul nodo del secondo mandato: “Vorrei dirvi questo: io non sono cambiato. Sono la stessa persona responsabile che il Movimento Cinque Stelle aveva eletto nel momento più duro della pandemia – rivendica l’ex premier  a Rtl - Siamo stati i primi ad assumere misure che ci hanno copiato, abbiamo retto con 130 miliardi tutto il tessuto, protetto la salute dei cittadini e il tessuto imprenditoriale e sociale. Non siamo cambiati, siamo i responsabili di sempre”. Conte torna poi sulle vicende che hanno portato alla caduta del governo Draghi, ribadendo: “Noi non abbiamo voluto la crisi. Abbiamo posto dei temi concreti rispetto alle priorità e ai bisogni dei cittadini più urgenti. La crisi che il Paese sta attraversando è drammatica e sicuramente occorre un’azione di governo molto incisiva. Di fronte a quei temi non abbiamo avuto risposta". "Da questo punto di vista – continua - siamo rimasti sorpresi rispetto a Draghi che ha dimostrato evidentemente la volontà di andar via, di rassegnare delle dimissioni irrevocabili e anche le modalità con cui si è presentato in Parlamento per il confronto ci hanno amareggiato, perché è chiaro che è stato un atteggiamento sprezzante, non certo di chi voleva continuare”. Infine, una stoccata a Luigi Di Maio, che secondo il presidente pentastellato “ha rinunciato ai principi e ai valori che lui ha professato nel Movimento Cinque Stelle, dal doppio mandato in giù. Io non lo accuso. È lui che si è autoaccusato. Quando io ho detto che questa scissione era un elemento di chiarezza intendevo dire proprio questo: noi ci presentiamo agli elettori con coerenza ancora più di prima. Abbiamo pagato un prezzo pur di non far compromessi e non aver compromessi sui principi fondamentali”. (Roc – 29 lug)

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