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ZANDA: PRESSIONI RUSSE
SONO UN'EVIDENZA

Luigi Zanda, ex capogruppo del Pd non si ricandiderà. Lo scrive Repubblica, in un’intervista al senatore in commissione Esteri, che spiega: “Non mi candido, non perché mi sia stancato della politica, perché della politica non ci si stanca mai. Sulle alleanze Letta saprà scegliere. il problema della nostra democrazia è la disaffezione al voto: vincere l'astensionismo è molto più importante della spartizione dei collegi elettorali, perciò ci vogliono candidati credibili, che attirino al voto”. Nell’intervista al quotidiano diretto da Maurizio Molinari, Zanda parla soprattutto dell’esistenza di una pressione di Mosca per condizionare la politica italiana: “Pressioni russe sulla Lega per affondare Draghi sono verosimili, visti tra l'altro i precedenti e cioè i rapporti tra la Lega e Russia Unita, il partito di Putin”. “Se la Stampa – prosegue - pubblica la notizia dell'ingerenza russa attraverso la Lega e la conferma, e Salvini non smentisce gli incontri, allora vuol dire che è tutto vero. Sulla destabilizzazione, c'è una sfida dei sistemi autoritari alle democrazie occidentali. Sia Putin che Xi Jinping l'hanno lanciata esplicitamente. Non è solo una battaglia ideologica, ma di disinformazione, di ingerenza nei processi democratici e, come si vede in Ucraina, di brutali interventi militari”.

(30 lug – Red)

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