Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

ELEZIONI, LETTA E CALENDA
CORRONO INSIEME

Alla fine la fumata bianca è arrivata: Partito democratico e Azione/+Europa correranno insieme alle elezioni del 25 settembre, con patti chiari (anche per quanto riguarda la distribuzione delle candidature nei collegi uninominali) e senza diktat da parte di nessuno. Decisivo l'incontro di questa mattina tra Enrico Letta, Carlo Calenda e Benedetto Della Vedova, al termine del quale si è giunti, dice il segretario dem, "a una intesa che riteniamo molto importante, un patto che riguarda esclusivamente noi ma – specifica - sta all'interno di un accordo più largo con altre componenti con cui noi parleremo, e che sono fondamentali per essere vincenti nei confronti di queste destre". Di fatto, Letta stabilisce un vincolo con Calenda, ma non rinuncerà al dialogo con le parti alla sua sinistra, a cominciare da Sinistra Italia ed Europa Verde con i quali il leader di Azione, fino a ieri, aveva bisticciato sul personale e anche sul programma.

Il programma, appunto: Pd e Azione (che rinunciano a candidare i rispettivi leader nei collegi uninominali, che andranno per il 70% al Pd e per il 30 a Calenda e Della Vedova) in un documento si impegnano "alla realizzazione di impianti di rigassificazione nel quadro di una strategia nazionale di transizione ecologica virtuosa e sostenibile, a contrastare le disuguaglianze e i costi della crisi su salari e pensioni, convenendo di realizzare il salario minimo nel quadro della direttiva UE e una riduzione consistente del “cuneo fiscale” a tutela in particolare dei lavoratori" e soprattutto "a realizzare integralmente il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza nel rispetto del cronoprogramma convenuto con l’Unione europea". "Abbiamo dimostrato responsabilità che gli italiani ci chiedevano, perché non è immaginabile che dopo l'esperienza Draghi l'Italia passi nelle mani destre e di Giorgia Meloni" è il sollievo di Letta. Soddisfatto anche Calenda "perché nell'accordo c'è il chiaro riferimento a cosa è l'Agenda Draghi: ci sono i rigassificatori, c'è il salario minimo. Oggi si riapre totalmente la partita, non credo per un secondo che gli italiani siano disponibili a farsi sottomettere da una proposta che ci porta ai margini del sistema europeo, con Orban e Putin: è una scelta di dignità".

 Rimane aperta anche la porta alla sinistra del Pd, con Letta che ammette che "è evidente che esista una asimmetria tra noi e Azione-+Europa perché noi abbiamo un rapporto solido con le altre forze di centrosinistra". Il sì al rigassificatore rischia però di costituire un ostacolo insormontabile per un dialogo con Sinistra Italia ed Europa Verde: l'accordo tra Letta e Calenda, tuonano Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, "non ci riguarda, non ne condividiamo molte cose nel merito. Noi andiamo avanti per la nostra strada, da sempre impegnati a difendere la democrazia ma a dare anche un segnale per l'emergenza climatica e sociale che stiamo vivendo per dare impulso forte alle rinnovabili e folle proposta di chi vorrebbe nucleare. Va data una risposta forte sul piano sociale e la risposta sta anche nel non continuare a proporre di bruciare fonti fossili che sono responsabili dei costi delle bollette e dei forti profitti delle società energetiche. Alla luce di tutto ciò chiediamo un incontro al PD per verificare se ci sono ancora le condizioni per una intesa elettorale". (sis - 2 ago)

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