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PELOSI A TAIWAN
L’IRA DI PECHINO

PELOSI A TAIWAN <br> L’IRA DI PECHINO

La presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi è atterrata oggi a Taipei, mettendo in atto una significativa dimostrazione di sostegno a Taiwan nonostante le minacce di Pechino che promette ritorsioni per quello che giudica un inaccettabile affronto. La tappa di Pelosi a Taipei rappresenta un unicum in un quarto di secolo in quanto l’ultima volta che un presidente della Camera Usa visitò Taipei fu nel 1997 quando a Taiwan si recò Newt Gingrich, repubblicano. Pechino ha reagito duramente affermando che “gli Stati Uniti si assumeranno sicuramente la responsabilità delle conseguenze della visita e dovranno pagare il prezzo del loro attacco alla sovranità e alla sicurezza della Cina”, come ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying.

La Pelosi e la delegazione del Congresso al seguito hanno affermato, in una nota congiunta, che la visita “onora l'impegno incrollabile dell'America a sostegno della vibrante democrazia di Taiwan”. “Il nostro confronto con la leadership di Taiwan si concentrerà sulla riaffermazione del nostro sostegno al nostro partner e sulla promozione dei nostri interessi condivisi, incluso il progresso di una regione indo-pacifica libera e aperta”, si legge nella dichiarazione. “La solidarietà dell'America verso i 23 milioni di taiwanesi è oggi più importante che mai, poiché il mondo deve scegliere tra autocrazia e democrazia”.

Pechino ha risposto annunciando la messa in atto di una serie di esercitazioni militari, avvertendo che la visita della Pelosi “avrà un grave impatto sulle relazioni Cina-USA”. La presenza della terza carica istituzionale americana a Taiwan, secondo Pechino, “viola gravemente la sovranità e l'integrità territoriale della Cina". Di più. In una nota il ministero degli Esteri cinese afferma che il viaggio della Pelosi “mina gravemente la pace e la stabilità nello Stretto di Taiwan e invia un segnale gravemente sbagliato alle forze separatiste per l'indipendenza di Taiwan. La Cina – prosegue il ministero - si oppone fermamente e condanna severamente questo, e ha inoltrato una forte protesta diplomatica agli Stati Uniti".

Nel frattempo l'esercito cinese è passato in stato di "allerta alta" mentre il ministero della Difesa nazionale di Taiwan ha reso noto che nelle ultime ore 21 aerei da guerra cinesi hanno effettuato degli sconfinamenti nella zona di identificazione della difesa aerea (ADIZ) di Taipei. In risposta, l'esercito taiwanese ha lanciato delle allerte radio e ha schierato sistemi missilistici di difesa aerea per monitorare le attività dell’aviazione di Pechino. (2 AGO - deg)

 

 

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