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Voto estero, Vaccaro (SAIG): Emigrati delusi, serve più sinergia

Voto estero, Vaccaro (SAIG): Emigrati delusi, serve più sinergia

In vista delle elezioni del 25 settembre, le prime dopo l’approvazione della riforma sul taglio dei parlamentari, Carmelo Vaccaro, coordinatore della Società delle Associazioni Italiane di Ginevra e direttore de La Notizia di Ginevra ha spiegato a 9colonne come si stanno avvicinando gli italiani residenti in Svizzera a questo appuntamento, quali sono le loro intenzioni di voto e come impatterà la riduzione dei deputati e senatori sulla rappresentanza delle comunità italiane all’estero.

Il 25 settembre si voterà per rinnovare il Parlamento italiano. Sono molti ancora i dubbi sulle modalità di esercizio del diritto di voto da parte degli italiani all’estero. Quali sono, secondo lei, le principali criticità dell’attuale sistema?

“Molti connazionali sono delusi della politica di quest’ultimi 30 anni. Orfani dell’associazionismo storico, ormai all’estinzione, i connazionali non hanno più interessi a guardare la politica come un’ancora dove aggrapparsi per tutelare i propri interessi costruiti con il sudore della fronte, mettendo da parte centesimo dopo centesimo per realizzare il sogno di una casa o di un pezzo di terreno agricolo. Si sentono spremuti e presi in giro, costretti a pagare come se vivessero tutto l’anno in Italia, quando in realtà ci vivono un mese o due. Un’altra cosa che non hanno gradito è stata la legge dell’opzione inversa per le elezioni dei Com.It.Es.. Nelle ultime elezioni di dicembre 2021, ci hanno chiaramente detto che non sono disposti all’offesa di iscriversi per esercitare quello che è un diritto. Se per le politiche o per i referendum i plichi arrivano a casa degli iscritti all’AIRE, perché per eleggere l’unico organo eletto dobbiamo mendicare il diritto del voto?”.

In generale, come sono sentite, dalla comunità presente nella zona in cui vive, le elezioni degli organi italiani?

“L’emigrazione storica si ripete incessantemente che non cambia mai niente, ma comunque, magari se in pochi, si esprimono. I figli sono ormai integrati all’estero e non sono affatto interessati. Le nuove generazioni, arrivate solo da qualche anno, sono quelle che fanno la differenza nell’espressione di voto. Ricordiamoci che, in Svizzera, come ovunque nel mondo, esiste ancora una parte politica radicalmente di centrosinistra che prevale nell’espressione di voto”.

Il 25 settembre verrà eletto un Parlamento ridimensionato. Questo taglio riguarderà anche i parlamentari eletti all’estero. Come impatterà questo sulla rappresentanza dei cittadini Aire?

“Mi permetto di sottolineare che questo è un punto molto delicato. Diverse volte mi è capitato di scrivere o di richiamare direttamente i parlamentari eletti in Europa sulle loro difficoltà di rappresentare la comunità che li ha eletti perché non ascoltati o non considerati abbastanza come eletti dagli italiani all’estero. Se i 18 parlamentari chiamati a rappresentare l’altra Italia nei diversi schieramenti politici in parlamento hanno fatto gli interessi di partito e poco quelli degli insofferenti italiani che li hanno eletti, come si può pensare che il dimezzamento possa migliorare le cose? Semplice utopia! Com.It.Es., CGIE e parlamentari eletti all’estero, se creassero maggiore sinergia e collaborazione, forse, potrebbero arrivare a far sentire un po’ di più la voce di quei 6 milioni di italiani dell’altra Italia che reclama giustizia, equità e considerazione”.

Crede che il clima politico attuale potrà favorire una maggiore partecipazione degli italiani residenti fuori dai confini nazionali?

“Rimanendo allo stato attuale dove gli italiani, fuori dai confini nazionali, riscontrano diversi problemi come rinnovare un semplice documento d’identità oppure, constatare l’allontanamento degli organi eletti quale i Com.It.Es. che non hanno una legge che li rende più efficienti, un CGIE che viene quasi ignorato e una politica partitica che cambia approcci con la diplomazia, non credo che possa favorire qualsiasi tipo di partecipazione degli italiani all’estero. L’orgoglio di essere italiani è sempre presente nell’italiano all’estero, questo sentimento prezioso lo trasmette ai propri figli, ma non si può pretendere ascolto da un sordo muto che chiede tanto e dà poco. In conclusione, il clima politico attuale dimostra un avido desiderio di potere politico che si trasmette anche all’estero. Questa particolare patologia, tutta italiana, non è molto gradita tra di noi, dal momento che le politiche che siamo abituati a vivere in Svizzera e in Europa, esulano da queste tematiche di potere per il mero potere”. (Par - 6 ago)

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