Emiliana, o meglio modenese purosangue, un’energia al limite del contagioso, una passione smodata per la cucina e le tradizioni della propria terra, tanto da spingerla a una sorta di “missione”: portare la cucina di Modena nel cuore (e nelle pance) dei francesi. Lei è Marianna Mazzetto, 46 anni, titolare della gastronomia “La Marianna” che ha aperto da pochi giorni a Levallois-Perret, pochi metri dal diciassettesimo arrondissement di Parigi. Una scelta coraggiosa e fuori dal comune; il motivo lo spiega la stessa Marianna a 9Colonne: “La cucina emiliana e quella modenese sono poco conosciute in Francia. Qui vanno le gastronomie siciliane, sarde, pugliesi, tanto che i francesi pensano che la cucina italiana sia tutta riconducibile a quella del Sud Italia”. Una convinzione che ha spinto Marianna Mazzetto a sfoderare l’artiglieria pesante dell’arte culinaria all’ombra della Ghirlandina: aceto balsamico di Modena, Parmigiano Reggiano stagionato fino a 60-70 mesi, salumi, gnocco fritto e tigelle, Lambrusco, il tutto grazie alla proficua collaborazione con fornitori e amici made in Modena e alle sue sapienti mani. “La mia idea è quella delle botteghe di una volta, quelle gastronomie dal sapore antico dove trovare prodotti da scoprire e piatti già pronti. I clienti francesi sono curiosi; certo, il prodotto glielo devi spiegare bene. Però, una volta convinti, lo comprano sulla fiducia, non si fanno problemi a provare qualcosa di nuovo. Poi ci sono quei clienti con i quali ci si commuove, come gente emigrata da Modena, da Campogalliano, che si trova davanti i sapori con i quali sono cresciuti con le loro nonne. Pensa che un giorno mi è entrata in negozio una cliente di origini ferraresi e ha visto esposto un pane tipico delle sue zone (ovviamente, se il cibo modenese ha la precedenza, Marianna ha scelto di dare spazio anche ad altre piacevolezze della cucina italiana, come i tortelli di zucca mantovani o i pizzoccheri della Valtellina, ndr): non scherzo quando dico che è scoppiata in lacrime di gioia”. Non solo lacrime, ovviamente, anche perché il suo motto è “Mangia, bevi, ridi”.
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