Tra il 3 e il 25 novembre, l'Istituto Italiano di Cultura di Hong Kong e l'Hong Kong Arts Centre propongono una significativa retrospettiva di Lina Wertmüller, a poco meno di un anno dalla sua scomparsa. Prima donna a essere nominata per la migliore regia agli Oscar, era molto di più di una semplice cineasta legata all’establishment statunitense: i suoi film schietti, capaci di esprimere le contraddizioni politiche e culturali dell’Italia, rendono la Wertmüller una pioniera del cinema italiano che con la sua carriera ha saputo regalarci veri e propri cult del cinema internazionale. Amata e al contempo odiata dalla critica, è stata una regista riconosciuta anche da critici “duri” del calibro di John Simon, il quale la definì “la più grande direttrice di film dopo Bergman”. Oltre ad un'ampia scelta dei suoi film, la retrospettiva propone il documentario di Valerio Ruiz, "Dietro gli occhiali bianchi", che contiene, oltre ad un'attenta ricostruzione della vicenda umana e artistica della Wertmüller (di cui Ruiz è stato collaboratore per lunghi anni), testimonianze di molti e grandi personaggi dello spettacolo, quali Mariangela Melato, Sophia Loren, Giancarlo Giannini, Harvey Keitel e Martin Scorsese. Alla fine della proiezione del documentario, il 25 novembre (alle 15,30 ora italiana) Ruiz parteciperà, da remoto, ad un incontro con il pubblico. Il programma include: I basilischi; Questa volta parliamo di uomini; La storia de Belle Starr (Il mio corpo per un poker); Mimì metallurgico ferito nell'onore; Amore e anarchia (Film d'amore e anarchia); Tutto a posto e niente in ordine; Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto; Pasqualino settebellezze; La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte piena di pioggia; Io speriamo che me la cavo; Dietro gli occhiali bianchi. La retrospettiva sarà proiettata dal 3 al 25 novembre, al Louis Koo Cinema, Hong Kong Arts Centre.