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Femminicidio, Valente: bicamerale è salto qualità, ora parlare di cultura e gender pay gap

Roma, 1 feb - Con l'ok definitivo all'istituzione della commissione bicamerale sul femminicidio, "posso esprimere una soddisfazione sincera, sentita e appassionata, perché questo è anche il risultato del lavoro già fatto e che consente di fare un salto di qualità. Pensare che nei prossimi anni ci sarà una commissione che può parlare a nome di Camera e Senato significa avere una parola più autorevole, condivisa e più forte a sostegno di tutte le donne che continuano purtroppo a subire violenza". Valeria Valente, senatrice del Partito democratico, è la presidente uscente della Commissione Femminicidio, che ha operato solamente al Senato nella scorsa legislatura. E oggi può festeggia doppio: non solo la commissione è stata nuovamente istituita, ma questa volta sarà bicamerale. L'ennesima testimonianza di attenzione al tema della violenza di genere da parte del Parlamento, anche se, ricorda Valente, la parte legislativa non basta per sradicare il problema "Dal punto di vista repressivo-punitivo, bisogna ricordarlo, abbiamo fatto dei passi da gigante" passando "dal delitto d'onore in vigore ancora fino al 1981, al mutuare dal codice antimafia misure che limitano la libertà personale di un soggetto prima ancora che sia avviato un procedimento a suo carico". Insomma, spiega Valente, "abbiamo fatto veramente, dal punto di vista giudiziario, tanti passi avanti. Ma se guardiamo ai risultati capiamo che il percorso da fare non può essere solo quello repressivo, ma culturale".

Ad esempio, spiega Valente, "perché non viene utilizzato il braccialetto elettronico, se la norma lo consente e vi è disponibilità? Il tema è la cultura di chi deve decidere se richiederlo, o autorizzarlo. E per farlo bisogna credere al racconto della donna, valutare il rischio che corre quella donna, credere nella pericolosità sociale del soggetto. Per fare tutto questo c'è bisogno di una adeguata formazione e specializzazione". C'è bisogno, anche, di ridurre l'importante gender pay gap presente in Italia: "Ormai è assodato che la violenza maschile non è più considerata frutto di un raptus, ma l'espressione di una sperequazione di potere molto forte, una asimmetria in cui un uomo pensa di poter disporre del corpo di una donna e così affermare il suo modo di stare al mondo. Se noi non aggrediamo alla radice il problema non riusciremo mai a sradicarlo veramente – conclude Valente - L'unico modo per equilibrare questa asimmetria è mettere sullo stesso piano gli uomini e le donne, costruire relazione paritarie che passino per l'affermazione dell'autonomia e dell'autosufficienza anche economica delle donne".
(PO / Sis)

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