Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

ULTIMO MICROMEGA
CON DIREZIONE D’ARCAIS

ULTIMO MICROMEGA <BR> CON DIREZIONE D’ARCAIS

Compiuti 80 anni lo scorso luglio, Paolo Flores d’Arcais ha passato il testimone della direzione di MicroMega a Cinzia Sciuto, che ha assunto l’incarico a partire da questo mese. Per segnare questo passaggio importante sia nella storia della rivista sia nella vita culturale e politica del paese, la rivista esce oggi con un numero speciale (in vendita al prezzo eccezionale di 20 euro), l'ultimo firmato da Flores d'Arcais in qualità di direttore: in 300 pagine, 70 personalità del mondo della cultura, della politica, della giustizia, dell’informazione raccontano il loro rapporto con la rivista, ripercorrendo contemporaneamente quasi quarant’anni di storia politica e culturale italiana. Si va da Aldo Tortorella, che coglie l’occasione per tornare su alcuni snodi storici particolarmente rilevanti e per suggerire, di fronte a sconfitte così brucianti come quelle subite dalla sinistra italiana ed europea, l’opportunità di un ripensamento, al cardinale Matteo Maria Zuppi, che spiega come MicroMega sia stata per lui una grande palestra di dialogo e di discernimento; da Stefano Disegni, che racconta di aver incontrato MicroMega e di non averla lasciata più, a Mark Lilla, che tratteggia una riflessione sul ruolo degli intellettuali; da Luca Tescaroli, che definisce la rivista “patrimonio culturale del paese”, a Telmo Pievani, che invita i rivoluzionari di tutto il mondo a leggere Nature, Lancet e MicroMega; per arrivare a Maurizio de Giovanni, che racconta perché MicroMega gli è necessaria per restare vivo; mentre la neodirettrice Cinzia Sciuto ricostruisce i suoi primi passi in redazione e confessa cosa del direttore uscente spera di ereditare. C’è poi chi, avendovi partecipato, ha scelto di parlare di alcuni momenti della genesi della rivista: è il caso di Lucio Caracciolo, che ricordando quei giorni parla di sé come del mozzo della nave MicroMega al suo varo, e Luigi Zanda, che racconta di come il giorno dell’uscita del primo numero Eugenio Scalfari, palleggiando il volume tra le mani, si voltò verso di lui e gli disse: “Un bel mattone!”. Non mancano ovviamente gli amici di una vita e firme storiche della rivista: Simona Argentieri, Massimo Cacciari, Luciano Canfora, Gian Carlo Caselli, Giorgio Cesarale, Marco d’Eramo, Irena Grudzińska Gross, Gloria Origgi, Francesco ‘Pancho’ Pardi, Pierfranco Pellizzetti, Roberto Scarpinato, Gustavo Zagrebelsky. Nonché un nutrito parterre di giornalisti: Corrado Augias, Gianni Barbacetto, Pierluigi Battista, Paolo Berizzi, Piero Colaprico, Furio Colombo, Pino Corrias, Marco Damilano, Ferruccio de Bortoli, Mattia Feltri, Alessandro Gilioli, Włodek Goldkorn, Ezio Mauro, Josep Ramoneda, Norma Rangeri, Claudio Sabelli Fioretti, Michele Serra. E ancora, a riprova della trasversalità della rivista in tutti i campi del sapere, della cultura, dell’impegno e dell’arte: Valentina Alferj, Marco Benedetto, Alfonso Berardinelli, Mimmo Calopresti, Marco Cappato, Francesco e Giuditta Cordero, figli del grande intellettuale Franco Cordero che con MicroMega collaborò intensamente, Piercamillo Davigo, Carlo De Benedetti, Beppino Englaro, Maurizio Ferraris, Rino Formica, Giovanni Fornero, Massimiliano Fuksas, Carlo Galli, Miguel Gotor, Giovanni Grasso, Valerio Magrelli, Riccardo Mannelli, Dacia Maraini, Giampiero Mughini, Vincenzo Paglia, Valeria Parrella, Corrado Passera, Stefano Petrucciani, Filippo Sensi, Mario Sesti, Carlo Severi, Pere Vilanova. E persino qualche “antipatizzante” come Ernesto Galli della Loggia e Lucetta Scaraffia. Intransigente, radicale, urticante, eretica: sono tra gli aggettivi che più spesso ricorrono per definire la rivista e con essa Paolo Flores d’Arcais (anche se la definizione più bella è quella di “due volte stronzo”, Craxi dixit come ricorda Sabelli Fioretti su queste pagine) che chiude l’esperienza da direttore con un commiato di lotta e di speranza nel quale ripercorre la sua vicenda politica e intellettuale e con essa non solo la storia della rivista (da lui co-fondata nel 1986 insieme a Giorgio Ruffolo), ma quella di un intero paese: dal rapporto con il Pci e il Psi di Craxi alla candidatura di Romano Prodi contro Silvio Berlusconi (di fatto anticipata da un intervento su MicroMega), dal sostegno al pool di Mani pulite e alle battaglie antimafia di Falcone e Borsellino ai girotondi con Pancho Pardi e Nanni Moretti. (26 set – red)

 

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