Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

MO, GALLANT: IN LIBANO
NESSUNA TREGUA

MO, GALLANT: IN LIBANO <BR> NESSUNA TREGUA

Nonostante gli appelli della comunità internazionale a una tregua in Libano, per il momento il cessate il fuoco non sembra che sia dietro l’angolo. A ribadirlo questa mattina, in un videomessaggio destinato alle truppe di stanza a Safed, in Galilea, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha affermato che le forze con la Stella di David stanno colpendo duramente Hezbollah e continueranno a farlo finché non verrà ripristinata la sicurezza nel nord. “Abbiamo colpito Hezbollah molto duramente nell'ultimo anno – ha detto Gallant - e in particolare nelle ultime settimane”. Dunque, “Continueremo e aumenteremo questo sforzo: abbiamo in programma di portare sicurezza nella città a nord e di far tornare a casa in sicurezza coloro che sono stati evacuati”.

Sul fronte diplomatico, va comunque detto che il premier Benyamin Netanyahu ha al momento confermato la partecipazione dei rappresentanti dello Stato ebraico alle discussioni sul cessate il fuoco fortemente spinte dagli Stati Uniti. In una serie di messaggi pubblicati su X, l'ufficio del primo ministro si è “impegnato” a tenere colloqui su questa proposta. “A causa della diffusa disinformazione riguardo all’iniziativa di cessate il fuoco guidata dagli Stati Uniti, è importante chiarire alcuni punti – viene argomentato da Tel Aviv –. All’inizio di questa settimana, gli Stati Uniti hanno informato Israele della loro intenzione di proporre, insieme ad altri partner internazionali e regionali, un piano per un cessate il fuoco in Libano. Israele condivide gli obiettivi dell’iniziativa guidata dagli Stati Uniti per consentire ai residenti lungo il nostro confine settentrionale di tornare a casa sani e salvi. Israele apprezza gli sforzi degli Stati Uniti a questo riguardo, poiché il ruolo americano è indispensabile per promuovere la stabilità e la sicurezza nella regione. I nostri team si sono incontrati giovedì 26 settembre per discutere dell’iniziativa statunitense e di come possiamo portare avanti l’obiettivo comune di riportare le persone a casa in sicurezza. Continueremo queste discussioni nei prossimi giorni”.

Mercoledì, gli Stati Uniti e la Francia avevano avanzato la proposta di un cessate il fuoco di ventuno giorni tra Israele e Hezbollah, per evitare un’escalation su scala regionale in Libano ma ieri Giovedì Netanyahu ha dichiarato che l’esercito continuerà la lotta contro Hezbollah “con tutta la forza necessaria”. Da parte sua, la Casa Bianca ha spiegato ieri che l'appello per il cessate il fuoco in Libano è stato lanciato "in coordinamento" con Israele. Secondo la portavoce dell’amministrazione Biden, Karine Jean-Pierre, “La Casa Bianca e i suoi alleati non credono che la guerra totale sia la soluzione. Questo non è quello che vogliamo vedere”. Da parte sua, il segretario di Stato americano Antony Blinken, aveva dichiarato al ministro israeliano per gli affari strategici Ron Dermer che un'ulteriore escalation del conflitto in Libano non farebbe altro che rendere più difficile il ritorno a casa dei civili su entrambi i lati del confine.

Nel frattempo, questa mattina l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), ha affermato che più di 30mila persone, in grande maggioranza siriani, sono fuggite dal Libano in Siria nelle ultime 72 ore. I rifugiati sono per l'80% siriani e per il 20% libanesi, ha affermato il rappresentante dell'UNHCR in Siria, Gonzalo Vargas Llosa. La metà sono bambini e adolescenti e più di un quarto sono donne. “Si stanno spostando da un Paese in guerra a un Paese immerso in un conflitto da 13 anni, una scelta estremamente difficile”. (27 SET - deg)

(© 9Colonne - citare la fonte)