"La ricerca scientifica è il classico esempio della sfida all'impossibile – ha affermato Mastandrea – e ha l'obiettivo di dare risposte quotidiane ai pazienti e ai cittadini, anche se il processo risulta piuttosto lungo e costoso. Si parte dalla prima fase che vede lo screening di circa 10mila molecole in cui si valuta la tossicità e la tollerabilità da parte del corpo umano; quindi, si ricerca la giusta dose per rendere efficace il farmaco e, infine, nell'ultima fase la reale efficacia sui pazienti prima di mettere il prodotto sul mercato. Tra l'inizio e la fine del percorso, però, possono passare anche 15 anni e si possono spendere oltre 2,5 miliardi di euro. Per dare un'idea della sfida all'impossibile del nostro settore è come se in una partita di pallone per fare un solo gol fossero necessari 10mila tiri in porta. In questo ambito sono molto importanti il fallimento, perché fonte di insegnamento e la multidisciplinarietà dell'approccio: avere diverse professionalità nei nostri laboratori ci ha permesso di sviluppare un trattamento cutaneo per la vitiligine partendo da una molecola inizialmente pensata per la medicina oncologica". Se i farmaci sono da tempo entrati nella nostra quotidianità, l'intelligenza artificiale tuttora è spesso vista con sospetto. Savevski ha spiegato l'evoluzione della narrazione dell'intelligenza artificiale che sta passando alla fase "generativa" con algoritmi, software e modelli che possono impattare molto positivamente sul percorso di cura delle persone. I tempi e gli investimenti sono meno importanti rispetto a quelli della ricerca, ma la sostenibilità costituisce comunque un grosso punto di domanda per il suo utilizzo. L'intelligenza artificiale può sviluppare algoritmi e modelli che vengono applicati in ospedale ma, oltre ai problemi legati alla privacy, ci sono quelli legati ai costi. Al momento non ci sono a livello mondiale modelli pensati per finanziare gli algoritmi che consumano molta energia e, se applicati a ogni singolo paziente, i loro costi aumenterebbero a dismisura. Il Wired Next Fest Trentino è organizzato da Wired Italia in partnership con Trentino Marketing per conto della Provincia autonoma di Trento - Assessorato Sviluppo Economico, Lavoro, Università e Ricerca, Trentino Sviluppo, Comune di Rovereto, APT Rovereto, Vallagarina e Monte Baldo. Insieme alla redazione di Wired Italia, hanno contribuito alla costruzione del palinsesto la Fondazione Bruno Kessler, la Fondazione Edmund Mach, Fondazione Caritro, l’Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa - IPRASE, il MUSE - Museo delle Scienze e la Fondazione Hub Innovazione Trentino. (28 set-red)
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