Malgrado il decreto che dispone che qualsiasi unità immobiliare destinata alla locazione turistica debba munirsi del CIN, ovvero il Codice Identificativo Nazionale, specifici dispositivi di sicurezza e la presentazione al Comune di appartenenza della Segnalazione Certificato di Inizio Attività (SCIA), sia in vigore da 10 giorni in Italia 1 host su 5 non ha adempiuto all’obbligo di legge. I dati del Ministero del turismo (aggiornati al 9 gennaio 2025) evidenziano come delle 575.573 strutture al momento registrate in Italia ne risultano registrate 461.115, ovvero l’80% circa. “Il restante 20%, ovvero ad oggi ben 114.458 strutture risultano fuorilegge” osserva leggendo i dati l’avv. Gennaro Sposato esperto in materia per lo studio multinazionale interdisciplinare Rodl & Partner. A queste peraltro vanno aggiunte quelle completamente abusive non registrate nei sistemi circa le quali non vi è un dato che non sia una generica stima.
Accertamenti sono in corso, come raccontano le cronache locali, in tutta Italia con controlli che toccano grandi città così come piccoli borghi. Per quanti saranno accertati irregolari scattano ora le sanzioni che “per un immobile privo del CIN possono arrivare a 8mila euro – spiega l’avvocato Sposato – mentre la mancata esposizione è sanzionata con una pena pecuniaria che va da 500 a 5mila euro. L’assenza di estintori e rilevatori obbligatori è sanzionata con una multa che può arrivare fino a 6mila euro, ma attenzione – ammonisce l’avvocato – per violazione accertata. L’insussistenza dei requisiti di sicurezza obbligatori è poi sanzionata secondo le disposizioni regionali o statali”.