Dalla guerra del grano a quella della pasta. A dichiararla, come scrive L’Altravoce, i produttori italiani pronti a bloccare già dal prossimo gennaio l'esportazione di spaghetti e maccheroni sul mercato americano. Una risposta forte ai dazi antidumping imposti dagli Usa che sommati al 15% che riguarda tutti i prodotti fanno schizzare al 107% le tariffe. Le industrie pastaie italiane non ci stanno e sono pronte a passare alle vie di fatto. E così dopo il primo sì incassato dalla cucina italiana come patrimonio dell'Unesco (il verdetto finale è atteso a metà dicembre) negli Stati Uniti rischia di sparire il piatto tra i più iconici della cucina tricolore. Ad annunciare la decisione degli industriali italiani è stato il Wall Street Journal in un articolo in cui afferma che "la pasta italiana è destinata a sparire dai supermercati Usa" perché gli esportati non ritengono più conveniente spedire i pacchi che diventerebbero troppo costosi. Le aziende hanno chiesto al Dipartimento del Commercio statunitense di rivedere la decisione e anche la Commissione europea è schierata sul fronte italiano. Inoltre il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è impegnato nella trattativa e ha creato una task force diplomatica anti dazi. E’ ad alto rischio resta così un settore chiave per l'agroalimentare italiano che nel 2024 ha realizzato una produzione di oltre 4 milioni di tonnellate, in aumento del 5% sul 2023. Il motore della pasta made in Italy è l'export che lo scorso anno ha messo a segno un aumento di oltre 119% sull'anno precedente. Coldiretti ha calcolato che per le famiglie americane il costo di un piatto di pasta raddoppierebbe e in questo modo si spalancherebbero le porte all'Italian sounding che per tutti i prodotti alimentari negli Usa vale 40 miliardi dei 120 miliardi rilevati in tutto il mondo. Nel 2024 le spedizioni di pasta negli States hanno superato i 671 milioni di euro. (12 nov - red)
(© 9Colonne - citare la fonte)



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