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direttore Paolo Pagliaro

La stagione
dell’eurodeclino

La stagione <br> dell’eurodeclino

di Paolo Pagliaro

Quella che andrà a votare all’inizio di giugno sarà un’Europa sempre più disuguale e sempre meno protagonista sulla scena del mondo. Lo dicono i dati, molto eloquenti, del rapporto sullo stato dell’Unione rilasciato oggi al Censis. Quindici anni fa (nel 2007)  il Pil dell’Unione a 27 era il 17,7% di quello mondiale, oggi è il 14,5. Sempre quindici anni fa gli europei erano il 6,5% della popolazione mondiale, oggi sono il  5,6. Visto il trend demografico, tra quarant’anni non basteranno tutti gli europei per fare gli abitanti della sola Nigeria.
In questo generale declino, accade che un terzo della popolazione europea, 151 milioni di persone, abbia visto diminuire il proprio reddito reale e il tenore di vita familiare. Il Censis lo chiama declassamento sociale. I processi di arretramento più gravi si registrano in Grecia, Italia e Spagna. Per quanto riguarda l’Italia, la forbice delle disuguaglianze è amplissima. Si oscilla dal valore minimo del Pil pro capite della Calabria che è il 41% in meno rispetto al dato medio nazionale, a quello di Bolzano che è il 65% in più. E ci sono 6 regioni - Calabria, Sicilia, Campania, Puglia, Sardegna e Molise - in cui ancora si misura un Pil pro capite di gran lunga inferiore al  valore medio europeo.
Dice il Censis che il  declassamento storico e sociale che ha investito l’Europa a partire dal 2008, è all’origine della crescente disaffezione verso la politica. Ne avremo una conferma in giugno, quando – stando alle previsioni - andrà a votare per il rinnovo del Parlamento europeo soltanto la metà degli elettori.

(© 9Colonne - citare la fonte)