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direttore Paolo Pagliaro

75 ANNI FA LA TRAGEDIA
DEL ‘GRANDE TORINO’

 75 ANNI FA LA TRAGEDIA <BR> DEL ‘GRANDE TORINO’

Un atto d’amore verso il calcio, lo sport e i suoi valori attraverso un viaggio suggestivo e toccante nel passato del nostro Paese.  Tra interviste, approfondimenti, ricostruzioni e numerose sorprese, il podcast "Il Grande Torino - Una cartolina da un Paese diverso", un progetto di Gianfelice Facchetti e Gipo Gurrado (curatrice anche di audio e montaggio) in collaborazione con Indiehub - da oggi su RaiPlay Sound - si snoda in cinque puntate e coinvolge numerosi protagonisti dello sport, storici, giornalisti, campioni del passato e del futuro. “Una ricostruzione storica appassionata e coinvolgente, omaggio alle generazioni che nel dopoguerra hanno ricostruito l’Italia – si legge nella presentazione -. Facchetti parte dalla memoria materiale, quella custodita gelosamente negli oggetti ritrovati dopo il tragico incidente aereo: scarpe, indumenti da gioco, una tuta, calzettoni, una fascia da capitano”. Nelle valigie recuperate tra i rottami dell’aereo FIAT G.212, che il 4 maggio 1949 si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica di Superga, che sorge sulla collina torinese, “c’erano tante di queste cose, ma anche molto di più: c’erano i sogni ritrovati di una generazione e di un Paese intero. Spostiamo indietro il calendario e sfogliamo l’album dei ricordi, un raccoglitore di immagini: prima cartolina, seconda, terza, fino a ritrovare le radici, i luoghi e i protagonisti di una pagina di storia rimasta indelebile agli occhi della memoria. Il Torino era una cartolina da un luogo in cui le valigie della gente non contenevano nulla perché erano state svuotate dalla guerra, erano povere, da riempire ancora di tutto: di cose materiali, indispensabili, di rivalsa, di sogni, di vita. Per questo, il 4 maggio 1949 non crollò solamente il cielo sopra una città ma venne giù tutto, un lutto così potente da cancellare ogni slancio di avvenire. Ricordarlo a 75 anni esatti da quel giorno terribile vuol dire riannodare i fili del tempo e restituirci un frammento di ciò che siamo stati e in qualche maniera vorremmo un po’ tornare ad essere”. Nell'incidente perse la vita l'intera squadra del Torino, vincitrice di cinque scudetti consecutivi dalla stagione 1942-1943 alla stagione 1948-1949 e che costituiva la quasi totalità della Nazionale italiana. Nell'incidente morirono anche i dirigenti della squadra e gli accompagnatori, l'equipaggio e tre noti giornalisti sportivi italiani: Renato Casalbore (fondatore di Tuttosport); Renato Tosatti (della Gazzetta del Popolo, padre di Giorgio Tosatti) e Luigi Cavallero (La Nuova Stampa). resti dell'aereo, tra cui un'elica, uno pneumatico e pezzi sparsi della fusoliera, ma anche le valigie di Mazzola, Maroso ed Erbstein, sono conservati nel Museo del Grande Torino e della leggenda granata, ospitato nella prestigiosa Villa Claretta Assandri di Grugliasco, inaugurato il 4 maggio 2008 nel 59mo anniversario della tragedia. Sette dei diciotto calciatori sono sepolti presso il Cimitero Monumentale di Torino; altri dieci giocatori sono stati invece sepolti presso i propri comuni d'appartenenza, dopo aver ricevuto delle seconde esequie in forma privata. La salma di Eusebio Castigliano, che originariamente si trovava nel capoluogo piemontese, negli anni Novanta è stata traslata nel cimitero del suo paese d’origine, Carmagnola, a pochi chilometri da Torino. Calciatori a parte, tutti coloro che si trovavano nell'aereo sono stati sepolti nel cimitero della città, con le uniche eccezioni dell'allenatore inglese Leslie Lievesley e dei membri dell'equipaggio, per un totale di quindici salme: undici di esse, fra le quali quelle di sei calciatori, riposano insieme nello stesso loculario ubicato nella Quinta Ampliazione (4 mag – red)

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