Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

'Gli aspetti irrilevanti',
il romanzo
di Paolo Sorrentino

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

'Gli aspetti irrilevanti', <br> il romanzo <br> di Paolo Sorrentino

“GLI ASPETTI IRRILEVANTI” DI PAOLO SORRENTINO

Cosa hanno in comune la vita di Elsina Marone, miliardaria, impareggiabile ancheggiatrice e una breve esperienza da pilota di Formula 1, e quella di Salvatore Varriale detto (dai nemici) 'a Libellula, boss della camorra nascosto (dagli amici) in uno scantinato del casertano? E quelle di Peppino Valletta, romantico cantante di piano-bar, che vive per il figlio disabile, e di Linda Giugiù, imbattibile, o quasi, al tavolo da poker? O ancora quelle di Aristide Perrella, inesorabile e mostruosa forza della natura, di Donna Emma, perfida viceportiera in un signorile stabile sulla panoramica di Napoli, di Girolamo Santagata, "avvocato romano e misantropo internazionale", di Enza Condé, scienziata di fama planetaria, di Marco Valle, bolognese e taciturno, e di Settimio Valori, "infaticabile patrocinatore di se stesso e uomo di sconcertante banalità"? Hanno in comune che sono, appunto, vite. E come ogni vita sono composte di tutte le cose che ci sembrano decisive e non lo sono, di sparuti momenti di felicità e abissi di dolore, di una apparente monotonia rotta da squarci di luce e grazia, da illuminazioni improvvise, da migliaia di aspetti forse irrilevanti ma non per questo secondari. Partendo dai ritratti del fotografo Jacopo Benassi, Paolo Sorrentino immagina l'esistenza delle persone immortalate, senza conoscere i loro nomi, le loro generalità, che cosa facciano o abbiano fatto. E il risultato è un libro eccezionale, “Gli aspetti irrilevanti” (Mondadori) in cui Sorrentino è straordinario nella capacità di alternare i registri e i contenuti, passando nel giro di una frase dal dolore al riso, dalla commozione all'ironia, raccontando senza soluzione di continuità storie d'amore, di solitudine e di amicizia, commedie, melodrammi, tragedie e farse. I personaggi del libro si dispongono così l'uno accanto all'altro e sembrano interagire a distanza, come le figure che compongono un grande, meraviglioso affresco il cui soggetto è la vita stessa, figure non indispensabili se prese singolarmente ma fondamentali all'armonia e alla forza del dipinto. E chiusa l'ultima pagina, Gli aspetti irrilevanti appare per quello che è: un grande meraviglioso romanzo corale sull'esistenza umana. Paolo Sorrentino è nato a Napoli nel 1970. Ha scritto e diretto i film L'uomo in più (2001), Le conseguenze dell'amore (2004), L'amico di famiglia (2006), Il divo (2008, Premio della giuria al Festival di Cannes), This Must Be the Place (2011), La grande bellezza (2013, Premio Oscar, Premio BAFTA e Golden Globe per il miglior film straniero), Youth - La giovinezza (2015) e la serie televisiva The Young Pope (2016). Nel 2010 ha pubblicato, ottenendo un grande successo di critica e pubblico, il suo primo romanzo, Hanno tutti ragione (Feltrinelli, finalista Premio Strega), in cui debutta il personaggio di Tony Pagoda, ripreso due anni più tardi nella raccolta di racconti Tony Pagoda e i suoi amici (Feltrinelli, 2012). (

 

 

“SAMARCANDA” DI FRANCO CARDINI

Nessuna città ha un nome così evocativo: appena lo pronunci l’Oriente t’assale. Samarcanda è l’estrema tra le Alessandrie fondate dal re macedone; è la città delle fortezze e dei sepolcri; è il nodo carovaniero sulla Via della Seta, il maggior raccordo commerciale di terra fra Cina ed Europa; è la sede del Gur-Amir, tempio e santuario, centro del mondo dalla cupola turchese sotto la quale il grande Tamerlano dorme per sempre. Parla una lingua in cui coesistono e si contrappongono tre alfabeti - cirillico, latino, arabo - come specchio della lotta tra chi ancora guarda al vecchio colonizzatore russo, chi sostiene l’islamizzazione e chi vorrebbe giocare sino in fondo la carta dell’occidente. A Samarcanda è dedicato l’ultimo libro di Franco Cardini, “Samarcanda. Un sogno color turchese” (Il Mulino). Franco Cardini è professore emerito di Storia medievale nell’Istituto Italiano di Scienze Umane e Sociali/Scuola Normale Superiore; è Directeur de Recherches nell’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi e Fellow della Harvard University. Per il Mulino ha tra l’altro pubblicato “Gerusalemme” (2012), “Istanbul” (2014), “Andare per le Gerusalemme d’Italia” (2015) e “Onore” (2016).

 

UN CATALOGO D'AUTORE DI PREGIUDIZI E LUOGHI COMUNI

…L’abito non fa il monaco; I bambini sono buoni; Con la cultura non si mangia; La democrazia è il governo del popolo; Le donne non sanno guidare; I giovani non leggono; Le ideologie sono morte; Gli immigrati ci rubano il lavoro; Gli insetti sono bestie schifose; L’islam è intollerante; Il jazz è difficile; La letteratura italiana è morta; La mafia è invincibile; Di mamma ce n’è una sola; Non ci sono più le mezze stagioni; La musica classica va ascoltata in silenzio; Il Nord ha colonizzato il Sud; Il pesce fa bene alla memoria perché contiene fosforo; I politici sono tutti ladri; Il pubblico ha sempre ragione; La rete non ha padroni; La salute non ha prezzo; Il Sud vive alle spalle del Nord; Gli uomini sono tutti uguali… Sono alcuni dei luoghi comuni e pregiudizi in cui si riflette nel volume collettaneo “Il pregiudizio universale. Un catalogo d'autore di pregiudizi e luoghi comuni” (Laterza). “Sono tutte quelle cose che ognuno di noi crede di sapere sulla base non di una vera informazione, ma di una percezione più o meno passivamente condivisa – si legge nell’introduzione di Giuseppe Antonelli - Come recita un facile aforisma, d’altronde, il pregiudizio peggiore è quello di chi crede di non avere pregiudizi”.

 

 

“VERSO UN MONDO MULTIPOLARE” DI PIERLUIGI FAGAN

Quello in cui viviamo è un mondo sempre più complesso; in poco più di un secolo la popolazione è passata da 1,5 a più di 7 miliardi e secondo le stime demografiche entro il 2050 arriverà a 10. Anche gli Stati nel giro di cinquant’anni sono quadruplicati, passando da 50 a oltre 200. Il nostro establishment politico, economico e finanziario, come nella Francia di Maria Antonietta, pare avulso dalla realtà dei popoli e inadeguato ad affrontare i profondi cambiamenti che stanno investendo il pianeta. All’aumentare della complessità del mondo corrisponde una progressiva perdita di credibilità dei piloti, quell’élite occidentale a cui nessuno riconosce più il suo ruolo di guida. Allo stesso tempo, con la crisi della globalizzazione acquisiscono nuova importanza gli Stati, le unioni, gli accordi bilaterali, il giusto mix di hard e soft power, l’equilibrio tra i diversi attori. “Verso un mondo multipolare. Il gioco di tutti i giochi nell'era Trump” di Pierluigi Fagan (Fazi editore) esamina lo scacchiere internazionale attingendo alle forme di pensiero della cultura della complessità e dei sistemi. Il risultato è un’analisi condotta su diversi livelli dei punti di forza e debolezza sia degli attori tradizionali (USA, Cina, Russia ed Europa), sia dei nuovi centri emergenti, tutti impegnati nel grande gioco di tutti i giochi: assicurarsi le migliori condizioni di possibilità per accedere a un futuro in cui cambieranno molte cose. Un mondo in cui se l’Europa non troverà in fretta una sua chiara collocazione finirà per essere una pedina all’interno di un gioco a tre: Cina, Russia e America. Un mondo nuovo per il quale sono necessari un agire e un pensare inediti. Forse avremmo tutti preferito vivere in un’epoca quieta e prevedibile in cui svolgere la nostra esistenza alla ricerca del miglior beneficio personale, contando sul fatto che le più ampie strutture del mondo in cui viviamo sarebbero rimaste tra loro organiche e funzionali. Ma non è andata così. Pierluigi Fagan ha lavorato per più di vent’anni come manager di multinazionali e poi come imprenditore. Ritiratosi dal lavoro, ha poi intrapreso un lungo periodo di intensa ricerca intorno al concetto di complessità, declinata in vari campi di studio. Questo primo libro è anche frutto di una ricerca che dura ormai da tredici anni. Scrive per il suo blog (pierluigifagan.wordpress.com) sul concetto di complessità (in senso filosofico, economico, politico e geopolitico) e i suoi articoli compaiono su diverse riviste online. (Red)

 

 

“LA ZECCA E LA ROSA” DI MAURIZIO MAGGIANI

“La zecca e la rosa” di Maurizio Maggiani (Feltrinelli) è un libro illustrato ed elegante che ci restituisce l’intimità con le cose della natura, che sanno diventare, attraverso l’occhio e la poesia dell’autore, cose della vita, cose del mondo. Gatti, uccellini, campi e orti, tenerezza dei mattini e violenza dei cieli: Maggiani ci accompagna dentro le piccole cose che rendono la vita migliore, più vera. Ed è lui stesso che ce lo racconta così: “Sono nato in un paese di campagna nel cuore della miseria degli anni cinquanta, sono stato cresciuto alla confidenza con tutto ciò che ha vita e va bene per la vita, chi mi ha educato aveva più parole per le piante e le bestie che per i cristiani, mi è stato insegnato a guardare e ascoltare e odorare e toccare ogni creatura e capire cosa ne veniva di buono e cosa di cattivo, evitando con cura di disturbare Creato e Creatore. Niente era mio, ma sono stato principe degli orti e barone dell’uva fragola, re dei fossi e granduca dei pesciolini che ci nuotavano dentro. Sono tornato a vivere nella campagna, i miei vicini sono tutti quanti contadini e continuano a parlare più volentieri con le creature che con i cristiani, a parte la miseria è tutto quanto rimasto più o meno allo stesso modo. E allo stesso modo prendo e vado per fossi e orti a toccare, ascoltare, guardare e odorare, considerare l’infinito universo di ciò che vive, evitando di disturbare. A meno che, metti, non mi ritrovi tra i peli la zecca assassina”. Le illustrazioni sono di Gianluca Folì.

(© 9Colonne - citare la fonte)