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direttore Paolo Pagliaro

Il Nuovo Surrealismo a Times Square

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

Il Nuovo Surrealismo a Times Square

Al Museo multimediale di Condeixa-a-Nova, in Portogallo, Portogallo, ‘International Surrealismo Now’ è la più grande mostra d'arte contemporanea dedicata al movimento 'International Surrealism Now’ fondato nel 2010 a Coimbra. Esposte le opere di più di 100 artisti provenienti da 48 paesi partecipanti tra cui due artiste italiane, Daila Lupo e Daniela Gori. Curatore il pittore surrealista portoghese Santiago Ribeiro, fondatore del movimento e che, per l’occasione, espone le sue opere in concomitanza, fino al 31 dicembre, nel più famoso incrocio multimediale del mondo, Times Square, a New York. Dipinti vivaci e colorati sono esposti sporadicamente in giorni e orari a caso, sugli schermi giganti del Nasdaq OMX Group. Le opere appaiono sugli schermi della Reuters per tre interi minuti per ogni ciclo di esposizione: un intervallo di tempo abbastanza ampio da apparire alle decine di migliaia di pedoni di passaggio in quei frangenti.

(red)

MILANO: ANNE E PATRICK POIRIER, ARTISTI ERRANTI

 

La Galleria Fumagalli di Milano presenta Dystopia, la prima personale della coppia di artisti francesi Anne e Patrick Poirier, fino al 20 dicembre. Dal 1967 Anne e Patrick Poirier lavorano in coppia come artisti viaggiatori, agrimensori di siti e scopritori di civiltà arcaiche, religioni e culture. Abbracciando con un approccio artistico le scienze umane e sulla scia degli insegnamenti di Claude Lévi-Strauss, durante le loro esplorazioni raccolgono materiali d’archivio utili alla comprensione dell’organizzazione e della scomparsa di società antiche.La loro pratica artistica segue alcune costanti ispiratrici, architettura, archeologia, mitologia, psicologia, anatomia, antropologia, metafore e strumenti per indagare un mondo spazio-temporale fisicamente percepibile e i suoi rapporti con l’inconscio. Eterogeneo nel risultato formale, l’intero corpo di opere di Anne e Patrick Poirier comprende plastici, sculture e installazioni ambientali, fotografie, lavori su carta, dipinti e altri frammenti visivi che parlano della fragilità della vita.

(PO / red)

 

 

ROMA: “MANIFESTI” PER I MIGRANTI

 

Si intitola “Freedom Manifesto. Humanity on the move / Umanità in movimento”, la mostra collettiva che si tiene aL Museo Centrale Montemartini di Roma, fino al 31 dicembre. Oltre 40 tra artisti e visual designer hanno risposto ad un appello del Centro di ricerca interdisciplinare sul paesaggio contemporaneo e si sono interrogati sul diritto fondamentale alla libertà e sul fenomeno dei migranti con una riflessione in forma di poster. A impreziosire il catalogo della mostra, pubblicato nel classico formato dei manifesti per affissione (70 x 100 cm), il contributo critico del sociologo Alberto Abruzzese. Insieme ai poster realizzati per l’occasione da maestri del graphic design contemporaneo – come Félix Beltrán, Ginette Caron, Milton Glaser, Alain Le Quernec, Italo Lupi, Astrid Stavro, Heinz Waibl – l’esposizione ha il merito di presentare al pubblico italiano una nutrita rassegna di autori provenienti da tutto il mondo, tra i più interessanti della nuova generazione. Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, la mostra si svolge anche sotto il significativo patrocinio della Comunità di Sant’Egidio. La mostra, con il patrocinio di Rai, AGI (Alliance Graphique Internationale) e AIAP (Associazione Italiana Design della Comunicazione Visiva), è parte del calendario di eventi che animano l’edizione romana 2017 di “AIAP Design per”.

 

MILANO: IL WILDLIFE PHOTOGRAPHER OF THE YEAR

Appuntamento sempre molto atteso, la mostra di fotografie naturalistiche più prestigiosa al mondo Wildlife Photographer of the Year arriva a Milano fino al 10 dicembre, nei suggestivi spazi della Fondazione Luciana Matalon, grazie all’associazione Radicediunopercento che ogni autunno porta nel capoluogo lombardo le immagini premiate al concorso di fotografia indetto dal Natural History Museum di Londra. L’esposizione presenta le immagini premiate a partire dal massimo riconoscimento, il Wildlife Photographer of the Year, assegnato al fotografo americano Tim Laman per lo scatto realizzato nella foresta pluviale indonesiana, Vite intrecciate (categoria The Wildlife Photojournalist Award: Story), che mostra un orangutan del Borneo in via di estinzione a causa della perdita di habitat e del commercio illegale di animali da compagnia. Il sedicenne Gideon Knight dal Regno Unito ha vinto il Young Wildlife Photographer of the Year con l’immagine fiabesca La luna e il corvo, ripresa vicino alla sua casa di Londra, tra i ramoscelli di un albero di sicomoro che si staglia contro il cielo azzurro e la luna piena. Grande successo per i talenti italiani in concorso. Vincitori, rispettivamente per le categorie Rettili, anfibi e pesci, Piante e funghi e Sul territorio, il lombardo Marco Colombo, con Piccolo Tesoro, il veneto Valter Binotto con La composizione del vento e il valdostano Stefano Unterthiner con Spirito delle montagne. Sono inoltre giunti finalisti Walter Bassi, con Verme ipnotico (categoria Invertebrati), Hugo Wassermann, con Ritiro alpino (categoria Ambiente urbano), Fortunato Gatto con Dopo la tempesta (categoria Terra), Stefano Baglioni con Piccola Stella (categoria Piante e funghi) e Nicola Di Sario con Luce degli occhi (categoria Bianco e nero). Oltre ai due massimi riconoscimenti Wildlife Photographer of the Year e Young Wildlife Photographer of the Year, il percorso espositivo illustra tutte le immagini vincitrici e finaliste divise per sezioni.

(red)

CATANIA: EMILIO ISGRÒ SCOLPISCE “IL SOGNO DI EMPEDOCLE”

Si chiama “Il sogno di Empedocle”, l’istallazione di Emilio Isgrò pensata per coronare il Radicepura Garden Festival, il primo evento internazionale dedicato all'architettura del paesaggio nel Mediterraneo organizzato al Parco botanico Vivai Faro Giarre, nel Catanese. Fonte di ispirazione del progetto dell’artista concettuale- artista dell’Anno di Radio3 per il 2014, nato nel 1937 a Barcellona di Sicilia - è il mito di Empedocle, filosofo e scienziato agrigentino che fu risucchiato dal cratere dell’Etna mentre studiava le sue emissioni gassose. Qualche giorno dopo, il vulcano eruttò, con il fuoco e la lava, uno dei sandali bronzei che il pensatore calzava abitualmente. Quello stesso sandalo è il protagonista dell’opera, su un monoblocco di pietra creato da Isgrò, dove tre giganteschi semi di limone in pietra lavica - assieme a lapilli e schegge nere - sono dispersi in un profumato giardino di limoni. Accanto a ogni seme, tre scritte miste tra italiano, siciliano e inglese -“Iu Semi di Limuni fui sputato in questo dish da Empedocle d’Agrigento” - per proseguire con il seme eruttato dallo scrittore Giovanni Verga, e chiudere il cerchio con lo sputo lavico del drammaturgo Luigi Pirandello. “Così anche la lava – ha sottolineato l’artista - diventa terra fertile in una postmodernità globalizzata in cui la natura rischia di sganciarsi per sempre dalla cultura generando disastri e tragedie”. Con l’idea di “gettare un seme” per il futuro, la scultura rimarrà in esposizione permanente negli spazi di Radicepura, a pochi metri dal Palazzo della Fondazione.

(red)

 

(© 9Colonne - citare la fonte)