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direttore Paolo Pagliaro

I giganti del mare:
così grandi, così fragili

La mostra “I giganti del mare: così grandi, così fragili”, organizzata dal Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione per la cura di Giuseppe Palmisano e allestita a Palazzo Cavalli in via Giotto 1 a Padova, invita a riflettere su un tema di drammatica attualità. Malattie, traffico marittimo, inquinamento acustico, la plastica: sono le tante, troppe minacce che quotidianamente mettano a rischio la vita dei grandi cetacei in quella che dovrebbe essere la loro “casa sicura”, il mare. Giganti, ma così fragili da rischiare oggi l’estinzione.

Attraverso una presentazione delle attività di ricerca del Dipartimento di Biomedicina Comparata e Alimentazione e del Museo Didattico di Medicina Veterinaria, da più di un decennio impegnati nello studio dei cetacei del Mediterraneo, la loro anatomia, le loro abitudini e le cause di morte, vengono messi in luce quanto i processi antropici siano determinanti per il sottile equilibrio della vita di queste creature.

«Si resta col fiato sospeso quando si guarda un gigante del mare, che passa davanti alla prua della tua barca - dice Giuseppe Palmisano, conservatore del Museo didattico di Medicina Veterinaria dell’Università di Padova e curatore della mostra -. Si resta col cuore spezzato quando lo stesso gigante lo ritrovi agonizzante sulla battigia di Porto Cervo. Non riesci a comprendere come quel Paradiso possa essere diventato la tomba di un animale così grande, così perfetto come solo Madre Natura riesce a fare, mettendo la sua mano su questa parte di universo. Non te ne fai una ragione, e quella solarità, che comunemente vive in te, viene sporcata da un misto di rabbia e incredulità. Speri per un attimo di vivere un incubo, ma più strofini gli occhi e più quell’immagine diventa reale e il tuo pensiero, ripudiando la più evoluta delle specie, s’inabissa nella parte più lontana del tuo animo, proprio come fa un capodoglio quando raggiunge il buio oceano a più di mille metri di profondità». 

Il percorso comincia al pianterreno di Palazzo Cavalli, dove sono allestite due teche con reperti di cetacei di anatomia normale e patologica: un breve video illustra le cause di morte di questi animali, distinguendo le naturali da quelle determinate dall’inquinamento o diversi interventi umani. Si prosegue quindi al piano nobile, con l’esposizione di scheletri completi, crani e altri reperti provenienti dal Museo, appartenuti a diverse specie di cetacei, come capidoglio, balenottera, tursiope e stenella.

L’esposizione è corredata da pannelli di presentazione del reperto, con disegni di Cristina Otero Sabio, che chiariscono chi erano e come sono oggi questi giganti del mare, invitando ad ammirare come sia evoluta la specie. Vengono così fornite una serie di utili indicazioni e spunti di riflessione per capire quanto i nostri comportamenti possano condizionare lo stato di vulnerabilità delle specie sul pianeta.  La mostra è completata da un video di Federico Milanesi, che illustra le attività del Museo e i protocolli messi in atto nei casi di spiaggiamento. (red – 2 ott)

Foto: ufficio stampa Università Padova

 

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