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direttore Paolo Pagliaro

PROSEGUE LA FASE DI DEBOLEZZA DEI LIVELLI PRODUTTIVI

(10 gennaio 2019) I movimenti dei prezzi negli stadi a monte della distribuzione finale nei mesi autunnali hanno continuato ad essere condizionati dalle quotazioni delle materie prime. A novembre, i prezzi dei prodotti industriali venduti sul mercato interno sono risultati inferiori rispetto a un anno prima (-3,6%), scontando la caduta, oltre che dei beni energetici, anche nei listini dei beni intermedi (-10,9% e -1,0% rispettivamente). Per i beni di consumo al netto degli alimentari la dinamica si è confermata positiva e appena superiore all'1%, sul valore medio dell'anno. Le pressioni deflative sono risultate più accentuate per i prezzi dei beni importati nel loro complesso, che a ottobre sono diminuiti del 3,8% rispetto a un anno prima (-0,3% escludendo gli energetici). I listini dei beni di consumo si sono stabilizzati interrompendo la fase di flessioni tendenziali che aveva caratterizzato gli ultimi due anni. Alla fine del 2019, le indicazioni degli operatori economici circa gli sviluppi futuri dell'inflazione sono tornate a divergere. A dicembre, nell'industria manifatturiera, tra le imprese che producono beni di consumo, si è andata leggermente rafforzando l'intenzione di rialzi dei listini di vendita, con un nuovo ampliamento dell'area di chi prospetta rincari rispetto ai ribassi. Al contrario, le attese dei consumatori di incrementi più o meno rapidi dei prezzi si sono ridimensionate, interrompendo la fase di progressivo aumento avviata a partire dall'estate. Nello stesso tempo è tornata a crescere, e si è riportata sopra il 50%, la quota di quanti si aspettano prezzi stabili o in diminuzione nell'arco dell'anno.

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