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Giornata lingua madre: per un “linguaggio senza confini”

Nel mondo il 40% della popolazione non ha la possibilità di accedere ad un’educazione in una lingua che parla o capisce. Inoltre, stando all’Unesco, oltre il 95% delle 2464 lingue mappate si trova in situazione di vulnerabilità, pericolo o minaccia. Nonostante questo, gli ultimi anni hanno visto crescere l’importanza attribuita ad una formazione multilinguistica basata sulla lingua madre, in modo particolare in età scolare, proprio perché le società multilinguistiche e multiculturali sembrano fiorire attraverso i loro linguaggi, i quali trasmettono e preservano le tradizioni in maniera sostenibile. In questo contesto si inserisce la Giornata internazionale della lingua madre, che si celebra oggi per il suo ventunesimo anniversario. La celebrazione, approvata nel 1999 dall’Unesco su iniziativa del Bangladesh, è dedicata al ricordo del 21 febbraio 1952, quando un gruppo di studenti bengalesi dell’Università di Dacca furono uccisi dalle forze di polizia del Pakistan (che allora comprendeva anche il Bangladesh) durante una protesta per il riconoscimento del bengalese come lingua ufficiale. La lingua madre non è solo “un guanto, uno strumento usa e getta. Essa innerva la nostra vita psicologica, i nostri ricordi, associazioni, schemi mentali”, scriveva Tullio De Mauro.

La sua promozione quindi incoraggia la diversità culturale e linguistica e accresce la consapevolezza delle tradizioni in tutto il mondo quali condizioni fondamentali per ispirare una solidarietà basata sulla comprensione, la tolleranza e il dialogo. L’edizione 2020 della Giornata della lingua madre è dedicata al “linguaggio senza confini”, come strumento per contribuire a promuovere un dialogo di pace e di inclusione sociale fra le popolazioni. Per l’occasione, l’Unesco ha organizzato una giornata piena di eventi, tra cui una tavola rotonda sulla lingua Swahili, invitando tutti i Paesi membri ad aderire all’iniziativa. Il riconoscimento e il rispetto delle diversità linguistiche e culturali, infatti, sono due pilastri fondamentali, secondo la visione degli organizzatori, non solo per rafforzare l’unità e la coesione delle società, ma anche per costruire una pace più duratura. “La lingua madre genera e potenzia l’inclusione sociale, l’innovazione e l’immaginazione – ha dichiarato Audrey Azoulay, direttore generale dell’Unesco – Non solo accresce la diversità culturale ma è anche uno strumento di pace”. (mag – 21 feb)

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