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direttore Paolo Pagliaro

Coronavirus, arriva
il decalogo antipanico

"L'Ordine nazionale degli Psicologi ha deciso di realizzare un 'decalogo antipanico' con alcune 'chiavi di lettura' che possano aiutare tutti a evitare paure sproporzionate e forme di ansia individuale e di panico collettivo rispetto al fenomeno del Coronavirus che sta coinvolgendo l'intera collettività. Si tratta di breve vademecum, disponibile per tutti i cittadini sul sito dell'Ordine nazionale degli Psicologi (http://www.psy.it), che non vuole essere esaustivo né sostituirsi ad un aiuto professionale. E’ un contributo per riflettere ed orientare al meglio i nostri pensieri, emozioni e comportamenti – individuali e collettivi - di fronte a questa difficile situazione, evitando due errori possibili: sopravvalutare o sottovalutare (negare) il problema".  Lo afferma David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale dell'Ordine degli Psicologi (Cnop). "Le paure possono diventare panico - continua il presidente del Cnop - e bisogna dunque proteggersi con comportamenti adeguati, con pensieri corretti ed emozioni fondate. La verità è che si ha più paura dei fenomeni sconosciuti, rari e nuovi, e la diffusione del Coronavirus ha proprio queste caratteristiche. A tutt’oggi, dati alla mano, i decessi per influenza non da Coronavirus sono molto più frequenti. Eppure di questi però non si ha paura perché ci siamo abituati a tal punto che molti italiani ignorano addirittura i benefici, in chiave preventiva, dei vaccini".  Secondo Lazzari, "bisogna attenersi ai fatti, cioè al pericolo oggettivo e non confondere una causa unica con un danno collaterale. Se il panico diventa collettivo molti individui provano ansia e desiderano agire e far qualcosa pur di far calare l’ansia, e questo può generare stress e comportamenti irrazionali e poco produttivi. Farsi prendere dal contagio collettivo del panico ci porta a ignorare i dati oggettivi e la nostra capacità di giudizio può affievolirsi. Quindi, pur di fare qualcosa, spesso si finisce per fare delle cose sbagliate e a ignorare azioni protettive semplici, apparentemente banali ma molto efficaci".  "In linea generale - conclude - troppe emozioni impediscono il ragionamento corretto e frenano la capacità di vedere le cose in una prospettiva giusta e più ampia".

(red – 27 feb)

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