Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

OMS: IL VIRUS ACCELERA
A VELOCITA’ MAI VISTA

Dalla sua apparizione nel mondo, la pandemia da Covid-19 ha infettato fino a questa mattina 10.302.052 persone, che secondo diversi esperti non rappresentano che la punta di un iceberg ben più grande dei casi. L’incognita è dovuta da una parte al fatto che il nuovo coronavirus spesso non produca sintomi o che comunque si manifesti dopo un periodo di latenza che non ne permetta un riconoscimento immediato; dall’altra al fatto che in molte aree del pianeta non ci siano i mezzi diagnostici per intercettare che una minima percentuale anche dei pazienti sintomatici. È il caso ormai conclamato di immense porzioni dell’America Latina e dell’Asia meridionale, dove l’epidemia sta progredendo di giorno in giorno e dove i bollettini ufficiali non fotografano che una parte a volte irrisoria del problema. Nonostante questo, i numeri sia a livello globale che locale sono impressionanti. Dei dieci e passa milioni di contagi, più di mezzo milione, per la precisione 505.505, sono deceduti mentre 5.235.813 sono stati dichiarati guariti. Quest’ultima in molti casi sembra un’espressione forse troppo ottimistica, in quanto si moltiplicano da un capo all’altro del pianeta le segnalazioni di gravi strascichi conseguenti al ritorno alla negatività dopo l’esposizione al virus. Si tratta di un capitolo, quello delle “guarigioni”, che la scienza medica sarà chiamata a indagare a fondo una volta che il pianeta sarà uscito dall’emergenza sanitaria. Emergenza che, purtroppo, è ancora al di là dal rientrare, anche se in diversi paesi, soprattutto in Europa, si ha spesso l’impressione che la si percepisca come ormai appartenente al passato.

Eppure, ha avvertito il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nel corso di una conferenza stampa online, l’epidemia non è alle nostre spalle e sta al contrario “accelerando”. Per questo – ha aggiunto il dirigente dell’Organizzazione mondiale della sanità – è urgente che i governi agiscano senza attendere, e senza confidare troppo, in un vaccino che – ha ammonito Ghebreyesus – non rappresenterà la panacea di tutti i mali. “Nemmeno sappiamo se un vaccino funzionerà in tutte le fasce d'età. E nessuno sa quando sarà pronto. Il mio sogno sarebbe tra un anno: è possibile, ma è anche molto probabile che non lo sarà”. Dunque, valgono ancora le regole dell’epidemia che un secolo fa fece dai 50 ai 100 milioni di morti nel mondo, la spagnola, la migliore strategia per combattere la quale, ha ricordato Ghebreyesus, è stata “lavarsi le mani e mantenere le distanze interpersonali”.

Proprio oggi fanno sei mesi dal giorno in cui giunsero all’Oms i primi rapporti dalla Cina che parlavano di “un gruppo di casi di polmonite sconosciuta”, ha ricordato il direttore dell’Oms. “Noi tutti vorremmo che questa storia abbia termine. Ma la cruda realtà è che non è ancora finita”. Una nuova equipe di specialisti dell’Oms giungerà in Cina la prossima settimana per approfondire l’origine della SARS-CoV-2, ha spiegato ancora Ghebreyesus, in quanto “potremo meglio combatterla quando la conosceremo sotto ogni aspetto, compreso quello delle sue origini”. (30 GIU / DEG)

(© 9Colonne - citare la fonte)