Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

La pittura di Ferrari
nel Corona Diary

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

La pittura di Ferrari <br> nel Corona Diary

 LA PITTURA DI RENZO FERRARI IN CORONA DIARY

 

“Nell’emergenza pandemica coatta (lockdown) o come dicono a Milano ‘tüt seraa’ ho voluto convertire per immaginazioni iconografiche quanto ci assaliva, sempre per immagini, dai media con drammatiche e continue informazioni”: con queste e semplici e puntuali parole il grande pittore svizzero Renzo Ferrari spiega il suo lavoro, confluito nel volume Corona Diary Opere 2020 edito da Skira, nelle librerie e negli store on line dall’11 di settembre. Sono ancora impresse nelle menti di tutti i primi annunci di pandemia provenienti dalla Cina che ci hanno raggiunti nei mesi di febbraio e marzo. Dando seguito a queste prime avvisaglie che molto velocemente si sono poi moltiplicate alle nostre latitudini, Ferrari ha realizzato una sequenza di opere quale diario quotidiano, condivise poi attraverso l’unico mezzo di comunicazione che ci era concesso, quello dei social media. Scegliendo tra le opere di un certo periodo limitatamente a marzo e aprile, il pittore giunge poi alla produzione di un filmato, presentato a Poestate 2020 nell’edizione on-line e postato su Youtube, e di una mostra che avrà luogo a Lugano alla Galleria Colomba (via al Lido 8) dal 12 settembre al 10 ottobre.

 

IL LIBRO. Come l’uomo primitivo nelle grotte di Altamira raffigurava le scene di caccia per mantenere memoria di esperienze e appropriarsi simbolicamente dell’animale e della forza necessaria per combattere, così Renzo Ferrari in questo ciclo, “Al tempo del coronavirus”, esalta con la pittura lo stesso potere documentativo e propiziatorio spiega la giornalista Melina Scalise nell’introduzione al volume. Questa esposizione è dunque dedicata ad una sequenza-diario di lavori eseguiti nel periodo di forzata reclusione conseguente al diffondersi della pandemia quale fenomeno globale. Molto e con forte empatia ha suggerito al pittore Renzo Ferrari la condizione coatta volontaria della poetessa americana di due secoli fa, Emily Dickinson, capace con linguaggio attualissimo di una catarsi poetica.  “Se in quel di Cadro salite i dieci scalini che vi portano nello studio di Ferrari, il pittore ‘espressivo’ per antonomasia, il pittore vi indicherebbe una vecchia sedia, voi chiudereste gli occhi e, riaprendoli, davanti alle profezie dipinte di Ferrari vi trovereste a percorrere l’universo dei colori e delle forme con ritmo diverso, con una lena tutta particolare, immaginando, sognando e, finalmente, vedendo” annota lo scrittore Sergej Roic, nelle pagine iniziali del volume.  Ciò ha favorito lo stimolo dell’immaginario individuale e collettivo del passato, attraverso iconografie della storia dell’arte tematizzati dal pittore, quali: plaga doctores, sabbat goyeschi, cavalieri della morte dell’affresco di Palermo e la febbre spagnola del secolo scorso raccontata dai nonni e impressa nella sua memoria d'arte per la morte del pittore Austriaco Egon Schiele. Queste "narrazioni" hanno scartato le evidenze fotografiche soprattutto sanitarie di quanto giornali e TV diffondevano circa il Coronavirus e attraverso delle "metafore figurali" portano testimonianza di una memoria ancestrale a confronto con il terribile tempo presente, da sempre polarità imprescindibili del linguaggio in pittura di Renzo Ferrari. La pittura veicola soprattutto attraverso il colore una sorta di "distanza catartica" dalla drammaticità egli eventi. “Nei giorni di clausura della primavera 2020, mentre la pandemia di Covid-19 era nella sua fase più acuta, l’immaginario pittorico di Renzo Ferrari si è popolato di un mondo visionario e allegorico” chiosa lo storico dell’arte Luca Pietro Nicoletti, in Corona Diary.

 

LA MOSTRA. La mostra esposta alla Galleria La Colomba offre una scelta, documentata anche dal catalogo edito da Skira, che comprende una sessantina di opere dai piccoli ai grandi formati, realizzate ad olio, acrilico e acquarello. Questa campionatura è  una scelta parziale di una produzione molto più  vasta e sperimentale che comprende anche dei teatrini.

 

 

 

 

 

LA FAVOLA ITALIANA FANTAGHIRÒ NELL'EBOOK CELEBRATIVO DI EXPO DUBAI

 

 

“Fantaghirò - Persona Bella” è lo splendido racconto illustrato con il quale il Padiglione Italia ha deciso di partecipare a “Children’s Tales From Around The World”, l’iniziativa lanciata da Expo 2020 Dubai in occasione della “Giornata Mondiale dell’Alfabetizzazione” che si è celebrata l’8 settembre. La favola figura in un ebook che raccoglie 24 storie e racconti popolari tramandati nel tempo e che è rivolto ai lettori di età compresa tra i 5 e i 12 anni. L’obiettivo è trasmettere l'amore per la lettura ai bambini, stimolandone la fantasia.  Per l’iniziativa, che riflette in modo originale il tema dell'Expo ‘Connecting Minds, Creating the Future’ (Connettere le menti, Creare il Futuro), ogni Paese ha colto l'opportunità di rilanciare sulla scena globale racconti e favole della tradizione orale o comunque popolare con illustrazioni originali. L’Italia partecipa con “Fantaghirò, persona bella”, una favola tramandata di generazione in generazione, pubblicata per la prima volta nel 1880. La fiaba di Fantaghirò è stata adattata per la televisione negli anni Ottanta e come film nel 1991.

 

 

 

"GLI ALTRI ANIMALI. SCIENZA ED ETICA DI FRONTE AL BENESSERE ANIMALE"

 

Il saggio "Gli altri animali. Scienza ed etica di fronte al benessere animale", in uscita a settembre per le edizioni Mimesis / Etica e bioscienze, approfondisce il rapporto tra scienza ed etica, all’insegna del ripensamento e della ridefinizione delle loro modalità di intersezione, in primis riguardo alla complessità della vita animale e alle modalità di trattamento di chi è ‘altro da noi’”.

Dall’aviaria ai focolai di Coronavirus nei wet market, le epidemie rivelano tutta la nostra fragilità e ci ricordano che il benessere degli animali è anche il nostro. Bernard E. Rollin, considerato il padre dell’etica veterinaria, e Barbara de Mori, docente all’Università degli Studi di Padova e direttrice dell’Ethics Laboratory for Veterinary Medicine, Conservation, and Animal Welfare, offrono una prospettiva di riflessione oggi ancora più attuale sulle molteplici questioni che riguardano la tutela degli animali. Per fare il punto, gli autori del volume partono da cosa rappresenta il benessere animale per gli “addetti ai lavori”: indagando le preoccupazioni di medici veterinari, biologi, scienziati e personale di cura, emergono i tratti di una sfida quotidiana spesso causa di forte stress morale. “C’è una grave minaccia, ancora attuale, per il progresso della scienza nelle nostre società, una minaccia assai più insidiosa perché - dice Bernard E. Rollin nella sua introduzione - in gran parte non riconosciuta da quegli stessi appartenenti alla comunità scientifica che potrebbero neutralizzarla. (…) Alla minaccia di cui parlerò in queste pagine, tuttavia, non è mai stata data l’attenzione che merita. L’ideologia della scienza”. Rollin, che vanta un’esperienza più che cinquantennale negli Stati Uniti, riflettendo sulla ideologia della scienza e le sue ricadute sull’etica e sugli animali afferma che “c’è soltanto un modo per risolvere questo problema: attraverso l’educazione di nuove generazioni di scienziati in grado di concepire l’etica e la scienza in modo complementare. Soltanto l’educazione può sradicare e soppiantare definitivamente l’ideologia. Quando lavoravo alla bozza delle leggi federali sugli animali da laboratorio, non pensavo tanto all’idea di creare una serie di regole burocratiche, o, come dicevo all’epoca, di mettere “un poliziotto in ogni laboratorio”. Concepimmo così le nostre leggi nel modo in cui Wittgenstein vedeva la filosofia: come una scala per raggiungere un piano sopraelevato e che poi bisogna buttare via. (…) Io pensavo alle leggi come a uno strumento per obbligare i ricercatori a ragionare in termini etici, in modo che, alla fine, non ci sarebbe stato bisogno delle stesse leggi. E funzionò: dai due striminziti articoli sul dolore animale che trovai nel 1982, la letteratura sull’argomento è cresciuta tra i cinquemila e i diecimila articoli in venti anni!”.

Già, ma adesso che cosa serve? Rollin propone “l’unico sistema per sfuggire dalle ‘sabbie mobili’ in cui sta sprofondando il gradimento per la scienza, cioè stabilire dei requisiti di formazione uniformi per tutti gli studenti universitari e per tutti i corsi scientifici (a troppe matricole si insegna ancora il mantra che la “scienza è esente dai valori”). Potremo dirci soddisfatti soltanto quando l’esame delle questioni etiche presupposte e generate dal pensiero scientifico sarà diventata una seconda natura per gli scienziati, allo stesso modo della conoscenza della doppia elica o del ciclo di Krebs. (…) per le persone sagge, l’etica è qualcosa che sta al di sopra delle leggi”.

 

GLI AUTORI. Bernard E. Rollin è University Distinguished Professor alla Colorado State University (USA). È stato uno dei principali architetti delle leggi federali statunitensi del 1985 sulla protezione degli animali da laboratorio. È membro della Pew Commission on Industrial Farm Animal Production (PCIFAP) e dell’Institute of Laboratory Animal Resources (ILAR) e consigliere della National Academy of Sciences. Ha vinto numerosi premi statunitensi e internazionali, tra cui l’AVMA Humane Award nel 2007. Barbara de Mori insegna all’Università degli Studi di Padova ed è direttore dell’Ethics Laboratory for Veterinary Medicine, Conservation, and Animal Welfare. Membro di diversi comitati etici per la sperimentazione animale, è independent ethics advisor per progetti europei e responsabile per la valutazione etica di progetti internazionali sul benessere animale e sulla conservazione delle specie a rischio di estinzione.

 

 

 

 

 

 

“LETTERA A MIO PADRE” DI BARBARA BALZERANI

 

 

Barbara Balzerani pubblica con DeriveApprodi il suo ultimo romanzo,  “Lettera a mio padre”.  Il settimo di una serie di volumi, tra fortunate nuove edizioni e scritture inedite. Un’autrice conosciuta, certo, per le vicende legate alla sua militanza politica, ma amata anche per la sua poetica capace di tradurre in forma letteraria temi complessi e talvolta spinosi. Un’autrice che ha sempre legato le proprie esperienze biografiche alla capacità di testimonianza attraverso la scrittura.

Lettera a mio padre parla di lavoro, così cambiato dall’epoca delle mitiche tute blu, di quel lavoro operaio e delle mani che oggi sembra scomparso. Con la progressiva diminuzione del lavoro artigiano e delle mani ciò che è andato perduto è, infatti, un immenso patrimonio di conoscenze e di pratiche, di gesti e di attività via via incorporati nelle macchine. Il racconto è un dialogo immaginario tra una figlia e un padre, alla ricerca di una via di uscita dal nichilismo dell’astrazione delle merci che sovrasta ogni relazione sociale. Una rilettura dei cambiamenti che il capitalismo ha indotto nel mondo del lavoro e, in contraltare, dei movimenti che oggi gli si oppongono, dei loro obiettivi e delle forme di resistenza. Nel racconto l’accento è posto sulle realtà che nel mondo diffondono conflitti in forme diversificate ma accumunate dai valori dell’autodeterminazione e dell’autogoverno. Barbara Balzerani nei primi anni Settanta milita in Potere operaio, poi nelle Brigate rosse. Al termine di una lunga latitanza viene arrestata e sconta 25 anni di carcere. DeriveApprodi ha pubblicato tutte le sue opere, tra le quali, Compagna luna, Lascia che il mare entri, L’ho sempre saputo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BAMBINI IN VIAGGIO NELLA MUSICA DI MOZART

 

Pronti per viaggiare in un paese chiamato musica? “Mozart, il genio illuminato dalle stelle” è un racconto tenero e divertente di Carl Norac, che accompagna i bambini attraverso l’avventurosa biografia del grande compositore e ne fa scoprire le più belle pagine musicali, con le poetiche illustrazioni di Marie Dorléans e playlist online (Edizioni Curci, collana Curci Young, libreria dal 16 settembre).  Pagina dopo pagina, arricchiti da innesti narrativi fantasiosi, scorrono i momenti salienti della vita di Amadeus, a cominciare dai suoi  già intonati vagiti nella culla: le prime composizioni ad appena quattro anni, a sei il concerto davanti all’Imperatore, i viaggi in Europa, gli affetti famigliari, l’anticonformismo, i trionfi e le cadute, le risate, gli scherzi, ma anche – evocata con delicatezza – l’ombra di una fine prematura quanto misteriosa. Una vicenda umana e artistica straordinaria, su cui risplende la benevola luce delle stelle, che ispira al geniale maestro le note di concerti, opere, sinfonie ancora oggi amate ed eseguite in tutto il mondo. La playlist online comprende brani musicali tratti da decine di capolavori, tra cui Le nozze di Figaro, Il flauto magico, Piccola serenata notturna, i Concerti per pianoforte e orchestra, la marcia “Alla turca” e tanti altri ancora che compongono una selezione affascinante e variegata, su misura per i piccoli ascoltatori.

(© 9Colonne - citare la fonte)