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direttore Paolo Pagliaro

Se dev’essere on line organizziamola bene

di Paolo Pagliaro

16 ottobre 2020 L’insegnamento a distanza contribuisce ad accrescere le disuguaglianze e ad alimentare la dispersione scolastica. Tradisce il ruolo della scuola come luogo di  socialità, scambio e formazione, che non può coincidere con lo smanettamento di una tastiera. Per questo si era deciso che nel nuovo anno scolastico gli studenti tornassero nelle aule e si dichiarasse chiusa per sempre la parentesi della scuola online. Ma non sta andando così.
Di fronte all’aggravarsi dell’emergenza sanitaria, la didattica a distanza sta infatti tornando a proporsi come estremo rimedio per evitare la crescita esponenziale dei contagi. Ha chiuso le scuole la Regione Campania, ma ha chiuso il suo liceo anche Bolzano. Il Veneto è pronto pronte a sperimentare un sistema misto, alternando le lezioni in classe con quelle a distanza. Altre regioni ci stanno pensando.
A questo punto il problema diventa quello di un approccio all’insegnamento on line meno improvvisato e raffazzonato che in  passato. Una guida preziosa è un volumetto intitolato “Didattica a distanza – com’è e come potrebbe essere” appena pubblicato da Laterza. Barbara  Bruschi e Alessandro Perissinotto, dell’università di Torino, spiegano con competenza e chiarezza come le lezioni on line – se ben preparate - non siano nemiche di quelle in aula e possano garantire la stessa qualità dell’insegnamento. Rivolto a chi vuol fare di necessità virtù, il libro suggerisce tecniche,  smonta pregiudizi, spiega come lo smartphone possa diventare un prezioso strumento didattico  e dimostra che nella civiltà dei social si può essere empatici anche on line.   

 

 

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