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direttore Paolo Pagliaro

RAPPORTO MIGRANTES 2020: SONO 5,5 MILIONI GLI ITALIANI ALL'ESTERO

Al 1° gennaio 2020 la popolazione residente in Italia è composta di 60.244.639. Alla stessa data gli iscritti all'AIRE sono 5.486.081, il 9,1%. In valore assoluto si registrano quasi 198 mila iscrizioni in più rispetto all'anno precedente (variazione 3,6%). Se a livello nazionale la popolazione residente si è ridotta di quasi 189 mila unità, gli iscritti all'AIRE sono aumentati nell'ultimo anno del 3,7% che diventa il 7,3% nell'ultimo triennio. I dati emergono dal Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes, presentato il 27 ottobre. Tutti i contesti regionali con due sole eccezioni (nel 2019 erano quattro) - la Lombardia e l'Emilia- Romagna - perdono abitanti mentre gli iscritti all'AIRE crescono in tutte le regioni.


NEL 2019 SONO ESPATRIATI 131MILA ITALIANI (+2.353)
Da gennaio a dicembre 2019 si sono iscritti all'AIRE 257.812 cittadini italiani (erano poco più di 242 mila l'anno prima) di cui il 50,8% per espatrio, il 35,5% per nascita, il 6,7% per reiscrizione da irreperibilità, il 3,6% per acquisizione di cittadinanza, lo 0,7% per trasferimento dall'AIRE di altro comune e, infine, il 2,7% per altri motivi. In valore assoluto, quindi, nel corso del 2019 hanno registrato la loro residenza fuori dei confini nazionali, per solo espatrio, 130.936 connazionali (+2.353 persone rispetto all'anno precedente). I dati emergono dal Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes, presentato il 27 ottobre. Il 55,3% (72.424 in valore assoluto) sono maschi, il 64,5% (84.392) celibi o nubili e il 30% circa (39.506) coniugati/e. Si tratta di partenze più maschili che femminili al contrario di quanto visto per la comunità generale degli iscritti all'AIRE dove la differenza di genere si sta sempre più assottigliando e di persone che, nella stragrande maggioranza dei casi, partono non unite in matrimonio poiché soprattutto giovani (il 40,9% ha tra i 18 e il 34 anni), ma anche giovani-adulti (il 23,9% ha tra i 35 e i 49 anni). D'altra parte, però, i minori sono il 20,3% (26.557) e di questi l'11,9% ha meno di 10 anni: continuano, quindi, le partenze anche dei nuclei familiari con figli al seguito.


IN 15 ANNI LA MOBILITA' ITALIANA E’ AUMENTATA DEL 76,6%
Se nel 2006 gli italiani regolarmente iscritti all'Anagrafe degli Italiani Residenti all'Estero (AIRE) erano 3.106.251, nel 2020 hanno raggiunto quasi i 5,5 milioni: in quindici anni la mobilità italiana è aumentata del +76,6%. Una crescita ininterrotta che ha visto sempre più assottigliarsi la differenza di genere (le donne sono passate dal 46,2% sul totale iscritti 2006 al 48,0% sul totale iscritti 2020). I dati emergono dal Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes, presentato il 27 ottobre. La collettività italiana all'estero, nella sua generalità rispetto al 2006, si sta ringiovanendo a seguito delle nascite all'estero (+150,1%) e della nuova mobilità costituita sia da nuclei familiari con minori al seguito (+84,3% della classe di età 0- 18 anni) sia da protagonisti giovani e giovani-adulti immediatamente e pienamente da inserire nel mercato del lavoro (+78,4% di aumento rispetto al 2006 nella classe 19-40 anni). D'altra parte, però, la comunità "storica" costituita da prime e seconde generazioni va sempre più invecchiando e a ciò occorre aggiungere alcuni recenti fenomeni - quello del "migrante previdenziale" in primis che ha avuto il suo culmine nel 2018 e, in parte, anche quelli del "migrante genitore-nonno ricongiunto" e del "migrante di rimbalzo" - che portano oggi a registrare un aumento degli iscritti all'AIRE, con età superiore ai 65 anni, del +85,4% negli ultimi 15 anni.


ITALIANI VERSO 186 DESTINAZIONI, REGNO UNITO PRIMA META NEL 2019
Sono 186 le destinazioni scelte da chi ha deciso di risiedere all'estero nell'ultimo anno. Tra le prime 20 mete vi sono nazioni di quattro continenti diversi, ma ben 14 sono paesi europei. In quarta posizione troviamo il Brasile che insieme all'Argentina (8° posto) e agli Stati Uniti (7° posto) rappresentano il continente americano che si completa dell'Oceania con l'Australia (9° posto), dell'Asia (Emirati Arabi, 19° posto) e dell'Africa (Tunisia, 23° posto). I dati emergono dal Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes, presentato il 27 ottobre. Nelle prime posizioni si fanno notare paesi di "storica" presenza migratoria italiana. Al primo posto, ormai da diversi anni, vi è il Regno Unito (quasi 25 mila iscrizioni, il 19,0% del totale) per il quale vale sia il discorso di effettive nuove iscrizioni sia quello di emersioni di connazionali da tempo presenti sul territorio inglese e che, in virtù della Brexit, hanno deciso di regolarizzare ufficialmente la loro presenza complice il complesso e confusionario processo di transizione rispetto ai diritti, ai doveri, al riconoscimento o meno di chi nel Regno Unito già risiedeva e lavorava da tempo. A seguire la Germania (19.253, il 14,7%) e la Francia (14.196, il 10,8%), nazioni che continuano ad attirare italiani soprattutto legati a tradizioni migratorie di ricerca di lavori generici da una parte - si pensi a tutto il mondo della ristorazione e dell'edilizia - e specialistici dall'altra, legati al mondo accademico, al settore sanitario o a quello ingegneristico di area internazionale.


IN ARGENTINA LA COMUNITA' ITALIANA PIU' AMPIA, SEGUE GERMANIA
Le comunità di italiani all'estero più consistenti sono, nell'ordine, quella argentina (869.000), tedesca (785.088), svizzera (633.955), brasiliana (477.952), francese (434.085), inglese (359.995), statunitense (283.350) e belga (274.404). Seguono nazioni - Spagna, Australia, Canada, Venezuela e Uruguay - con comunità al di sotto delle 200 mila unità e, dal Cile in poi, paesi al di sotto delle 62 mila unità. I dati emergono dal Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes, presentato il 27 ottobre.


IL SUD SI SPOPOLA, IL 48% DEGLI ITALIANI ALL'ESTERO DAL MERIDIONE
Al 1° gennaio 2020 la popolazione residente in Italia è composta di 60.244.639. Alla stessa data gli iscritti all'AIRE sono 5.486.081, il 9,1%. In valore assoluto si registrano quasi 198 mila iscrizioni in più rispetto all'anno precedente (variazione 3,6%). A spopolarsi è soprattutto il Sud - Sicilia (-35.409), Campania (-29.685) e Puglia (-22.727) - mentre gli iscritti all'AIRE crescono soprattutto nel Nord Italia. La presenza italiana nel mondo è soprattutto meridionale (2,6 milioni, 48,1%) di cui il 16,6% (poco più di 908 mila) delle Isole; quasi 2 milioni (36,2%) sono originari del Nord Italia e quasi 861 mila (15,7%) del Centro. I dati emergono dal Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes, presentato il 27 ottobre.


LOMBARDIA PRIMA REGIONE PER NUMERO DI PARTENZE
La Lombardia continua ad essere oggi la regione principale per numero di partenze totali dal nostro Paese verso l'estero ma non si può parlare di aumento percentuale delle stesse (-3,8% nell'ultimo anno). Il discorso opposto vale, invece, per il Molise (+18,1%), la Campania (+13,9%), la Calabria (+13,6%) e il Veneto (+13,3%). I dati emergono dal Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes, presentato il 27 ottobre. Il Rapporto mette in evidenza un altro elemento: il dato della Sardegna (-14,6%) e, unitamente, anche quello della Sicilia (-0,3%), dell'Abruzzo (1,5%) e della Basilicata (3,4%) si spiega considerando la circolarità del protagonismo regionale. Vi sono regioni, cioè, che oggi hanno raggiunto un grado talmente alto di desertificazione e polverizzazione sociale da non riuscire più a dare linfa neppure alla mobilità nonostante le partenze in valore assoluto - ed è il caso della Sicilia in particolare - le pongano al terzo posto tra tutte le regioni di Italia per numero di partenze. In generale, quindi, le regioni del Nord sono le più rappresentate, ma nel dettaglio viene naturale chiedersi quanti pur partendo oggi dalla Lombardia o dal Veneto sono, in realtà, figli di una prima migrazione per studio, lavoro o trasferimento della famiglia dal Sud al Nord Italia.


A PARTIRE NON SONO SOLO I LAUREATI
Se nel 2006, stando ai dati ISTAT, il 68,4% dei residenti ufficiali all'estero aveva un titolo di studio basso - licenza media o elementare o addirittura nessun titolo - il 31,6% era in possesso di un titolo medio alto (diploma, laurea o dottorato). Dal 2006 al 2018 si assiste alla crescita della popolazione in formazione e scolarizzazione: nel 2018, infatti, il 29,4% è laureato o dottorato e il 29,5% è diplomato mentre il 41,5% è ancora in possesso di un titolo di studio basso o non ha titolo. Se, però, rispetto al 2006 la percentuale di chi si è spostato all'estero con titolo alto (laurea o dottorato) è cresciuta del +193,3%, per chi lo ha fatto con in tasca un diploma, l'aumento è stato di ben 100 punti decimali in più (+292,5%). Questo elemento svela un costante errore nella narrazione della mobilità recente raccontata all'opinione pubblica come quasi esclusivamente composta da altamente qualificati occupati in nicchie di lavoro prestigiose e specialistiche quando, invece, a crescere sempre più è la componente "dei diplomati" alla ricerca all'estero di lavori generici. I dati emergono dal Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes, presentato il 27 ottobre.


NUOVE FRONTIERE DELLA MOBILITA': MALTA, PORTOGALLO E IRLANDA
Le crescite più significative degli italiani che sono emigrati all'estero dal 2006 al 2020 caratterizzano paesi che è possibile definire "nuove frontiere" della mobilità più recente. Si tratta, ad esempio, di Malta (+632,8%), del Portogallo (+399,4%), dell'Irlanda (+332,1%), della Norvegia (+277,9%) e della Finlandia (+206,2%). I dati emergono dal Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes, presentato il 27 ottobre.


ROMA PRIMA PROVINCIA PER NUMERI DI ISCRITTI ALL’AIRE
Da dove provengono gli italiani che hanno deciso di espatriare all'estero? Il dettaglio provinciale il primo territorio che si contraddistingue, con 371.379 iscritti, è quello di Roma e, a seguire, due province "minori" - Cosenza (178.121) e Agrigento (157.709) - rispetto ai successivi luoghi che comprendono nuovamente le metropoli più grandi e, allo stesso tempo, i capoluoghi di regione come Milano (149 mila), Napoli (quasi 146 mila), Salerno (144 mila) e Torino (quasi 132 mila). I dati emergono dal Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes, presentato il 27 ottobre.


L’UNICA ITALIA CHE CRESCE E' ALL’ESTERO
"Da tempo ci si trova ad avere a che fare con una Italia in cui il malessere demografico imperversa spietato e, d'altra parte, con una Italia, l'unica a crescere, che è quella che ha messo radici all'estero: l'unica comunità che cresce di un'Italia sempre più longeva e spopolata è quella che risiede all'estero". È quanto rileva il Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes, presentato il 27 ottobre.


L’ITALIA PERDE LE SUE FORZE PIU’ GIOVANI E VITALI
In valore assoluto nel corso del 2019 hanno registrato la loro residenza fuori dei confini nazionali, per solo espatrio, 130.936 connazionali (+2.353 persone rispetto all'anno precedente). "L'ultimo anno rispecchia la tendenza complessiva: l'Italia sta continuando a perdere le sue forze più giovani e vitali, capacità e competenze che vengono messe a disposizione di paesi altri che non solo li valorizzano appena li intercettano, ma ne usufruiscono negli anni migliori, quando cioè creatività e voglia di emergere sono ai livelli più alti per freschezza, genuinità e spirito di competizione". È quanto rileva il Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes, presentato il 27 ottobre.


DALLA SVIZZERA AGLI EMIRATI: VECCHIE E NUOVE TRAIETTORIE
Tra le mete di chi si è iscritto nell'ultimo anno all'AIRE e, comunque, di chi parte oggi dall'Italia, è possibile rintracciare delle traiettorie ben definite. Il profondo Nord dell'Europa: oltre 2 mila iscritti in Irlanda, 669 in Svezia e 423 in Norvegia. Il cuore dell'Europa con Paesi Bassi (2.749 trasferiti) e Lussemburgo (oltre mille). I paesi che si sono contraddistinti in passato per essere luoghi di più consistente immigrazione verso l'Italia - Romania (727 iscritti) e Polonia (677) - al punto tale che probabilmente a partire oggi con passaporto tricolore sono anche gli italiani di origine romena o polacca, da oltre 10 anni nel Belpaese e che hanno preso la cittadinanza italiana. Vi è, inoltre, anche il trasferimento di italiani che grazie ai rapporti personali e di lavoro, nati con questi due paesi dall'Italia decidono di aprire attività, investire e mettere a frutto le loro capacità in queste specifiche realtà europee. I dati emergono dal Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes, presentato il 27 ottobre. Le mete tradizionali ma "rivisitate". È il caso emblematico della Svizzera. Su 10.609 nuovi iscritti da gennaio a dicembre 2019 nella Confederazione Elvetica, il 53,6% appartiene alla classe di età 18-34 anni; il 26,5% a quella 35-49 anni; il 17,8% sono minori e il 3% ha più di 65 anni.


TRA IL 2012 E IL 2018 ESPATRIATI 61MILA "NUOVI ITALIANI”
Negli anni tra il 2012 e il 2018, dei circa 935 mila stranieri divenuti italiani, sono quasi 61 mila le persone che hanno poi trasferito la residenza all'estero; il 34,5% (quasi 21 mila) di questi solo nel 2018. I dati emergono dal Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes, presentato il 27 ottobre. Il possesso iniziale di una cittadinanza diversa da quella italiana e la successiva "naturalizzazione" dà l'indicazione di un più sostanziale contributo di "nuovi italiani" all'aumento degli espatri - rileva il Rapporto -. La mobilità dei "nuovi" italiani, pur essendo ancora di piccole dimensioni, è considerata una dinamica emergente nel panorama migratorio internazionale.


UNO SPECIALE SULLE PROVINCE D'ITALIA
Per il quindicesimo compleanno del Rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes la Commissione Scientifica aveva sollecitato la Redazione a scendere a un dettaglio statistico e di narrazione che non è mai stato realizzato prima: l'analisi provinciale. Ben 46 studiosi hanno raccolto la sfida consegnando 40 saggi di altrettanti contesti provinciali italiani: Aosta, Avellino, Belluno, Bergamo, Bolzano, Campobasso, Catania, Chieti, Como, Cosenza, Crotone, Cuneo, Foggia, Frosinone, Genova, Latina, Lecce, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Messina, Modena, Napoli, Oristano, Pordenone, Potenza, Ragusa, Reggio Calabria, Salerno, Savona, Sondrio, Sulcis-Iglesiente, Teramo, Terni, Trento, Udine, Verbano Cusio Ossola, Verona, Vicenza.


LE ZONE INTERNE SI SVUOTANO, INVERTIRE LO SGUARDO
Le zone interne, di qualsiasi parte di Italia, più fragili e maggiormente dimenticate, hanno continuato ad essere i luoghi privilegiati da cui le partenze hanno "succhiato nuova linfa" portando alcuni territori al loro livello massimo di desertificazione e spopolamento al punto da rilevare nei dati, l'alternanza o circolarità del protagonismo di alcuni luoghi su altri e un ricambio temporale fatto di arresto di partenze e poi di nuovo protagonismo. È quanto rileva il Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes, presentato il 27 ottobre. A svuotarsi ancora sono i territori già provati da spopolamento, desertificazione, da eventi catastrofici o da sfortunate congiunture economiche. Luoghi che si trovano al Sud ma anche al Nord, ma che al Sud diventano doppia perdita: verso il Settentrione e verso l'estero. "Emerge in modo evidente - rileva il Rapporto - la necessità che lo studio e l'analisi della mobilità sia sempre più centrata sui microcontesti e che il territorio venga letto mettendo in crisi i modelli dati per acquisiti a cominciare dall'egemonia del centro, e quindi delle metropoli, rispetto ai piccoli centri, ai borghi, a quei pezzi di territorio spesso abbandonati del tutto o quasi abbandonati che diventano luoghi dove, invece, è possibile intervenire per ridare loro vita. Lo sguardo invertito proposto dal Manifesto per riabitare l'Italia è uno sguardo che è possibile definire di prossimità, che permette cioè di guardare da vicino i dettagli dei luoghi cogliendo certamente le fragilità, ma anche i possibili elementi su cui costruire una strategia di azione, realizzando politiche indirizzate non a compensare gli svantaggi, come è stato fatto il più delle volte finora, ma a combatterli e superarli".


LA PANDEMIA COME OCCASIONE PER UN FLUSSO CIRCOLARE
"Scriviamo quando non è possibile accertare, attraverso i dati, i cambiamenti provocati dalla pandemia globale sulla mobilità europea e italiana in particolare; abbiamo letto sui giornali e visto attraverso diversi servizi televisivi, di rientri dall'estero; abbiamo saputo di giovani e giovani adulti che, perso il lavoro, sono stati costretti a rifugiarsi a casa dei loro genitori". È quanto si legge nel Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes, presentato il 27 ottobre. "Una generazione, quella dei giovani, già tormentata e persa nell'incertezza e che è stata resa ancora più fragile dalla pandemia, la quale rischia di diventare per loro il colpo di grazia oppure, finalmente, l'agognata occasione di cambiare il senso di marcia di un Paese che da troppo tempo involve su se stesso non pensando e investendo su politiche dedicate alla formazione e al lavoro, ma bloccando la mobilità sociale dei giovani e incentivando per loro la mobilità territoriale ovvero spingendoli lontano dai loro territori e mettendo le loro competenze, le loro capacità e i loro entusiasmi al servizio di altri paesi - sottolinea il Rapporto -. Mettendo insieme la valorizzazione dei giovani, del loro entusiasmo e delle loro capacità con lo 'sguardo invertito' e di 'prossimità', programmando politiche di rigenerazione dei luoghi e del tessuto sociale inventando nuove socialità si potrebbe davvero imboccare la strada del cambiamento, della rinascita e della trasformazione del processo di mobilità italiano da malato - poiché unidirezionale e di fuga - a perfetto in quanto circolare e non definitivo".


MATTARELLA: RAPPORTO ITALIANI NEL MONDO UN PUNTO DI RIFERIMENTO
Il "Rapporto italiani nel Mondo" della Fondazione Migrantes "offre chiavi di lettura sulle dinamiche di mobilità che riguardano il nostro Paese, ponendo al centro dell'analisi l'umanità della persona e le complesse ragioni che spingono i singoli a spostarsi". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al presidente della Commissione Episcopale per le Migrazioni, mons. Guerino Di Tora. "Questo rigoroso lavoro di redazione - prosegue il capo dello Stato - coinvolge esperti nei diversi campi dell'economia, della sociologia, della statistica, della demografia e della storia, riflettendo la varietà di angolazioni da cui è possibile analizzare il tema dell'emigrazione italiana e la sua evoluzione nel tempo. Grazie a queste caratteristiche il 'Rapporto italiani nel Mondo' è divenuto un punto di riferimento per chiunque nelle istituzioni, nel mondo accademico, nei centri di ricerca e nella società civile, desideri approfondire lo studio delle dinamiche del tessuto sociale che, a livello globale, incidono sul fenomeno. Auguro alla Fondazione e a tutti coloro che partecipano - anche da remoto - all'evento odierno buon lavoro e pieno successo nella prosecuzione dell'attività di ricerca".


CONTE: FAVORIRE IL RIENTRO DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO
"La vecchia emigrazione italiana è collegata a quella di molti giovani che scelgono di partire per l'estero: dobbiamo costruire le condizioni per dar loro la possibilità di tornare in Italia. Il termine mobilità al posto di emigrazione racchiude l'idea di circolarità e abbraccia questa prospettiva di ritorno. Al di là delle limitazioni di questo periodo per la nuova mobilità, vorremmo una strada non a senso unico ma percorribile in entrambi le direzioni". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo alla presentazione del Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes.


CONTE: INVESTIRE NEGLI ITALIANI ALL'ESTERO
"Il Governo sta lavorando alle opportunità per aggregare i migliori talenti per il rilancio delle imprese, in particolare al sud. Un ruolo importante ce l'hanno le associazioni dei connazionali, risorse indispensabili". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo alla presentazione del Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes. "Le Associazioni di italiani nel mondo sono riferimenti indispensabili per istituzioni, per enti pubblici e privati - prosegue Conte -. L'associazionismo degli italiani all'estero può vivere una nuova stagione di centralità. Esempi virtuosi ci insegnano una lezione importante: investire negli italiani all'estero è il percorso migliore per incentivarne il rientro facendo percepire la presenza di una rete che sappia guidarli e pronta a favorirne il rientro".


CONTE: EMIGRAZIONE E' IL CAMMINO DELLE CIVILTA’
"Lo scrittore siciliano Vincenzo Consolo diceva che l'emigrazione è il cammino delle civiltà. Saluto gli italiani sparsi nei 5 continenti i quali, in particolare in questi tempi, non hanno mancato di far sentire la loro vicinanza e contribuire alla risposta dell'Italia". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo alla presentazione del Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes.


CONTE: TRADURRE LE CIFRE DELLA MOBILITA' IN INDIRIZZI POLITICI
"E' una giornata importante: il Rapporto italiani nel mondo fornisce una bussola, uno strumento prezioso di studio per chiunque vuole approfondire la mobilità. Il Rapporto descrive gli andamenti demografici di quanti si trovano all'estero e dei discendenti legati alla propria patria. Un'indagine a 360 gradi, un vocabolario per tradurre le cifre della mobilità in indirizzi politici da perseguire sia per l'Italia che per gli italiani". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo alla presentazione del Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes.


CONTE: RIFLETTERE SULLE MOTIVAZIONI CHE SPINGONO ALL’ESPATRIO
"Durante ogni fase del cambiamento del paese abbiamo assistito a flussi migratori: è fondamentale riflettere sulle motivazioni che spingono gli italiani a scegliere l'espatrio". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo alla presentazione del Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes. Il Rapporto, sottolinea Conte, "ha mostrato la capacità di sottolineare le motivazioni, ha una sensibilità di lettura rispetto ai dati. La persona migrante è al centro di questo lavoro, un Rapporto che consente di studiare il fenomeno da tante prospettive".


CONTE: ITALIANI ALL'ESTERO STIMOLO PER IL RILANCIO DEL PAESE
Ci sono "due punti di vista significativi per la storia della nostra diaspora: il successo della ricerca di un futuro migliore, personale e familiare, e la ricchezza delle collettività all'estero quale stimolo per il rilancio, anche economico, del paese". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo alla presentazione del Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes.


CONTE: VIVERE ALL'ITALIANA CARATTERE VINCENTE ALL’ESTERO
"La nostra storia è ricca di vicende di italiani che hanno esportato i nostri tratti caratteristici. La presenza italiana è riconoscibile nel mondo e gli italiani hanno saputo integrarsi contribuendo al loro sviluppo. Nei miei viaggi all'estero ho avuto l'occasione di incontrare le collettività italiane, lo faccio puntualmente perché loro hanno reso grande il nome dell'Italia all'estero". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo alla presentazione del Rapporto Italiani nel mondo 2020 della Fondazione Migrantes. "Un'italianità operosa e generosa che il mondo ha imparato a guardare con rispetto. Il 'vivere all'italiana' ha un carattere vincente", afferma Conte.


TRIDICO: RAPPORTO ELIMINA I LUOGHI COMUNI
"Il rapporto tenta di eliminare molti luoghi comuni sull'emigrazione. Dietro i numeri ci sono persone e storie". Lo ha detto Pasquale Tridico, Presidente Istituto Nazionale Previdenza Sociale, intervenendo alla presentazione della XV edizione del Rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes, ricordando tuttavia che "l'impegno dell'Istituto è dare evidenza scientifica" ai numeri. "I numeri evidenziano la traiettoria dell'emigrazione italiana. Si racconta spesso un'Italia che non c’è".


TRIDICO: CONTRIBUTO SULLE PENSIONI NEL RAPPORTO
"Il contributo che diamo al rapporto Migrantes riguarda le pensioni da e per l'Italia. Paghiamo pensioni in 160 paesi". Lo ha detto Pasquale Tridico, Presidente Istituto Nazionale Previdenza Sociale, intervenendo alla presentazione della XV edizione del Rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes. Tridico ha ridimensionando l'entità della realtà dei pensionati italiani all’estero "come ad esempio nei paesi esotici: è un fenomeno piccolo, quasi insignificante" ha sottolineato.


BASSETTI (CEI): MOBILITA’ FA PARTE DELLA QUOTIDIANITÀ
"La mobilità fa parte della nostra quotidianità. È per questo che la Conferenza Episcopale Italiana ha promosso la Fondazione Migrantes, che ha il compito di studiare i fenomeni sociali e di dare un contributo fattivo. A partire da quanto recepito da questo nostro osservatorio privilegiato, che è a stretto contatto con la gente ed è capillarmente diffuso in Italia e all'estero, cerchiamo di entrare in dialogo con le Istituzioni. Siamo tante sentinelle. Ricordo, a questo proposito, i missionari, i religiosi e le religiose,i laici che dedicano il loro tempo e spesso la loro vita alla causa migratoria, insieme alle migliaia di persone a servizio dei nostri connazionali all'estero nelle Missioni Cattoliche di Lingua Italiana". Lo ha detto il Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, intervenendo alla presentazione della XV edizione del Rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes.


BASSETTI (CEI): FERMARE LA MOBILITÀ È UN’UTOPIA
"Fermare la mobilità umana è un'utopia, un'illusione. Governarla, guidarla, è invece la chiave di volta per affrontare un fenomeno che altrimenti può creare disagi e malesseri sociali. L'accompagnamento, però, deve prevedere anche il rispetto dei diritti di cui, negli anni, questo nostro Rapporto si è fatto portavoce esemplare: il diritto di migrare, il diritto di restare, il diritto di tornare, il diritto auna vita felice e dignitosa. Chiunque può e deve trarre dall'esperienza migratoria un arricchimento per se stesso, deve poter tornare così come deve potersi sentire realizzato e valorizzato nel luogo in cui vive". Lo ha detto il Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, intervenendo alla presentazione della XV edizione del Rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes.


BASSETTI (CEI): IL PAESE VIVE DA SEMPRE LA MOBILITÀ
"Appartenenza, prossimità, solidarietà, impegno. Quattro parole che devono diventare regole di vita, buoni propositi da mettere in pratica tornando nei nostri luoghi di lavoro, nelle nostre case, nei nostri quartieri, in parrocchia, perché la migrazione e i migranti fanno parte della nostra quotidianità di cittadini, di famiglie, di popolo, di un Paese che vive da sempre la mobilità (verso l'estero, dal Meridione al Nord, tra le regioni, e così via)". Lo ha detto il Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, intervenendo alla presentazione della XV edizione del Rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes.


BASSETTI (CEI): RAPPORTO E’ CAPITALE UMANO E CULTURALE
"Questo progetto, che come Chiesa italiana abbiamo voluto quindici anni fa, ha creato una grande famiglia di ricercatori, collaboratori, esperti. Oltre 700 studiosi che hanno scritto più di 7mila pagine: un capitale umano e culturale notevole per il quale ringraziamo la Fondazione Migrantes e quanti, nel tempo, si sono spesi con impegno e dedizione". Lo ha detto il Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, intervenendo alla presentazione della XV edizione del Rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes.


BASSETTI (CEI): LA CURA DI OGNI PERSONA MIGRANTE È SEMPRE DOVEROSA
"Le ultime modifiche normative, in discontinuità con il recente passato, contribuiscono a restituire l'immagine di migranti e richiedenti protezione come persone in carne e ossa, vittime di un sistema globale di iniquità economica e politica, di ingiustizia sociale e non come criminali o minacce all'ordine pubblico. La cura di ogni persona migrante, qualsiasi sia la direzione del suo andare e il passaporto in suo possesso, è sempre doverosa". Lo ha detto il Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, intervenendo alla presentazione della XV edizione del Rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes.


DI TORA: EMIGRAZIONE E IMMIGRAZIONE REALTA' COLLEGATE
"In 15 anni di pubblicazione del Rapporto italiani nel mondo molte cose sono cambiate. Gli italiani continuano a migrare, con numeri e caratteristiche che la Chiesa ha deciso di studiare". Così Guerino Di Tora, presidente della Fondazione Migrantes, intervenendo alla presentazione del Rapporto italiani nel mondo 2020. L'attenzione della Fondazione non è solo "sugli emigranti italiani ma anche sugli immigrati", prosegue Di Tora parlando di "due realtà collegate che ci ricordano che l'Italia non è solo paese di immigrazione ma anche di emigrazione".


DI TORA: LE PARTENZE CONTINUANO, NUMERI COMPLESSI
"E' evidente l'impegno della Chiesa per la mobilità umana. Un tema caldo, scottante, che ci interroga. Oggi la persona in cammino rimane al centro di ogni nostro pensiero e studio". Così Guerino Di Tora, presidente della Fondazione Migrantes, intervenendo alla presentazione del Rapporto italiani nel mondo 2020. "L'Italia è cambiata e continua a cambiare, oggi ridiventando paese di forte emigrazione - afferma Di Tora -. Partono ancora, sempre più numerosi e con numeri dalla lettura complessa”.


LICATA: RAPPORTO ITALIANI NEL MONDO LAVORO TRANSNAZIONALE
"Non ci siamo lasciati scoraggiare, la distanza non è assenza ma essere diversamente presenti. Questa giornata è un riconoscimento importante del lavoro di questi anni. La distanza non potrà rovinare nulla a chi, come noi, è abituato ad essere diversamente presente e multisituato". Lo ha detto Delfina Licata, curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo, intervenendo alla presentazione del Rapporto Italiani nel Mondo 2020 della Fondazione Migrantes. Il rapporto è frutto di un lavoro "transnazionale".


MORGANTE (TV2000): UN VIDEO RACCONTA IL RAPPORTO
Un video per "rendersi conto, attraverso le immagini, dell'importanza del lavoro che viene svolto dalla Fondazione Migrantes e dell'importanza del tema che stiamo affrontando partendo dalla umanità, non solo di numeri". Lo ha detto Vincenzo Morgante, direttore di TV2000, presentando il video di TV2000 dedicato alla XV edizione del Rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes. "Tv 2000 ha avuto il privilegio di dare una mano alla Fondazione Migrantes. È una collaborazione che nasce da una comune appartenenza".

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