Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Il mondo visto con
gli occhi degli ultimi

di Paolo Pagliaro

Papa Francesco osa l’inosabile e da oggi predica in Iraq. E’ la prima visita di un papa nella terra in cui nacque Abramo, onorato da cristiani, ebrei e musulmani con il titolo di “amico di Dio”.  E’ anche la prima in un Paese a maggioranza sciita.
Le ragioni  della missione si trovano nell’enciclica Fratelli Tutti. Lì Francesco ha indicato nella fraternità e nell’amicizia sociale le vie maestre per costruire un mondo più giusto.
In Iraq il papa trova la  pandemia di coronavirus senza una speranza di un vaccino per tutti; una crisi economica devastante, con 12 milioni di poveri su 37 milioni di abitanti;  la violenza endemica provocata dagli attacchi dello stato islamico, dal dilagare delle milizie, dai conflitti religiosi, dalla guerra per procura tra Iran, Stati Uniti e le potenze regionali.   A Mosul lo attende ciò che è rimasto della città e della comunità cristiana, decimata dopo le devastazioni e i massacri ad opera dell’Isis.
La Mesopotamia è stata la culla delle civiltà antica, ma negli ultimi decenni chi è nato lì ha visto intorno a  sé soprattutto  violenza e morte.  Non è uguale al nostro, il  mondo visto con gli occhi di un bambino irakeno. Ricordarlo significa mettere in discussione i paradigmi  della politica estera occidentale dove gli interessi lasciano sempre meno spazio  ai valori.  
Come è noto le divisioni di cui dispone il papa sono disarmate, ma ciò non toglie che consolidare i rapporti tra il Vaticano, dunque la cristianità,  e il mondo islamico  può contribuire a ridurre le tensioni in ogni parte del mondo, compresa la nostra.  

  

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