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direttore Paolo Pagliaro

Economia circolare
anche per l’acqua 

di Paolo Pagliaro

Ogni giorno l’Italia paga 165 mila euro per le infrazioni comunitarie che riguardano la depurazione delle acque. Sono circa 60 milioni di euro l’anno. Mancano fognature, le reti sono vecchie e non adeguate al numero di abitanti, non ci sono i depuratori che servono a restituire al mare un’acqua pulita. La situazione è allarmante soprattutto al Sud, con Sicilia e Calabria ma anche gioielli turistici come Ischia prive di impianti o con impianti obsoleti. Da un anno è al lavoro il nuovo Commissario Unico per la Depurazione, Maurizio Giugni, un’autorità internazionale in materia di costruzioni idrauliche. A lui lo Stato ha chiesto di ridurre sprechi, inquinamento e infrazioni, cosa che il professore cerca di fare accelerando quanto più possibile le procedure e le gare, avviando nuovi cantieri, completando quelli iniziati. Durante l’annuale Festival dell’Acqua, che si è svolto oggi, Giugni ha presentato il suo primo bilancio mentre Utilitalia – l’associazione delle imprese idriche e ambientali – ha documentato la crescita degli investimenti per il rinnovamento degli impianti. Alcune utilities nazionali sono tecnologicamente tra le più avanzate d’Europa- Ma mentre le gestioni industriali investono 46 euro per abitante, quelle comunali “in economia” ne spendono 8, molto al di sotto di ciò che servirebbe per ridurre le perdite, migliorare la qualità dell’acqua depurata e adeguare il sistema fognario. 
Anche nella gestione delle risorse idriche, il modello del prossimo futuro sarà quello dell’economia circolare, l’unico in grado di ridurre stabilmente gli sprechi. All’Enea si ritiene che, in seguito al cambiamento climatico, nel 2030 la disponibilità di acqua a livello globale potrebbe ridursi del 40% rispetto ad oggi.

(© 9Colonne - citare la fonte)