E’ uscito da pochi giorni, ma è già in vetta tra le preferenze delle letture di saggistica, “Il Presidente – La nuova Italia di Draghi” il nuovo libro di Monica Setta (edito da Piemme). La giornalista, dopo il successo di “Quadrare i conti – Manuale di economia per le famiglie” (Rai Libri), torna a occuparsi di saggistica e politica, raccontando quello che è sicuramente il personaggio politico più in vista del momento. Competenza, sobrietà, pragmatismo. Eleganza. Dal Tesoro alla Bce passando per Bankitalia, la lunga carriera di Mario Draghi è costellata di successi e grandi prese di posizione. Accettare la carica di presidente del Consiglio ha significato per lui una responsabilità nuova, una sfida su cui misurarsi per rimettere in moto un Paese sfiancato dalla pandemia. Il libro di Monica Setta racconta l’uomo, il politico, il fine economista attraverso la sua biografia personale, i suoi discorsi e le testimonianze di chi lo conosce bene o ha avuto modo di incontrarlo in questi mesi. E poi racconta gli uomini di fiducia, la sintonia con le parti sociali, i rapporti con i segretari dei partiti, da Matteo Salvini a Enrico Letta, e alcuni retroscena inediti. Non solo: la scommessa del Recovery Fund e il piano vaccinale, le strategie per rendere sostenibile il debito attraverso le riforme saranno i temi cruciali della sua presidenza. "Il Presidente" non è soltanto un’analisi a tutto tondo su Mario Draghi e la sua mission di governo, ma è soprattutto il ritratto in presa diretta di un’Italia finalmente in grado di affrontare i suoi problemi endemici e di guardare al futuro con maggiore ottimismo.
L'AUTRICE Monica Setta, laureata in filosofia, è giornalista professionista dal 1989. Ha lavorato ai quotidiani Avvenire, Il Giorno, La Voce di Indro Montanelli, Corriere della Sera, e ai periodici Sette, Io Donna, Capital, Milano Finanza, Amica, Il Mondo, Gente, Gente viaggi, Gioia, Psychologies ed Elle, ma anche sul web all’Agi e a Tiscali.it. Attualmente scrive di finanza su Economy e Investire. Ha ideato e condotto programmi radiofonici (Radio 2, Radio 24, Radionorba) e Tv tra La7, Rai e Mediaset (“Donne allo specchio”, “Doppio misto”, “Bye bye baby”, “Contatto diretto”, 4 edizioni di “Domenica In”, “Il fatto del giorno”, “Solo per amore”, “Peccati – I sette vizi capitali”, “Seconda Serata Estate”). Nel 2015 ad Agon Channel ha condotto il quotidiano “Mattino chic” e un salotto settimanale (“Quello che le donne non dicono”). Ha lavorato a lungo come autore e conduttore nelle reti Rai per ragazzi. Il suo programma “Storie di ragazzi”, in onda su Rai Gulp, ha ricevuto il prestigioso Premio del Moige come “migliore trasmissione Rai” nella fascia 8-16 anni. Dal 2017, è nella squadra di Michele Guardì, dal 2019 è conduttrice, con Tiberio Timperi di “UnoMattina In Famiglia”, in onda tutti i weekend su Rai 1. Da aprile 2021 conduce tutti i sabati e le domeniche la trasmissione “Parla con lei” su Isoradio, che si è succeduta a “Lido Monica”, attualmente in onda dal lunedì al giovedì. Questo è il suo tredicesimo libro. (Red) FOTO: Federico Guberti
“MY PERSONAL COVID”, L'ESPERIENZA DI LUIGI CARLETTI
“My personal Covid” di Luigi Carletti, giornalista e scrittore, oggi editore, è la cronaca in presa diretta di un viaggio (e ritorno) nell’inferno del virus. Il racconto puntuale dell’evoluzione della malattia, dalle prime cure in casa fino al ricovero al Policlinico Umberto I di Roma, quando il testa a testa con il Covid diventa una lotta per la sopravvivenza. Una storia molto personale che però è anche la storia di tante altre persone. Sabato 8 maggio 2021. C’è una data cruciale nel racconto, quasi un diario, di Luigi Carletti. In quella che avrebbe dovuto essere la giornata del vaccino, all’hub della stazione Termini, Carletti si ritrova al pronto soccorso di Malattie infettive del Policlinico. C’è andato di sua volontà, e presto scoprirà che questa scelta gli ha salvato la vita. E mentre osserva, con il piglio da giornalista di lungo corso, gli altri contagiati come lui, omprende di essere appeso a un filo. O meglio, a un ascensore: al primo piano i malati meno gravi, al piano terra la terapia intensiva. Ironia, sincerità, fatalismo, tristezza: ci sono tutte le gamme di sentimenti nel libro “My personal Covid”, in uscita in questi giorni con Typimedia Editore nella collana Phoenomena Trend. E non manca l’analisi su ciò che è bene fare ma, soprattutto – avverte l’autore – su ciò che non bisogna fare. Perché la “vigile attesa” che propone il protocollo da Covid-19, scrive Carletti, è l’anello debole della catena. E aspettando a casa con paracetamolo e saturimetro si rischia di oltrepassare il punto fatale. Quanti ne ha uccisi la “vigile attesa”? – si chiede Carletti. Una domanda che nel libro trova risposte destinate ad aprire non poche polemiche. “Adesso comincio a capire perché in tanti ci hanno lasciato la pelle: il punto di non ritorno è esattamente come questo virus. Subdolo, malvagio, imprevedibile” scrive l'autore. "My personal Covid" (Typimedia Editore, 104 pag, € 12,90) è disponibile in libreria e in edicola. È inoltre possibile acquistare il libro online sul sito www.typimediaeditore.it.
PAOLO DI PAOLO RACCONTA "I CLASSICI COMPAGNI DI SCUOLA"
Immagina una classe fatta dai protagonisti dei classici della letteratura: ciascuno con i suoi pregi e difetti, sogni e avventure da raccontare! Estroverso come Passepartout. Intemperante come Jo March. Avventuroso come Tom Sawyer. Ribelle come il Barone Rampante. Ostinato come Oliver Twist. Saggia come Wendy. Curiosa come Scout. Arrabbiato come Franti. Fantasiosa come Alice. Istintivo come Buck. Vitale come Anne Frank. In "I classici compagni di scuola" (Feltrinelli) Paolo Di Paolo ci racconta undici indimenticabili personaggi della letteratura come se fossero i nostri compagni di banco. Perché, in fondo, leggere significa questo: incontrare gli altri. Scoprirli, innamorarsene, essere loro complici nelle imprese più spericolate... per poi non lasciarli più! L'autore è nato nel 1983 a Roma. Ha pubblicato i romanzi "Raccontami la notte in cui sono nato" (2008), "Dove eravate tutti" (2011; Premio Mondello e Super Premio Vittorini), "Mandami tanta vita" (2013; finalista Premio Strega), "Una storia quasi solo d’amore" (2016), "Lontano dagli occhi" (2019) Premio Viareggio-Rèpaci, tutti nel catalogo Feltrinelli e tradotti in diverse lingue europee. Molti suoi libri sono nati da dialoghi: con Antonio Debenedetti, Dacia Maraini, Raffaele La Capria, Antonio Tabucchi, di cui ha curato Viaggi e altri viaggi (Feltrinelli, 2010), e Nanni Moretti. È autore di testi per bambini, fra cui La mucca volante (2014; finalista Premio Strega Ragazze e Ragazzi) e I Classici compagni di scuola (Feltrinelli, 2021), e per il teatro. Scrive per “la Repubblica” e per “L’Espresso”. (red)
"I MORTI DI APRILE" DI ALAN PARKS
"I morti di aprile" di Alan Parks è in libreria per Bompiani. Aprile 1974. Harry McCoy ha trentadue anni e un’ulcera allo stomaco. Fare il poliziotto a Glasgow non aiuta di certo, soprattutto dopo che è esplosa una bomba in un appartamento in uno dei quartieri più miseri della città. Intanto si sono perse le tracce di Donny Stewart, giovane marinaio americano di stanza nella base navale di Holy Loch, e il padre, ex ufficiale ed ex boxeur, ha attraversato l’Atlantico per cercarlo e chiede aiuto proprio all’ispettore. McCoy intuisce che i due fatti sono collegati e comincia a scavare fino a scoprire le radici di un gruppo terrorista. Come se non bastasse Stevie Cooper, l’equivoco amico di una vita, lo coinvolge in una faida tra bande rivali, mentre un’altra bomba colpisce il cuore della città. In una corsa contro il tempo, tra attentati e segreti impronunciabili, McCoy è chiamato a risolvere il mistero dei morti di aprile. L'autore è nato in Scozia e ha lavorato per oltre vent’anni nel mondo della musica. Vive a Glasgow. "Gennaio di sangue", romanzo d’esordio pubblicato da Bompiani nel 2019, è stato accolto con grande calore dalla critica e dal pubblico. Sempre Bompiani ha pubblicato gli altri due romanzi con protagonista l’ispettore Harry McCoy, "Il figlio di febbraio" e "L’ultima canzone di Bobby March". (red)
LA PESTE ANTONINA E IL COVID19: UN'ANALISI DI GIUSEPPE TESTA
In libreria, per la casa editrice Salerno, "La peste antonina. Storia della prima pandemia: alla Cina alla Roma Imperiale" di Giuseppe Testa, medico, professore ordinario di Biologia Molecolare presso l’Università Statale di Milano e Direttore del Laboratorio di Epigenetica delle Cellule Staminali dell’Istituto Europeo di Oncologia. Dieci milioni di morti fra uomini, donne e bambini. È il bilancio della peste antonina che, sotto il principato di Marco Aurelio, flagellò l’Impero romano all’apice della sua potenza. Alcuni storici del mondo antico considerano questa epidemia la causa remota della gravissima crisi che avrebbe travolto la Roma dei Cesari; ma tutti ne circoscrivono la portata entro i limiti dell’Impero. Oggi però, la diffusione delle infezioni di origine zoonotica, di cui il Covid-19 è la variante piú recente, ha indotto a riconsiderare la questione da una visuale differente: quella dei virologi. Ponendo a confronto le fonti storiografiche latine e quelle della Cina degli Han, emerge un nuovo quadro: la peste antonina arrivò in Occidente dalla Cina imperiale tramite l’incrocio in Persia fra i legionari romani in guerra coi Parti e i mercanti cinesi in pianta stabile a Baghdad. Questa ipotesi traccia un itinerario epidemiologico analogo a quello del Covid-19 disegnando uno scenario in cui la pandemia che ci affligge apparirebbe come l’ultimo ritrovato di un tipo di infezione animale-uomo risalente almeno a due millenni fa. Se cosí fosse, la peste antonina andrebbe considerata come la prima pandemia documentata della storia e da essa, forse, abbiamo ancora qualcosa da imparare. Prefazione di Kyle Harper, fra i maggiori esperti mondiali di storia delle epidemie. (Red)
MARE, SOLE E CULTURA: TORNA LA STORICA RASSEGNA LETTERARIA A POSITANO
“In piccioletta barca. Navigando tra le parole” è il tema quanto mai necessario, oltre che immaginifico, della 29esima edizione di “Mare, Sole e Cultura”, la storica rassegna letteraria di Positano presieduta da Aldo Grasso e organizzata dall’Associazione Culturale Mare, Sole e Cultura in collaborazione con Mondadori e il Comune di Positano. Un tema che prende le mosse dal secondo canto dell’Inferno di Dante nel settecentesimo anniversario dalla morte, dedicando al Divin Poeta un’edizione particolare, attraverso la quale ricominciare il viaggio della rassegna – ma non solo – nel mare magnum delle parole. Un lungo viaggio nella letteratura contemporanea, dal 23 luglio all’8 ottobre, alla scoperta di nuove rotte da vivere e raccontare. A presentare la rassegna e a fare il punto della situazione sul panorama editoriale ci pensa Enzo D’Elia, direttore artistico della rassegna. “Sono trascorsi quasi trent’anni dalla prima edizione di ‘Mare, Sole e Cultura’ a Positano. Trent’anni in compagnia dei nomi più prestigiosi del panorama letterario nazionale e internazionale. Trent’anni di dibattiti, confronti e riflessioni sui temi più vari di quella che è stata, ed attualmente è la nostra contemporaneità. Se è vero, come ha scritto Jorge Luis Borges, che noi siamo la nostra memoria, oggi più che mai ‘Mare, Sole e Cultura’ rappresenta la memoria non solo di Positano, ma di tutti coloro i quali hanno creduto in questa iniziativa, l’hanno sostenuta e continuano a riconoscere il suo valore. Nonostante la tempesta che ci ha colpiti tutti, ‘Mare, Sole e Cultura’ continua a navigare e prosegue il suo viaggio nella convinzione che senza memoria non c’è futuro”.
L’INTERVISTA A ENZO D’ELIA Un futuro editoriale che a inizio pandemia ha vacillato prima di vivere un’evoluzione che, se in parte era già in atto, si è resa quanto mai necessaria alla luce dei cambiamenti nelle dinamiche sociali. “Sebbene durante il primo lockdown – continua D’Elia – si sia avuta una fase di arresto del mercato editoriale, dipeso non solo dalla chiusura delle librerie ma anche dal fatto che molti editori sono stati costretti a rimandare le uscite e a riprogrammare interi piani editoriali, con il passare dei mesi diverse ricerche ci hanno mostrato che nel 2020 c’è stata maggiore attenzione ai contenuti in formato digitale, vedendo un incremento dell’acquisto di eBook ma anche dell’ascolto di audiolibri e podcast. Ancora oggi questi formati, che sono stati in parte bistrattati dai “puristi” della lettura, continuano a far registrare una crescita di lettori”. Un dato incoraggiante che vede i giovanissimi in prima linea: “Tra le tante conseguenze della pandemia ce n’è una positiva perché il numero dei lettori italiani è raddoppiato: circa il 27% è rappresentativo di una fascia d’età che parte dai 18 anni, la categoria dei giovanissimi che, essendo tra i più assidui fruitori di strumenti tecnologici, hanno fatto proprie queste nuove esperienze di lettura, dagli eBook agli audiolibri”. L’esperienza ibrida della lettura ha trovato una sua declinazione anche negli eventi letterari: l’emergenza ha spinto infatti gli organizzatori a trovare nuove formule per raggiungere i lettori, abbinando all’evento in presenza la condivisione live via streaming. “Già dallo scorso anno abbiamo scelto di far convivere entrambe le forme, tutti gli eventi sono trasmessi in diretta sulla pagina Facebook e sul canale Yotube della rassegna. Sebbene gli eventi in presenza consentano di rendere la lettura, che è principalmente un’esperienza personale, una esperienza condivisa attraverso un confronto diretto non solo con gli autori ma anche con gli altri lettori, credo che la situazione che abbiamo vissuto, per quanto forzata, ci abbia offerto una grande opportunità. Grazie alle dirette streaming abbiamo abbracciato un nuovo pubblico e siamo riusciti a dare un respiro più ampio ai nostri incontri”. Sul sito www.maresolecultura.it e sui canali social dell’Associazione Culturale è possibile consultare il programma degli incontri ai quali si può accedere solo su prenotazione, nel rispetto delle norme di sicurezza per il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid-19. (Ede - 23 lug)
LUCCA CITTÀ DI CARTA TORNA AD APRILE 2022 AL REAL COLLEGIO
Dopo il successo della prima edizione nell’estate della pandemia, torna Lucca Città di Carta, il Festival dedicato ai libri, alla carta, all’arte e alla stampa. L’evento si sposta in primavera, sua collocazione originaria pre-covid, e si terrà dal 23 al 25 aprile 2022 al Real Collegio, sempre a ingresso gratuito, organizzato dal doppio team delle associazioni Nati per Scrivere e L’Ordinario. Le date sono state rese note questa mattina, in concomitanza con il lancio sui social del trailer https://www.youtube.com/watch?v=Vbr85UhH6Fc realizzato da Christian Dallari e Romina Lombardi. “Dopo quello che per noi è stato davvero il piccolo grande miracolo della prima edizione – siamo stati tra i rarissimi eventi nazionali legati ai libri e all’editoria a svolgersi nell’estate 2020, con oltre 100 eventi, 80 ospiti e 3500 partecipanti nonostante le incertezze legate al covid e in piena sicurezza – ci siamo presi una doverosa pausa con l’arrivo, purtroppo, della seconda ondata – spiegano gli organizzatori - e ora eccoci qui, carichi e pronti per ricominciare l’incredibile esperienza che è Lucca Città di Carta. In caso di altre ondate – che speriamo non arrivino mai – ci sposteremo nuovamente in agosto; la cultura non si deve fermare, lo ha già fatto fin troppo”. La macchina dell’evento si è dunque rimessa in moto, e si lavora a pieno ritmo sia sulla parte di fiera del libro, sia sui contenuti artistici e culturali. Confermata la collaborazione con molti dei partner che hanno dato vita alla prima edizione e con le scuole, sulle quali, anzi, con il ritorno di data ad aprile, si prospetta un ancor maggiore coinvolgimento. Le prime novità si sapranno tra fine settembre e ottobre, quando il Festival, come di consueto, si presenterà alla città in una prima e informale conferenza stampa in un luogo simbolo di Lucca legato all’evento. “La misura del successo della prima edizione, non ce lo ha dato il numero in sé, alto, della partecipazione, ma l’entusiasmo del pubblico che dal quel numero è rappresentato – spiegano Alessio Del Debbio e Romina Lombardi, direttori del festival - Abbiamo sempre detto che Lucca Città di Carta non sarebbe stata una fiera classica, il nostro obiettivo era il connubio, il dialogo reale tra le parti pubblico-espositori-artisti, con la scelta mirata delle persone e delle professionalità da includere nel progetto, è così è stato. Nonostante il covid, il calore umano, lo scambio culturale è stato alto, da entrambe le parti, come ci hanno dimostrato le numerose mail giunte e il feedback di quei giorni. Stiamo lavorando su alcune novità, ma ne riparleremo più avanti, ora è il momento del lavoro a testa bassa”. Nel frattempo, sono già aperte le iscrizioni per gli espositori, le adesioni, le proposte di collaborazione e le partnership. Per tutte le informazioni si può navigare sul sito www.luccacittadicarta.it o scrivere a eventi@luccacittadicarta.it. (red – 23 lug)
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