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direttore Paolo Pagliaro

QUARANTENA LAVORATORE PESA 1.000 EURO SU AZIENDA

QUARANTENA LAVORATORE PESA 1.000 EURO SU AZIENDA

Salasso per le imprese italiane in vista della ripresa post ferie e delle riaperture: “la quarantena dei dipendenti, non più considerata ‘malattia’ dall’Inps, a causa dell’ennesimo pasticcio normativo, sarà di fatto scaricata sui datori di lavoro” sostiene Unimpresa. “Tutto questo con un costo di circa 1.000 per dipendente. Le aziende, infatti, dovranno inevitabilmente ‘coprire’ il mancato riconoscimento, da parte dell’Inps, delle prestazioni pagate in durante le assenze per malattia e, fino allo scorso 6 agosto, riconosciute anche a chi, per legge, viene obbligato a restare nel proprio domicilio, quindi senza poter lavorare, nel caso di contatto stretto con persona contagiata dal Covid”. L’associazione sostiene che “se le aziende non copriranno le prestazioni Inps, per i lavoratori ci sarà un danno in busta paga tra i 600 e i 700 euro, in media, per 10 giorni di assenza. Considerando tre settimane di assenza, invece, cioè il periodo più lungo per l’isolamento fiduciario con scarsi sintomi, che corrispondono a 15 giorni lavorativi, la retribuzione mensile potrebbe calare di 950-1.000 euro. Per le imprese si tratterebbe in ogni caso di fare i conti con un danno, che potrebbe essere doppio: gestire l’assenza di personale, che in caso di contagi aziendali potrebbe addirittura dimezzarsi, quindi con conseguenze sull’operatività aziendale, e, contemporaneamente, subire un peso per l’eventuale compensazione dei ‘buchi’ nelle retribuzioni dei dipendenti. Il discutibile stop è arrivato con il messaggio del 6 agosto 2021, con il quale l’Inps ha infatti annunciato che per l’anno 2021 le prestazioni di malattia legate alla quarantena fiduciaria non saranno più equiparate ad una malattia e dunque non potranno essere riconosciute dall’Istituto, come a dire o paga l’azienda oppure il lavoratore si vedrà lo stipendio tagliato per quelle giornate. Inoltre, i lavoratori cosiddetti ‘fragili’, quelli che più di ogni altra categoria avrebbe dovuto essere tutelata e protetta, saranno coperti soltanto fino a giugno 2021, dopodiché anche per loro si apre un ‘buco’ che qualcuno dovrà coprire e tutto questo nel momento in cui purtroppo i dati sui contagi riprendono ad aumentare”. (23 ago - red)

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