di Paolo Pagliaro
Nel giro di poche ore è giunto un doppio SOS dai nuovi mondi digitali. Contro un uso non intelligente dell’intelligenza artificiale ha lanciato l’allarme la Banca d’Inghilterra. Il rischio, secondo :il governatore Andrew Bailey, è che si affermi una "mentalità di gregge", che potrebbe indurre molte banche e aziende del settore finanziario a seguire le stesse indicazioni e prendere le stesse decisioni, distorcendo il mercato e minando il sistema.
Timori analoghi sono stati espressi di recente dalla Sec americana, l’equivalente della nostra Consob: Gary Gensler, il suo capo, ha detto che l’intelligenza artificiale rischia di diventare un problema enorme per la stabilità finanziaria. Affidate a un algoritmo, tutte le intelligenze sarebbero molto simili se non uguali, con gli stessi difetti e limitazioni. Se tutti gli investitori fanno le stesse domande e ottngono le stesse risposte , il rischio è che finiscano tutti insieme nello stesso burrone, e noi risparmiatori con loro.
Il secondo SOS riguarda la tenuta delle reti che gestiscono il traffico dei dati. Questa volta l’allarme viene dall’Italia. Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim, sostiene che l’aumento esponenziale di applicazioni e servizi proposti dalle grandi piattaforme digitali può portare al collasso. Non è solo una questione di costi e di ricavi, anche se negli ultimi anni il consumo di dati si è moltiplicato per 10 e il prezzo per i consumatori si è ridotto di quasi un quarto. Sostiene il manager che comincia a diventare sempre più difficile immaginare un futuro in cui il consumo dei dati possa continuare a essere considerato illimitato. Titolo dell’intervento: “il magico mondo del digitale non può più funzionare”.