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ABRUZZO, VENTO NON CAMBIA
CAMPO LARGO, E ORA?

ABRUZZO, VENTO NON CAMBIA <br> CAMPO LARGO, E ORA?

Gongola il centrodestra, dopo che il vento abruzzese ha soffiato in un'altra direzione rispetto a quello sardo. "I sedicenti meteorologi che dicevano che stava cambiando il vento hanno sbagliato tutte le previsioni" ironizza la senatrice forzista Licia Ronzulli. Il campo 'larghissimo' (più largo ancora di quello schierato in Sardegna, vista la convergenza anche di Azione e Italia Viva sullo stesso candidato) non ha sfondato nella regione, che ha preferito - confermando il governatore uscente Marco Marsilio - la rodata formula del centrodestra. "Non importa quanto un campo sia largo, ma quanto un campo sia coeso" è la morale tratta dal premier Giorgia Meloni. Dal canto suo, il candidato Luciano D'Amico ha ringraziato "tutti i leader politici per il formidabile sostegno che ci hanno dato", ricordando che "sono venuti più volte, come sapete, non a fare passerelle elettorali, ma sono entrati nel merito dei problemi del nostro territorio". Impegno che, però, non è valso ai fini di una vittoria che, a due settimane appena da quella sarda, avrebbe potuto davvero mettere in difficoltà maggioranza e governo. Una speranza concreta, anche considerando che è la prima volta che l'Abruzzo conferma un governatore uscente. La realtà però ha detto una cosa diversa. Nonostante la sconfitta, questo campo 'larghissimo' potrà avere un futuro? Elly Schlein, che può contare su un buon risultato di lista del Pd (che ha superato quota 20%) vede il bicchiere mezzo pieno: ''Unendo le nostre forze attorno a una visione comune abbiamo riaperto la partita", e "questo ci sprona a continuare a batterci con ancora più determinazione per costruire un'alternativa solida". "Continueremo a seminare - assicura - sappiamo che sarà un lavoro di costruzione paziente".

In casa M5S, invece, il 7% preso dalla lista, pur considerando la cronica debolezza dei pentastellati sui territori, non può lasciare soddisfatti: "Registriamo il risultato modesto del Movimento 5 Stelle - ammette senza mezzi termini il presidente Giuseppe Conte - che ci spinge a lavorare con sempre più forza sul nostro progetto di radicamento nei territori, per convincere a impegnarsi e a partecipare soprattutto i troppi cittadini che non votano più. Dobbiamo farlo sulla scia della vittoria ottenuta in Sardegna, che ci ha portato qualche giorno fa ad eleggere la prima Presidente di Regione M5S della storia, Alessandra Todde. Un segnale da cui ripartire". Nessuna menzione, però, ad alleanze o campi larghi: non è un mistero, d'altronde, che su questo fronte Conte sia più 'freddo' di Schlein e del Pd. Come, d'altronde, il leader di Azione Carlo Calenda che nella sua newsletter scrive: "Le elezioni abruzzesi dimostrano in primo luogo quanto sia sbagliato parlare di 'vento che cambia' a livello nazionale per un'elezione vinta in Sardegna per 1.600 voti, grazie al voto disgiunto nel centro destra. Purtroppo, sappiamo che questa è una tentazione irresistibile per politici e media. Tralascio ogni commento relativo ai fantomatici campi larghi che non esistevano prima e non sarebbero esistiti neppure nel caso di una vittoria in Abruzzo. Ogni elezione regionale fa storia a sé ed è influenzata da dinamiche locali". Parole che suonano come un 'de profundis' per il campo largo. Certo è che la "pazienza" promessa da Elly Schlein dovrà essere davvero molta, e le sconfitte sicuramente non aiutano: come recita lo slogan dello storico presidente della Juventus, Giampiero Boniperti, "vincere non è importante, è l'unica cosa che conta". Lezione che il centrodestra - caso sardo a parte - sembra aver appreso a memoria negli ultimi tempi.

(© 9Colonne - citare la fonte)