Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

‘Un’estate favolosa’ con Carolina Benvenga

Teatro
Dai palchi più prestigiosi agli spettacoli di provincia, lo "Speciale teatro" presenta ogni settimana le novità in cartellone in giro per l'Italia. Tra classici della commedia e della tragedia, opere, One man show, cabaret e "prime", le rappresentazioni teatrali vengono anticipate attraverso una descrizione sintetica dello spettacolo, della sua scenografia e dei suoi autori e interpreti, oltre a un piccolo vademecum con le date e gli orari.

  ‘Un’estate favolosa’ con Carolina Benvenga

Dopo il successo del tour natalizio, Carolina Benvenga torna in scena da giugno con “Un’estate Favolosa”, un nuovo spettacolo all’insegna della musica e del divertimento per i più piccoli e le loro famiglie. Manca poco all’inizio delle vacanze e a scuola arriva una supplente un po’ bizzarra che trasforma ogni lezione in una spassosa babydance: Carolina! Secondo voi, in così poco tempo, riuscirà a conquistare anche gli alunni più monelli? E come convincerà gli altri insegnanti a far festa insieme a lei? Tra le coreografie e le canzoni più amate dai bambini, venite con noi alla scoperta di uno show che ci farà vivere…un’estate favolosa! Queste le prime date: 11 giugno - POTENZA, Arena Stadio A. Viviani (ore 20,15), 5 luglio - CASERTA, Belvedere San Leucio (ore 20,15); 8 luglio - PALERMO, Teatro di Verdura (ore 20,15)¸9 luglio - ZAFFERANA ETNEA, Anfiteatro Falcone e Borsellino (ore 20,15); 8 agosto - SABAUDIA, Arena del Mare (ore 20,15); 10 agosto - PAESTUM, Arena Templi di Paestum (ore 20,15); 12 agosto - DIAMANTE, Teatro dei Ruderi di Cirella (ore 20,15).I biglietti per questo nuovo spettacolo, con la regia di Morena D’Onofrio e le coreografie di Fiorella Nolis, sono disponibili su Ticketone. “Un’estate favolosa” è prodotto e distribuito da Stefano Francioni Produzioni e Ventidieci.

Carolina Benvenga 34 anni, metà romana, metà salentina di Gallipoli, Carolina a 8 anni è già sul set e inizia a lavorare, a 12 con il maestro Abbas Kiarostami, il suo palmares conta decine di film e serie tv. Nel 2012 sceglie di dedicarsi alla conduzione e al mondo dei bambini, iniziando un percorso all'interno di Rai Kids; con la sua empatia e la sua spontaneità, conquista le famiglie italiane. Protagonista e conduttrice de “La posta di YoYo”, programma di punta del canale dedicato ai ragazzi, in onda tutti i giorni dal lunedì al venerdì, ha all'attivo anche diverse collaborazioni con Lo Zecchino d'Oro, un film per il cinema e la pubblicazione di tre libri per bambini. Grazie ai messaggi positivi e educativi che riesce a trasmettere con i suoi video e nei programmi tv di cui è la protagonista, Carolina diventa una sorta di Mary Poppins 2.0: educatrice stravagante, come una sorella maggiore, idolo sul piccolo schermo e su YouTube per le famiglie e per i bambini, che con lei sognano, si divertono e imparano a giocare con la fantasia. Le mamme l’hanno eletta regina del web, contribuendo ad aumentare la popolarità di Carolina. Sono loro le sue prime fan, sostenendola e facendo diventare virali i video che posta sul suo canale YT, con le simpatiche coreografie di baby dance. Sono video di ogni tipo, per tutti i gusti, un modo diverso per giocare con i bambini, che imparano la coordinazione, imparano a cantare, a divertirsi anche se da soli, e a condividere questi momenti con la propria famiglia. Al tempo stesso apprendono i messaggi, che spesso si trovano nelle canzoni stesse, soprattutto negli inediti di Carolina, che regalano sempre immagini, insegnamenti e strumenti importanti per loro. È reduce da un tour nei teatri di tutta Italia con il suo spettacolo natalizio “Un Natale Favoloso… a Teatro” e lo scorso dicembre ha condotto, insieme ad Andrea Dianetti, le prime due puntate dello Zecchino D’Oro andate in onda su Rai1. (red- PO – Gil)

MAX GIUSTI IN “BOLLICINE”, DISTILLATO DI COMICITÀ

Dopo l’incredibile successo della commedia musicale diretta da Massimo Romeo Piparo, il campione d’incassi Max Giusti smette i panni del Marchese del Grillo e torna a indossare l’abito da mattatore. L’istrionico comico, attore e conduttore torna sul palcoscenico del Teatro Sistina con il suo nuovo spettacolo Bollicine.  Bollicine perché Max vuole “stapparsi”, sprigionare tutta la sua energia e tirare fuori i pensieri accumulati in questi anni di “silenzio”. È proprio grazie all’esperienza del Marchese del Grillo che Max ha capito che le cose vanno dette, chiare e tonde, senza filtri, come faceva lui.  Ed è così che all’apice della sua maturità, personale e professionale, Max è pronto a dire le sue verità più scomode: i danni che ha creato il patriarcato alle donne ma anche agli stessi uomini, l’amore che è sempre più a tempo determinato, crescere figli con in testa dei modelli totalmente superati, essere un volto tv quando tutti dicono di guardare solo le serie, etc. Un flusso di coscienza irresistibile, un viaggio nei nostri tempi che porterà l’attore a dimostrare al pubblico che la gabbia del politicamente corretto, di cui tanto si parla, in realtà non è mai esistita. 5 anni di riflessioni, di scrittura, hanno dato vita a Bollicine, un vero e proprio distillato di comicità rivolto al futuro con zero nostalgia per il passato. (red Gil)

 

 

A ROMA “LA LOCANDIERA” CON SONIA BERGAMASCO

 

 

Dal 17 al 28 aprile al Teatro Argentina di Roma va in scana “La locandiera”, il classico di Goldoni con la regia di Antonio Latella e con Sonia Bergamasco.Latella pluripremiato protagonista della scena teatrale contemporanea, firma la regia di un grande classico goldoniano che pone per la prima volta al centro della storia e del palcoscenico una donna. In scena oltre a  Bergamasco, Marta Cortellazzo Wiel, Ludovico Fededegni
Giovanni Franzoni, Francesco Manetti, Gabriele Pestilli, Marta Pizzigallo, Valentino Villa.

 

AL DUSE LA BLACK COMEDY ‘IL MALLOPPO’ CON MARINA MASSIRONI

 

Scritto negli anni Sessanta dal drammaturgo inglese Joe Orton, è uno degli esempi più famosi e divertenti della black comedy in pieno stile british in cui, con ironia e cinismo, si attaccano i capisaldi della società borghese: le forze dell’ordine, il matrimonio, il culto della morte. È ‘Il Malloppo’, lo spettacolo diretto da Francesco Saponaro che andrà in scena dal 12 al 14 aprile al Teatro Duse di Bologna (ore 21, domenica ore 16). Sul palco Marina Massironi, Gianfelice Imparato e Valerio Santoro che mettono il proprio talento a servizio di un testo corrosivo e dal ritmo incalzante ancora poco rappresentato in Italia.  Al centro della storia, due ladri inesperti che decidono di svaligiare la banca accanto all’impresa di pompe funebri in cui lavorano ma sono costretti a nascondere la refurtiva nella bara della madre appena deceduta di uno di loro. Così, tra furti, omicidi, intrighi amorosi e indagini, inizia una rocambolesca sequela di situazioni spassose e assurde, tipiche dello humor nero britannico. “Il Malloppo è una dark comedy dai toni farseschi e dalla comicità dissacrante. – spiega Saponaro nelle sue note di regia - Il dialogo serrato, iperbolico e surreale, mutuato dal teatro dell'assurdo, mette in campo una critica spietata alla società inglese degli anni Sessanta. Ma Orton, con il suo stile anarchico, contro le forme della ‘buona società borghese’, anticipa i toni della cultura underground e della rivoluzione punk”. “I personaggi, tutti molto fanatici, dall'estremismo criminale dei giovani all'atteggiamento reazionario degli adulti, danno vita a uno scontro tra generazioni senza esclusione di colpi - aggiunge il regista - decisamente attuale se confrontiamo la vicenda con la realtà dei nostri giorni”. “Il rituale della celebrazione funebre e del matrimonio, il fideismo religioso, la legalità e la giustizia vengono spogliati del loro significato profondo per lasciare spazio ai desideri morbosi che le convenzioni borghesi vogliono reprimere e tenere nascosti”. Dal suo debutto ad oggi, la pièce, ha mietuto successi ovunque, dal West End londinese a Broadway dove è stato interpretato anche da Alec Baldwin e Kevin Bacon.(PO red Gil)

 A ROMA PAMELA VILLORESI DIRETTA DA VALERIO BINASCO

 

 

Il regista Valerio Binasco – che dal 16 al 21 aprile porta in scena al Teatro Vascello di Roma “La ragazza sul divano” - è riconosciuto come il principale interprete italiano di Jon Fosse, da sempre affascinato dalla poesia introspettiva che attraversa ogni suo testo e dalla relazione quasi proustiana che le opere del maestro norvegese tracciano tra passato e presente. Questa storia – che vede in scena lo stesso Binasco insieme alla protagonista  Pamela Villoresi e con Michele Di Mauro, Giordana Faggiano, Fabrizio Contri, Giulia Chiaramonte ed Isabella Ferrari -  ha il suo fulcro narrativo in una donna di mezza età, intenta a dipingere il ritratto di una ragazza seduta su un divano. Combatte contro i dubbi sulle proprie capacità artistiche e l’immagine ricorrente di quella ragazza seduta che la perseguita. Quella ragazza non è altro che il ritratto di lei stessa da giovane, turbata da mille incertezze. Binasco, affiancato da un cast di grandi interpreti, affronta così il modo in cui le ferite affettive non si rimarginano mai del tutto. “Amo la percezione fuori fuoco della realtà che trovo nei testi di Fosse – si legge nelle note di regia di Binasco, direttore artistico del Teatro Stabile di Torino dal 2018, considerato tra i più autorevoli esponenti della scena teatrale italiana  -. Ogni volta ho la sensazione di trovarmi dinnanzi a un grande affresco sull’umanità, ne percepisco fortemente il senso ma non riesco a metterlo a fuoco. È come se venissi costretto a guardare solo la luce o l’ombra che c’è tra una cosa e un’altra, tra una persona e un’altra. Fosse è un autore che istiga in modo irresistibile il mio bisogno di fare teatro con delicatezza, da ritrattista, un teatro da innamorato dei volti delle persone, dei loro occhi, del loro silenzioso e spesso inutile fluire attraverso la vita. Il tema principale de La ragazza sul divano è l’abbandono. In molte opere di Fosse torna, come un sogno ricorrente, una donna che aspetta il ritorno di un uomo che è partito per mare e non è più tornato. In questa pièce i quadri che la Donna dipinge sono il punto di vista di chi guarda una nave partire e svanire verso un orizzonte ostile, simbolo di una minaccia che non riguarda solo il mare, ovviamente. Ma si può anche cercare in quel dipinto la simbologia di una nave che si lascia alle spalle la tempesta. Il dipinto simboleggia il padre che se ne va verso la sua idea di vita (il mare); la figlia, rimasta sola, reclusa nella vita d’appartamento, è percossa dal mare di un’acerba femminilità, così come da quella tempestosa della madre e da quella autodistruttiva della sorella. Il dipinto è incompiuto, come è giusto restare – incompiuti – se si vuole parlare dell’attesa: chi aspetta resta sospeso, come sospesa è la sofferenza purgatoriale dell’eterna attesa di un padre che non ritorna mai. Le ragioni che mi spingono a insistere con un autore come Jon Fosse sono misteriose anche per me. Il suo stile ossessivo e minimale mi seduce, punto e basta. Credo che la sua qualità principale sia il suo ritmo. Questo ritmo, nonostante appaia lento o addirittura inerte, in realtà non è mai “in battere”, ma al contrario possiede un andamento ossessivamente “in levare”, anche e soprattutto quando l’azione sembra procedere con esasperata lentezza. È un ritmo poetico, lieve: non so gli altri, ma io sorrido sempre mentre leggo le sue tristissime storie. Non penso che Fosse stia parodiando il suo tema o che ammicchi ironicamente tra le righe. Il suo ritmo è splendidamente scenico, e ciò che è scenico è sempre festoso, pieno di humor. C’è sempre un profondo senso dello humor nel procedere “in levare”. Nel caso di Fosse è il sense of humour del jazz. Ecco perché, sebbene i suoi temi siano per lo più molto tristi, e spesso anche tragici, la tragedia e la tristezza non sono in primo piano. In primo piano c’è qualcos’altro, e cioè principalmente le atmosfere sospese, e l’umoristico aplomb serio, quasi duro, inespressivo, di personaggi e interpreti. Credo che Fosse sia l’unico autore che ha questo ritmo interno”. 

 

(© 9Colonne - citare la fonte)