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direttore Paolo Pagliaro

Perché mamma e papà
non dormano in macchina

Perché mamma e papà <br> non dormano in macchina

di Paolo Pagliaro

(8 aprile 2016) Qualche settimana fa è stata inaugurata la postazione di video-diagnostica in alta definizione che consente agli specialisti del Policlinico Gemelli di Roma di dialogare in rete con i colleghi degli ospedali di Caltanissetta, Crotone, Frosinone e Oristano. L’obiettivo è curare efficacemente a distanza i piccoli pazienti affetti da tumori cerebrali e limitare gli spostamenti di bambini e famiglie.
E’ una delle iniziative realizzate con i fondi raccolti dall’Associazione Trenta Ore per la Vita nell’ambito del progetto Home, che vuole garantire ai bambini e agli adolescenti malati il diritto ad essere curati con la migliore qualità possibile di vita; e vuole assicurare alle loro famiglie tutto il sostegno psicologico e materiale necessario, come poter contare su una casa lontano da casa. Spesso infatti, per seguire i piccoli malati, le famiglie sono costrette a spostarsi in regioni diverse, poiché non in tutta Italia si trovano reparti specializzati in oncologia pediatrica. E capita di frequente che queste famiglie dormano in macchina.
Per loro sono state costruite l’anno scorso – con il contributo di Trenta Ore Per la Vita – cinque case di accoglienza a Modena, Pisa, Napoli, Roma e Bari. Altre ne verranno costruite quest’anno. Per i bambini sono stati aperti centri di riabilitazione psicomotoria a Milano e Firenze mentre a Salerno e Cosenza sono stati ristrutturati due reparti ospedalieri.
Mercoledì non è stata un gran giornata, visto che era la prima giornata nazionale contro lo corruzione in sanità e il commissario Cantone detto che la sanità è terreno di scorribanda per delinquenti di ogni risma. Ma grazie a chi ci lavora e grazie a iniziative di volontariato come quella di cui abbiamo parlato, le corsie degli ospedali sono anche i luoghi in cui l’Italia sa dare il meglio di sé.

 

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