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direttore Paolo Pagliaro

“Extreme”, alla scoperta
delle particelle
tra scienza e arte

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

“Extreme”, alla scoperta <br> delle particelle <br> tra scienza e arte

Aperto al pubblico “Extreme. Alla ricerca delle particelle”, la nuova esposizione permanente, la prima in Italia, progettata e realizzata dal Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano in partnership con Cern ed Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. L’esposizione permanente permette di gettare uno sguardo su un ambito di ricerca affascinante, che esplora la trama della materia nelle sue componenti più infinitesimali. In questa indagine dei mattoni fondamentali del nostro universo, oggi il lavoro di migliaia di scienziati da tutto il mondo converge attorno a grandissime strutture dotate di macchinari sempre più potenti e sofisticati. Extreme svela ciò che accade all’interno dei laboratori del CERN e dell’INFN, due dei più grandi istituti di ricerca che svolgono esperimenti legati alla fisica delle particelle. Oggetti, anche di grandi dimensioni e di valore storico, insieme a installazioni multimediali e interattive caratterizzano l’esperienza del visitatore. Attraverso l’esperienza in prima persona, l’esposizione permette di sperimentare il “silenzio cosmico” inseguito dai ricercatori sott’acqua o sotto terra, luoghi estremi in cui spesso gli esperimenti portano a posizionare i rivelatori. Un’area racconta anche la quotidianità dei fisici, degli ingegneri e dei tecnici che lavorano agli esperimenti. Tre diverse installazioni interattive presentano lo stato attuale di conoscenza delle particelle subatomiche e due temi ancora oggetto di studio e dibattito: l’esistenza della materia oscura e di extradimensioni. Una parte rilevante dell’esposizione è dedicata agli acceleratori, gli strumenti che permettono, facendo collidere le particelle a energie sempre maggiori, di creare nuove particelle e nuove tracce da esplorare. In quest’area è protagonista LHC, il grande anello acceleratore attualmente in uso al CERN.

COSENZA: LE FORME DEL VUOTO

Al Maon Museo d’arte dell’Otto e Novecento di Rende lo scultore calabrese Fiorenzo Zaffina presenta, fino al 10 settembre, le sue “forme del vuoto”. Sculture scavate nell'immateriale, dentro l'aria, delicate, evanescenti, trasparenti, blocchi di plexiglas per simboleggiare la materia-non materia, l’incorporeo, l’assenza. Lo scultore buca così la materia del vetro sintetico, tagliato a parallelepipedo, come un monolito, smozzicato dalla fresatrice, con squarci asimmetrici, in un angolo, su uno spigolo, sulla faccia levigata. Le brecce hanno l’aspetto di grossi graffi con segni colorati, dall'andamento curvilineo, che a volte si arricciano come onde marine. La luce, che filtra dal materiale trasparente, funziona come animatrice di un dinamismo interno con visioni multiple e cangianti a seconda del punto di vista. Basta girare attorno al solido trasparente per scoprire prospettive nuove; anche dall'alto e dal basso si ottengono immagini, con un interno vista, che rifrange la luce in strisce, spirali, effetti sempre nuovi e diversi.

PADOVA, TORNA IL “MAGNIFICO GUERRIERO”

Di ritratti di Jacopo Bassano se ne conoscono pochi. Ne posseggono uno i Musei di Los Angeles, di Budapest e solo pochissimi altri. Ora un suo grande ritratto, uno dei pochissimi ritratti di Jacopo Da Ponte, già attributo a Veronese e ora a Pordenone , databile agli anni immediatamente seguenti il 1550, dal titolo “Il ritratto di uomo in armi” - è esposto ai Civici Musei di Bassano fino al 31 gennaio con il titolo di “Il Magnifico Guerriero” ed accolto come il nuovo protagonista della già magnifica Sala dei Bassano che allinea 27 capolavori della grande famiglia di artisti. Il ritratto rappresenta un affascinate nobiluomo dalla fulva, curatissima barba. Non un giovane ma un uomo maturo, certo aduso al comando ma soprattutto ad una vita raffinata lontano dai campi di battaglia. Indossa una preziosa corazza alla moda dell’epoca, che lo costringe, ma che non riesce ad ingabbiare la sua grazia e la sua flessibilità. “Il Magnifico Guerriero” era finito all’estero. Lo si ritrova nel ‘700 a Melbury House nel Dorset. Va sul mercato da Christie’s nel 1968 con l’attribuzione a Paolo Veronese, non condivisa da Giuseppe Fiocco che lo riconduce invece al Pordenone. Il Ritratto ricompare all’asta newyorkese di Sotheby’s all’inizio del 2013, proposto a poco meno di un milione di euro. Ora, rientrato in Italia, torna a Bassano, che lo terrà in comodato gratuito per un anno.

VIAREGGIO: COLLEZIONI IN “SINGOLAR TENZONE”

Il nuovo appuntamento viareggino della Fondazione Centro Matteucci per l’Arte Moderna di Viareggio (fino al 26 febbraio) è molto di più di una pur emozionante carrellata di capolavori di De Nittis, Zandomeneghi e Boldini affiancati a opere non meno superbe di Signorini, Lega e degli altri protagonisti del momento macchiaiolo. E’ il racconto per immagini di una “singolar tenzone”, mai ufficialmente dichiarata eppure vissuta con passione, tra due fini intellettuali e grandi esperti d’arte nella Milano di via Manzoni, all’indomani del secondo conflitto mondiale. I due, Enrico Piceni (1901 – 1986) e Mario Borgiotti (1906 – 1977), avevano abitazioni e collezioni a pochi passi di distanza. Entrambi frequentavano il bel mondo della cultura del tempo. Il primo, Piceni, si occupava della Medusa e dei Gialli per Arnoldo Mondadori, era traduttore di Dickens e della Brönte, amico di Montale e di Vergani. E soprattutto appassionato estimatore degli “Italiani di Parigi”, ovvero Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi e Giovanni Boldini. Di loro cercava, e sapeva conquistarsi, opere di qualità sublime. Il secondo, livornese di nascita e di spirito, giunse a Milano dopo essersi “formato” alle Giubbe Rosse di Firenze, amico di Papini, Cecchi e Soffici. Musicista e violinista. Ma sopratutto innamorato dei “suoi” macchiaioli. Che naturalmente cercava, anche lui dopo una selezione quasi maniacale, di condurre nella sua collezione. Una occasione per ammirare le collezioni personali dei due protagonisti, la prima confluita nel patrimonio della Fondazione Piceni, la seconda tutt’ora nella disponibilità della famiglia Borgiotti.

(© 9Colonne - citare la fonte)