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Migranti, Boldrini: la “crisi”
è colpa dell'Unione Europea

Migranti, Boldrini: la “crisi” <BR> è colpa dell'Unione Europea

“Onorevoli colleghi, permettetemi di iniziare ponendovi una domanda: quando un flusso migratorio può essere considerato una ‘crisi’? Vi sottopongo questa domanda dopo essere stata recentemente in Libano, un Paese di 4,5 milioni di abitanti che ha accolto quasi due milioni di rifugiati. La situazione in quel piccolo Stato dove scarseggiano le risorse ed abbondano le tensioni inter-confessionali è, effettivamente, una situazione di crisi. Ma l’arrivo di poco più di un milione di persone in un continente di 820 milioni di abitanti può essere considerato una crisi? La risposta dovrebbe essere: ‘no’. Lo diventa se, invece di agire in maniera coordinata, ognuno agisce per sé, magari innalzando muri e barriere”. Lo afferma la presidente della Camera, Laura Boldrini, nel suo intervento alla Conferenza dei presidenti dei Parlamenti del Consiglio d’Europa. “E allora – aggiunge - questa crisi diventa più di una crisi dei rifugiati e diventa una crisi dei nostri valori fondativi. Diventa una crisi se si scarica la gestione del flusso su una manciata di Paesi: la Grecia del Presidente Voutsis – che ringrazio, anche dopo la mia visita a Lesbo, dove ho visto gli sforzi fatti - e l’Italia, Stati frontalieri; e una parte del Nord Europa, mèta dei richiedenti asilo, che lì intravedono migliori prospettive di vita. Diventa una crisi se si ritiene che la solidarietà sia a senso unico, se vogliamo ricevere assistenza nei periodi difficili, ma non vogliamo contribuire ad aiutare gli altri membri della famiglia europea quando ne hanno bisogno”. (PO / Red – 15 set)

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