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PRIMO MAGGIO, UGL PER UN NUOVO PATTO SUL LAVORO

PRIMO MAGGIO, UGL PER UN NUOVO PATTO SUL LAVORO

Un modo sinergico, e costruttivo, per onorare la festa dei lavoratori. E anche l’occasione per lanciare “la proposta un nuovo patto per il lavoro, perché o ci si punta con politiche specifiche o il nostro Paese è destinato al declino”. Paolo Capone, segretario dell’Ugl, introduce così la tre giorni che l’Unione generale del Lavoro ha organizzato a Latina e che culminerà lunedì 1 Maggio con il corteo diretto verso l’evocativa, sin dal nome, piazza del Popolo (qui sotto il live twitting della tre giorni). Un evento unico, fatto di incontri e dibattiti, ma anche di cultura, per il quale l’Ugl ha scelto un nome impegnativo, L’Italia forte dei lavoratori della nostra storia’, che punta su due concetti chiave: forza “perché crediamo che sia la forza del lavoro a dover rappresentare l’unità di misura del livello di evoluzione, di civiltà e benessere di una società; e storia, “quella del nostro sindacato, che ha da poco festeggiato 67 anni, e quella dell’Italia che è stata più volte capace di risollevarsi”. Tramite il lavoro ovviamente.

IL SIMBOLO LATINA.  Ma anche la scelta del luogo di ritrovo, spiega Capone, assume una forte valenza simbolica, perché “Latina è l’esempio delle cento province d’Italia che subiscono gli effetti di una crisi industriale, produttiva e occupazionale, e che pero hanno la potenzialità per riprendere a crescere velocemente”. Ed è anche, tornando alla storia, “un esempio di volontà e forza degli uomini che ha redento un territorio paludoso. Latina è una città nuova, che contiene le contraddizioni degli anni 70 e 80, dello sviluppo e del declino industriale, del settore farmaceutico, dell’agricoltura, del turismo... Rappresenta l’Italia”.  Sarà una manifestazione pluralista, in cui si lascerà parola a politici ed esponenti della società civili dai diversi più disparati: da Francesco Aracri e Maurizio Gasparri di Forza Italia a Carlo Buttaroni presidente Tecnè, dal sindaco di Latina Damiano Coletta ad Alfredo D’Attorre di Articolo 1-Mdp, da Giancarlo Giorgetti (Lega Nord) a Umberto Marroni del Pd, da Giorgia Meloni a. Gaetano Quagliariello. “Abbiamo inteso confrontarci con la politica da sinistra a destra senza vincoli, con tecnici e amministratori locali – dice Capone - perché vogliamo contribuire a capire insieme come dare un futuro all’Italia, e soprattutto ai giovani, sulla falsariga delle conferenze programmatiche che stiamo svolgendo in giro per il Paese”.  

TRA WELFARE E ALITALIA. Partendo magari da una operazione di recupero sul welfare “che trova sempre meno spazio di applicazione perché mancano le risorse: noi stiamo lavorando su accordi sul welfare aziendale, ma questo va fatto attraverso quella bilateralità prevista in quasi tutti i contratti. Ma noi siamo fautori ormai da 50 anni del principio costituzionale che prevede il lavoratore possa partecipare alla gestione dell’impresa: se superiamo l’antagonismo della lotta di classe avremo uno strumento di maggior produttività e soddisfazione sia per l’imprenditore che per il lavoratore”. Lavoratori che invece la scorsa settimana hanno bocciato il piano Alitalia tramite referendum: “Noi abbiamo tentato di scongiurare il commissariamento dell’azienda costringendo gli azionisti a ricapitalizzare  - spiega Capone - Questo non ha riscontrato il gradimento dei lavoratori interessati e noi rispettiamo la scelta. Ora però il commissariamento può produrre diversi risultati: crediamo di poter lavorare per limitare i danni che potrebbero portare anche al fallimento. Continuiamo a pensare che la compagnia, anche se ormai privatizzata, sia ancora un asset strategico per il Paese”.  

(© 9Colonne - citare la fonte)