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Vaccini, Medici con l’Africa: una lente
di ingrandimento sulle disuguaglianze

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Vaccini, Medici con l’Africa: una lente <br> di ingrandimento sulle disuguaglianze

(5 giugno 2017) Il 90% degli investimenti della ricerca medica è a beneficio del 10% della popolazione mondiale. Questo il dato da cui è partito il dibattito “(Non tutti) i vaccini sono sexy. Disuguaglianze tra nord e sud del mondo” che all'interno del programma del Festival dell'Economia di Trento (1-4 giugno) ha proposto la questione dei vaccini da un punto di vista altro: quello dell'Africa. A discuterne sono stati Stefano Merler, epidemiologo matematico della Fondazione Bruno Kessler, Giovanni Putoto dell'associazione Medici con l'Africa CUAMM e Sara Ferrari, assessora all'Università e ricerca, Politiche giovanili, Pari opportunità e Cooperazione allo sviluppo della Provincia autonoma di Trento. “Medici con l'Africa CUAMM nasce nel 1950 - introduce Putoto - e dallo stesso nome se ne intuisce l'approccio: l'obiettivo è infatti quello di rafforzare i sistemi sanitari dei Paesi in cui si opera coinvolgendo le comunità locali. È evidente - prosegue - che lavorare sulla salute in Africa significa confrontarsi quotidianamente con le disuguaglianze". E il tema dei vaccini sembra rappresentare una lente di ingrandimento per comprendere la disparità nell'accesso alla salute nei diversi punti del mondo: "La ricerca sui vaccini non viene decisa in base ai bisogni - continua Putoto -. Un esempio è l'emergenza internazionale sull’ebola: l'occidente si è allarmato e si è iniziato a studiare. Molto diversa la situazione sul vaccino per la malaria, malattia che paradossalmente provoca molte più morti. In questo caso dopo molti anni di pressioni solo nel 2018 verrà introdotto in tre paesi - Ghana, Malawi e Kenya - il vaccino in via sperimentale grazie a una forte e positiva collaborazione tra attori pubblici e privati". Ma quindi, chi decide quali vaccini sviluppare? "L'investimento pubblico diminuisce sempre più - afferma Merler - ormai solo il 10% dei finanziamenti sulla ricerca per i vaccini è da fondi governativi: si tratta di finanziamenti privati. Per questo è importante un fitto lavoro in rete per governare le decisioni, per lo più nelle mani di chi finanzia le iniziative di ricerca". Anche Ferrari interviene sulla questione: "Salute non è solo assenza di malattia ma è benessere più generico. Non solo è ingiusto che l'accesso alla salute non sia riconosciuto a tutti nei fatti ma è una realtà che crea instabilità generale: per questo la Provincia Autonoma di Trento dedica lo 0,25% del bilancio a interventi di cooperazione internazionale, per legge: significa che quest'anno 10 milioni di euro sono stati dedicati a progetti di cooperazione non in una visione assistenzialistica, ma in una visione di condivisione di risorse e competenze. Sono convinta che un gioco di squadra sempre più forte tra la politica e la comunità scientifica possa essere una risposta a molte questioni, anche di tipo comunicativo, che risultano fondamentali in un lavoro sulla salute".


LA SCHEDA / L’IMPORTANZA DELLA COMUNICAZIONE

Secondo Putoto la comunicazione gioca un ruolo determinante in occidente quanto in Africa: "Nei Paesi in cui operiamo ci troviamo di fronte a difficoltà oggettive: non basta avere i vaccini, bisogna avere i mezzi per distribuirli e le competenze per somministrarli. Bisogna fare formazione e comunicazione tra le comunità locali". E conclude: "Il tema della fiducia è al centro. L'Africa ci ha insegnato che serve pazienza, lavoro, alto grado di informazione e comunicazione. Quello della fiducia è un tema cruciale in ogni territorio e in ogni tempo".

(© 9Colonne - citare la fonte)