(4 agosto 2017) La generosità di un ricco benefattore del Nord Italia, rimasto anonimo, consentirà la realizzazione di una chiesa in Pakistan, vicino Faisalabad nell’insediamento di Faisal Town, un piccolo centro abitato in maggioranza da musulmani dove da poco si sono trasferite 35 famiglie cristiane. Sono famiglie poverissime, che perlopiù lavorano nelle fornaci di mattoni. “Queste famiglie hanno davvero bisogno di una chiesa - spiega ad Amici della Chiesa che Soffre, il parroco di Faisal Town, padre Emmanuel Parvez – Per i lavoratori musulmani vi sono tre moschee in cui pregare, mentre manca un luogo di culto per i cristiani”. Il parroco - che è anche lo zio di Shahbaz Bhatti, il ministro per le minoranze pachistano brutalmente assassinato nel 2011 – sa bene che la chiesa donerà forza, unità e un’identità alla comunità cristiana, aiutando i fedeli ad affrontare le drammatiche condizioni in cui vivono. “La vita spirituale di questi piccoli cristiani potrà migliorare – sottolinea il direttore di ACS-Italia Alessandro Monteduro – e tutto grazie al gesto di un generoso benefattore che dall’Italia ha voluto esprimere la propria devozione per San Giuseppe in modo concreto e pensando ai nostri fratelli poveri e oppressi in Pakistan. È la devozione che si trasforma in generosità e può cambiare la vita di qualcun altro”.
SCHEDA / LA SCHIAVITU’ IN PAKISTAN
Intere famiglie in Pakistan sono ridotte in schiavitù per generazioni, perché hanno contratto un debito con il proprietario della fornace. Un debito quasi impossibile da ripagare dato il salario irrisorio di qualche decina di euro al mese, ottenuto lavorando tutti – bambini inclusi - quattordici ore al giorno per sei giorni a settimana. Non sono soltanto i cristiani a lavorare nelle fornaci di mattoni, ma la loro percentuale è qui molto più alta della media nazionale, giacché a causa della discriminazione religiosa, gli appartenenti alle minoranze riescono difficilmente a trovare impieghi meno umili.
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