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direttore Paolo Pagliaro

IL WHISTLEBLOWING
ORA E' A RISCHIO

IL WHISTLEBLOWING <BR> ORA E' A RISCHIO

La legge sul whistleblowing, inglesismo che indica le segnalazioni di reati o irregolarità nel lavoro pubblico o privato, rischia di saltare. O almeno è quanto teme il Movimento 5 Stelle dopo il rinvio alla prossima settimana dell’esame degli emendamenti, inizialmente previsto per oggi. “L'asse della truffa della legge elettorale, composto da Renzusconi-Lega-Alfano tenta di affossare la legge sul whistleblowing" attaccano Giovanni Endrizzi e Vito Crimi: “Oggi con il voto di Pd-Lega-Forza Italia-Alfano e Ala di Verdini,  l'aula ha sospeso le votazioni degli emendamenti  alle 12.30. Eppure i lavori d'aula erano previsti fino alle 14. In questo modo se entro martedì pomeriggio non si voteranno tutti gli emendamenti ed approverà legge, si rischia uno stop  per l'inizio della sessione di bilancio e la legge elettorale.  Uno stop che significherà l'affossamento definitivo per una

 legge richiesta da Anac, associazioni come Transparency International e Riparte il Futuro e oltre 60mila cittadini che  hanno firmato la petizione online”. A dar loro manforte arriva però direttamente il presidente del Senato Pietro Grasso, che usa parole chiare: “È insopportabile accettare che chi denuncia un illecito sia isolato, deriso, ostacolato. D’altro canto non può essere sufficiente un cambiamento di mentalità, o il singolo atto coraggioso di qualche cittadino. È per questo che le istituzioni devono agevolare il comportamento virtuoso dei “disobbedienti”, anche attraverso un testo di legge che finalmente ieri è approdato in Aula in Senato, dopo un lavoro approfondito in I Commissione che ne ha migliorato il testo rispetto alla prima lettura anche grazie al supporto di “Riparte il futuro”, Transparency International e al presidente dell’Anac Raffaele Cantone, il titolare e il vertice, insieme ai responsabili delle singole amministrazioni, di tutte le misure preventive contro la corruzione. La speranza è che il disegno di legge venga approvato al più presto, in modo da poterlo mandare alla Camera, per la terza lettura, in tempi brevi e comunque prima della fine di questa legislatura”.

 

E ancora: “Da molto tempo ho rappresentato l’urgenza di approvare le norme che tutelano i lavoratori che denunciano episodi corruttivi: in questo modo non solo si tuteleranno loro ma l’intera collettività, perché spezzare le catene corruttive fa risparmiare risorse, e molte, al bilancio del Stato, risorse che potrebbero essere meglio utilizzate per garantire servizi ai cittadini. Siamo tutti vittime della corruzione”. La legge prevede che il pubblico dipendente che segnala al responsabile della prevenzione della corruzione a all'Autorità nazionale anticorruzione o denuncia all'autorità giudiziaria condotte illecite, di cui è venuto a conoscenza in ragione del proprio rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, demansionato, licenziato, trasferito o sottoposto ad altra misura organizzativa avente effetti negativi, prevede inoltre l'anonimato e l'inversione dell'onere della prova. L'identità del segnalante non può essere rivelata, e spetterà al datore di lavoro dimostrare che le misure discriminatorie sono motivate da ragioni estranee alla segnalazione.

(Sis)

 

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