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M5S, GRILLO: NOI UN PO' DC, EPOCA VAFFA FINITA

M5S, GRILLO: NOI UN PO' DC, EPOCA VAFFA FINITA

- “L’Italia ora deve riconquistare una visione lunga, a vent'anni. La sfida è cambiare il sistema culturale, il modo di pensare. Siamo rimasti alle idee e alle parole di mezzo secolo fa. Anche i meccanismi di comunicazione, dei media e della gente, sono gli stessi. Penso che dopo quello è successo sia tempo di uscire in mare aperto e di rovesciare gli schemi”. Lo afferma Beppe Grillo in una intervista a Repubblica, parlando prima del suo debutto a Verona dello show "Insomma", che venerdì e sabato andrà in scena a Roma, proprio mentre Camera e Senato cercheranno di eleggere i loro presidenti. E assicura: “Non assisterete a una mutazione genetica del movimento. L'epoca del vaffa è finita, ma quella degli inciuci non comincerà”, “la specie che sopravvive, anche in politica, non è la più forte, ma quella che si adatta meglio. Noi siamo un po' democristiani, un po' di destra, un po' di sinistra, un po' di centro. Possiamo adattarci a qualsiasi cosa. A patto che si affermino le nostre idee”, “a noi preme affermare una visione per i prossimi vent'anni, definire la vocazione e il ruolo dell'Italia nel lungo periodo e in tutti i settori, dalla cultura all'economia. La priorità sono i giovani e gli anziani, chi più è stato lasciato solo. Governare è affrontare il futuro con chi condivide una visione, non dividere le poltrone e poi scoprire di non avere una visione, tantomeno comune”.

Interrogato dal giornalista sulla necessità che Di Maio e Salvini continuino a dialogare risponde: “Vi conosco, una smorfia e voi tirate conclusioni. Non ci casco. Io non capisco più cosa è vero e cosa finto, se sono ancora il padre spirituale di un movimento oppure no. Non mollo, ma adesso un capo politico c'è e certe risposte deve darle lui”. E del suo ruolo dice: “Sono come una prostituta in una città senza marciapiedi: non so dove collocarmi. E il mio problema, anche prima del 4 marzo, è sempre stato non digerire. Così non dormo e non mi resta che pensare, pensare, da solo con me stesso. E dico che adesso la responsabilità di tutti è dare all'Italia una visione per i prossimi vent'anni”, “la politica oggi è priva di narrazione, non ha un linguaggio contemporaneo, è noiosa, inconcludente. Tra vent'anni saremo una nazione di vecchi e nessuno ci pensa: tutti a chiedersi chi fa il presidente, chi il ministro, chi il premier. Servono riforme, risorse, a cominciare dalle pensioni. Un anziano ha un costo annuo superiore allo stipendio annuale di suo figlio. Dobbiamo pensare a questo, a cosa fare non alle poltrone”. (19 mar - red)

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