Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

L’Università va bene
la ricerca meno

L’Università va bene <br>la ricerca meno

di Paolo Pagliaro

In un periodo in cui l’autostima scarseggia, fa piacere apprendere che otto dipartimenti universitari italiani sono tra i primi dieci al mondo. L’Università la Sapienza di Roma è la seconda nell’insegnamento della Storia antica, il Politecnico e la Bocconi di Milano sono rispettivamente sesto per arte e design e settima per quanto riguarda business e management.
Questo dice la classifica diffusa dalla società britannica Quacquarelli Symonds che ha preso in considerazione 13.138 programmi universitari di 1.368 atenei, per 48 facoltà in 83 paesi.
In una classifica guidata da Cambridge, Harvard e Oxford, i 431 programmi delle 47 università analizzati fanno dell’Italia la settima migliore nazione al mondo e la seconda in Europa, dopo la Germania. Oltre alle tre già citate il ranking premia anche la Normale di Pisa, l’Alma Mater di Bologna, l’università Tor Vergata di Roma e la Statale di Milano.  Bologna, in particolare, è la prima in Italia per numero di materie, 21, presenti nella top 100, un risultato che possono vantare solo 70 università al mondo. Spiccano Storia classica e antica, Scienze sociali, Odontoiatria e Medicina.
Le cose vanno meno bene per quanto riguarda la graduatoria delle ricerche scientifiche, dove però la traiettoria negativa – come spiegano a Wired i curatori dell’indagine – è dovuta più alla ristrettezza delle risorse messe a disposizione dei ricercatori che alla qualità di questi ultimi. La spesa media in Italia per la ricerca è infatti intorno all’1,35 % del Pil contro una media europea del 2,07.

(© 9Colonne - citare la fonte)