Roma, 4 mar - "Abbiamo appena votato all'unanimità l'istituzione del monumento nazionale rispetto all'ex campo di prigionia di Servigliano, è un bel segnale che diamo all'esterno, soprattutto in tempi in cui l'uso di odio, aggressione, violenza è sempre più frequente". Così a 9colonne la senatrice di Italia Viva Laura Garavini, in merito all'approvazione da parte di Palazzo Madama del disegno di legge sulla dichiarazione di monumento nazionale dell'ex campo di prigionia di Servigliano (in provincia di Fermo), che ora passa all'esame della Camera. "Ad esempio - aggiunge la senatrice eletta all'estero - l'odio si è riversato nei confronti di una delle stesse firmatrici del provvedimento, la senatrice Segre la quale anche nei giorni scorsi è stata nuovamente vittima di una serie di attacchi sul web davvero indecenti. Aggressione che si verifica anche nei confronti di esponenti politici, proprio ieri anche il nostro presidente Renzi ha subito l'invio di bossoli via lettera - sottolinea Garavini - Si tratta di atteggiamenti davvero inaccettabili e vergognosi che sono però espressione di un clima di odio, purtroppo alimentato nelle ultime settimane e quindi credo che sia un bel gesto anche di compattezza politica. Mi auguro - conclude la senatrice - che questo serva non solo a denunciare ma anche a far interrompere questa escalation di violenza, che sia pure in modalità diverse rischia di avere conseguenze difficilmente calcolabili e a cui quindi bisogna porre fine". Nel testo del ddl si legge: "La storia del campo di prigionia di Servigliano fa parte a pieno titolo di una Storia più grande. È strettamente intrecciata alle vicende più drammatiche del Novecento, di cui è uno dei luoghi più simbolici a livello nazionale ed europeo. In particolare, l’uso collegato agli eventi delle due guerre mondiali e alle nefaste conseguenze di persecuzione delle ignobili leggi razziali perpetrate dal regime fascista gli conferiscono un rango 'storico' indiscutibile. La conservazione di questo luogo ha grande importanza civile e morale. I luoghi della memoria sono il collante della nostra identità costituzionale e repubblicana. È nostro dovere trasmettere alle nuove generazioni l’esperienza e la memoria di quanto accaduto, in modo che non vada dispersa la consapevolezza del tempo che viviamo". (PO / Roc)
(© 9Colonne - citare la fonte)
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